«Grande prova, ora tutti al lavoro»
Paolucci: l’Abruzzo ci dà fiducia, puntiamo su lavoro, sviluppo e riforme.
PESCARA. «Gli abruzzesi ci hanno voluto premiare con questa grande prova di passione civile e partecipazione. Ora tocca a noi non deludere questo patrimonio e lavorare sulle nostre proposte: lavoro, sviluppo, riforma della sanità». Festeggiato e acclamato, Silvio Paolucci da ieri con 41.815 voti (77,46%) è il nuovo segretario del Pd che apre la stagione del dopo D’Alfonso.
Il suo competitore alla segreteria regionale, Fabio Ranieri della lista Marino ha ottenuto 12 mila 167 voti, (22,54%). L’affermazione di Paolucci è anche merito dell’accordo politico raggiunto in Abruzzo dai sostenitori di Bersani e di Franceschini, che hanno puntato ad una lista e candidato unitario così come chiesto dal senatore Franco Marini. «Una partecipazione al voto degli abruzzesi eccezionale», dice Paolucci, «è la dimostrazione che i cittadini chiedono cambiamento e progetti concreti. Ed è questo il compito che, con il consenso di tanti e la partecipazione di 60 mila elettori del Pd, porterò avanti». Il piano di Paolucci è: «Rinconquistare la fiducia degli abruzzesi». «Abbiamo di fronte quattro anni», osserva, «e chiedo ad ogni iscritto al Pd di perseguire quel progetto di rilancio dell’occupazione, della sanità, della ricostruzione all’Aquila, del lavoro dei giovani laureati», prosegue Paolucci, «dobbiamo riempire la nostra azione quotidiana di contenuti e proposte.
Oggi possiamo farlo: questa fase nuova si apre con un rinnovamento netto, perché il Pd uscito fuori dalle primarie è un PD nuovo, più giovane, più rosa. Quasi un componente su due della nuova assemblea regionale è nato dopo il 1970».
Tutto bene anche per la lista Franceschini dove in alcune zone ha doppiato il neo segretario Bersani che in Abruzzo ha preso 30.067 voti. «A Spoltore la lista Franceschini ha ottenuto 365 voti», spiega Marino Roselli dirigente del Pd, «ed ha il doppio dei consensi di Bersani che ne ha presi 194. Ma non ci sono divisioni, anzi il voto e la corsa alla segreteria è buon segnale per un partito che vuole essere unito con l’obiettivo di contrastare questo centrodestra alla Regione e al governo». Soddisfatto anche il senatore Luigi Lusi, coordinatore regionale della lista Franceschini.
«Gli elettori della provincia dell’Aquila hanno scelto Franceschini, nelle altre tre province ha vinto Bersani», dice Lusi, «si è trattato di un confronto che riconosce piena titolarità al nuovo leader del Pd oltre al buon lavoro svolto da Dario Franceschini in questi sei mesi. Grazie a lui abbiamo riacquistato fiducia nella possibilità di sconfiggere la destra e di tornare a governare il Paese. Un particolare grazie ai elettori abruzzesi e della provincia dell’Aquila che partecipando al voto hanno scelto di rafforzare il progetto di un grande partito, moderno, plurale e riformatore».
Il suo competitore alla segreteria regionale, Fabio Ranieri della lista Marino ha ottenuto 12 mila 167 voti, (22,54%). L’affermazione di Paolucci è anche merito dell’accordo politico raggiunto in Abruzzo dai sostenitori di Bersani e di Franceschini, che hanno puntato ad una lista e candidato unitario così come chiesto dal senatore Franco Marini. «Una partecipazione al voto degli abruzzesi eccezionale», dice Paolucci, «è la dimostrazione che i cittadini chiedono cambiamento e progetti concreti. Ed è questo il compito che, con il consenso di tanti e la partecipazione di 60 mila elettori del Pd, porterò avanti». Il piano di Paolucci è: «Rinconquistare la fiducia degli abruzzesi». «Abbiamo di fronte quattro anni», osserva, «e chiedo ad ogni iscritto al Pd di perseguire quel progetto di rilancio dell’occupazione, della sanità, della ricostruzione all’Aquila, del lavoro dei giovani laureati», prosegue Paolucci, «dobbiamo riempire la nostra azione quotidiana di contenuti e proposte.
Oggi possiamo farlo: questa fase nuova si apre con un rinnovamento netto, perché il Pd uscito fuori dalle primarie è un PD nuovo, più giovane, più rosa. Quasi un componente su due della nuova assemblea regionale è nato dopo il 1970».
Tutto bene anche per la lista Franceschini dove in alcune zone ha doppiato il neo segretario Bersani che in Abruzzo ha preso 30.067 voti. «A Spoltore la lista Franceschini ha ottenuto 365 voti», spiega Marino Roselli dirigente del Pd, «ed ha il doppio dei consensi di Bersani che ne ha presi 194. Ma non ci sono divisioni, anzi il voto e la corsa alla segreteria è buon segnale per un partito che vuole essere unito con l’obiettivo di contrastare questo centrodestra alla Regione e al governo». Soddisfatto anche il senatore Luigi Lusi, coordinatore regionale della lista Franceschini.
«Gli elettori della provincia dell’Aquila hanno scelto Franceschini, nelle altre tre province ha vinto Bersani», dice Lusi, «si è trattato di un confronto che riconosce piena titolarità al nuovo leader del Pd oltre al buon lavoro svolto da Dario Franceschini in questi sei mesi. Grazie a lui abbiamo riacquistato fiducia nella possibilità di sconfiggere la destra e di tornare a governare il Paese. Un particolare grazie ai elettori abruzzesi e della provincia dell’Aquila che partecipando al voto hanno scelto di rafforzare il progetto di un grande partito, moderno, plurale e riformatore».