Guide ambientali, il Consiglio di Stato: possono esercitare nel Parco
La sentenza accoglie le motivazioni dell'Aigae: bocciata la pretesa di esclusiva sull’accompagnamento professionale in natura. Costantini: la montagna non ha padroni
Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso dell'Aigae, l'Associazione italiana guide ambientali escursionistiche, contro l'annullamento del bando per le guide del Parco della Majella. Bocciata la pretesa di esclusiva sull’accompagnamento professionale in natura.
A giugno 2021 una sentenza del Tar Abruzzo aveva annullato il corso per Guide Parco del Parco nazionale della Maiella, dietro richiesta del Collegio guide alpine Abruzzo che ritengono illegittima la possibilità di partecipazione per le guide ambientali escursionistiche (come già accadeva in diversi altri parchi con almeno 700 guide ambientali escursionistiche in possesso del titolo di Guida Parco).
“Il principio di diritto che si ricava è che il criterio di competenza dei rispettivi ruoli risiede non nel tipo di ambiente in cui le attività si svolgono, bensì nel tipo di attività svolta, alla luce del test di proporzionalità”. Questa una delle frasi chiave con cui il Consiglio di Stato ha accolto in pieno il ricorso dell'Aigae.
Appoggio totale ad Aigae era stato dimostrato da parte del Parco stesso, insieme alla Regione Abruzzo e al Ministero della transizione ecologica coesi nella presentazione del ricorso, prodotto attraverso una robusta documentazione depositata dall’Avvocatura di Stato e all'intenso lavoro del coordinatore per la regione Abruzzo, Salvatore Costantini.
La sentenza del Consiglio di Stato riconosce con chiarezza che la figura professionale della guida ambientale escursionistica e i compiti disegnati dal bando in esame per quanto concerne il Parco nazionale della Majella, "sono conformi a quanto previsto dalla legge quadro sulle aree protette”.
Altra importante specifica indicazione: non spetta al legislatore regionale istituire nuove figure professionali protette né regolamentarle, poiché questa competenza è riservata in modo esclusivo al legislatore statale, come indicato nella sentenza.
"Una sentenza importantissima che mette ufficialmente la parola fine a questo balletto protezionistico: i nostri limiti operativi quindi non sono nel “dove” ma nel “come” si accompagna, laddove sono le famose “corde, piccozze e ramponi” dove da sempre diciamo che sia ambito esclusivo della guide alpine. Come guide ambientali escursionistiche, ci impegnano ad operare in totale sicurezza, senza esporre i turisti escursionisti, fruitori del nostro servizio, a condizioni di pericolosità in sentieri in cui è richiesto l'utilizzo di tecniche e di attrezzature alpinistiche” conclude Costantini, "la montagna non ha padroni, è finalmente tempo di esercitare la nostra attività, nel principio di libera concorrenza delle libere professioni”.