I balneatori di tre riviere abruzzesi: "Così salveremo le nostre spiagge dalla Bolkestein"
I balneatori difendono il loro piano su Pescara, Francavilla e Montesilvano. Investimenti per 35milioni di euro in modo da estendere di 20 anni le concessioni
PESCARA. Un progetto da 35 milioni di euro per la riqualificazione di tre riviere , da Francavilla a Montesilvano, e che consentirebbe di superare il problema della direttiva Bolkestein, permettendo di estendere le concessioni balneari fino a venti anni. Non hanno dubbi sul valore e sulle potenzialità del progetto "Vivere il mare" i balneatori che si sono riuniti nel sodalizio "Balneatori Custodi del Mare - Abruzzesi solidali", nato, per idea di Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti, con l'obiettivo, tra l'altro, di rilanciare il turismo costiero di Pescara, Montesilvano e Francavilla.
Il punto della situazione è stato fatto nel corso di un incontro cui hanno preso parte, fra gli altri, il presidente del Sib-Confcommercio, Riccardo Padovano, quello di Fiba-Confesercenti, Giuseppe Susi, i docenti universitari Rita Tranquilli Leali, Piergiorgio Landini e Paolo Urbani, membri del comitato scientifico e consulenti del progetto, il governatore Luciano D'Alfonso, gli assessori regionali Dino Pepe e Donato Di Matteo, funzionari dei tre Comuni interessati e il sindaco di San Michele al Tagliamento (Venezia), Pasqualino Codognotto.
Il progetto, dal punto di vista tecnico, è stato curato dallo studio Catani. La Bcc Abruzzese, partner finanziario, si è già detta disponibile a sostenere il piano, che porterebbe a mutui per circa 25 milioni di euro.
Il sindaco di San Michele al Tagliamento ha illustrato come per la località rivierasca di Bibione sia stato messo in piedi un protocollo d'intesa tra Regione Veneto, Comuni e stabilimenti balneari – un sabbiodotto di 3 milioni di euro – affinché le concessioni possano aver durata fino al 2035. «Noi non vogliamo aggirare la direttiva Bolkestein», sottolinea Padovano, «anzi, il progetto “Vivere il mare” è finalizzato proprio a rispettare le indicazioni della direttiva comunitaria, secondo la quale i balneatori devono fare investimenti».
«I balneatori parteciperebbero a bandi pubblici e a progetti di sviluppo del territorio; tali investimenti, in base ai tempi necessari per ammortizzare, consentirebbero un'estensione delle concessioni fino a venti anni», gli fa eco Susi.
Il primo passo spetta alla Regione e, in tal senso, l'auspicio delle associazioni è che si arrivi ad una delibera interpretativa che «stabilisca i criteri e i parametri per estendere le concessioni». Poi la palla passerebbe ai Comuni. Il prossimo appuntamento è previsto il 18, quando i balneatori raccoglieranno le adesioni dei colleghi. Dal Foro di Francavilla fino al fiume Saline di Montesilvano, coinvolgendo 17 chilometri di costa, 250 stabilimenti balneari, 42 spiagge libere per un totale di 4.800 metri quadrati e 196 impianti sportivi: piste ciclabili, parcheggi e difesa della costa. L'idea è quella di progetti integrati e non semplici interventi spot.
Per la riqualificazione ambientale si prevede, tra l'altro, la “risagomatura” delle barriere (sono stati appositamente ideati dei frangiflutti innovativi che favoriscano anche il ripopolamento ittico) e l'”intubamento” degli scoli a mare, realizzando dei piccoli moli, che vanno anche ad "arredare" la costa.
Previsto, inoltre, il potenziamento della pista ciclabile, affinché, con il contributo dei balneatori, si vada a completare il “Bike to coast” della Regione. Con il progetto, inoltre, sarebbe a carico dei balneatori il nuovo “Ponte del Cielo”, in piazza Primo Maggio, a Pescara, dove, per rendere l'area interamente pedonale, è prevista anche la realizzazione di un sottopasso lungo la riviera, dall'incrocio con via Trilussa fino a quello con via Mazzini. A Montesilvano, invece, è prevista, ad esempio, la realizzazione di due pontili, uno a Fosso Mazzocco, e l'altro di fronte allo Stella Maris. Spazio anche ai prodotti tipici abruzzesi, di cui i 250 stabilimenti balneari possono divenire rivenditori. «Il progetto», conclude Susi, «porterà ad un nuovo modello culturale: un imprenditore per crescere deve favorire la crescita del territorio».
Lorenzo Dolce