PESCARA
I Consumatori sui treni: abruzzesi penalizzati, biglietti +70% in dieci anni
Le Associazioni valutano e denunciano il Contratto di servizio tra Regione -Trenitalia
PESCARA. Gli aumenti ingiustificati porteranno i cittadini abruzzesi a dover pagare i biglietti ferroviari, nei prossimi dieci anni, con aumenti del 70 per cento. Lo denunciano le associazioni dei consumatori abruzzesi Acu, Adiconsum, Adoc, Aeci, Arco, Cittadinanza Attiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Contribuenti Abruzzo, Federconsumatori, Guardia Civica, Mdc Abruzzo, Protezione Consumatori e Udicon parlando dell'accordo firmato dalla Regione con Trenitalia per il Contratto di Servizio.
Le associazioni parlano di costo del biglietto più alto per i prossimi anni e di aumenti ingiustificati a discapito dei cittadini abruzzesi.
Le associazioni evidenziano che il Contratto ha un valore di oltre 700 milioni e una durata decennale e prevede aumenti tariffari del 15% a decorrere dal 1° gennaio 2025; del 5%, oltre all'adeguamento al tasso d'inflazione programmata, a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2027-2029-2031-2033. Inoltre le tariffe dei servizi sono adeguate al tasso d'inflazione programmata a decorrere dal 1° gennaio degli anni 2024-2026-2027-2028-2029-2030-2031-2032-2033.
Le associazioni dei consumatori spiegano inoltre che "La Regione Abruzzo, nell'arco della validità del Contratto, concede aumenti tariffari che vanno dal 35 al 40%, più ulteriori aumenti legati al tasso d'inflazione (che, in 10 anni, possono significare un ulteriore aumento del 30%). E saremmo così ad un aumento di circa il 70% del prezzo del biglietto. Secondo gli scriventi, nel decidere gli aumenti, la Regione Abruzzo: 1. non ha rispettato l'articolo 18, comma 2 lettera g) del Decreto Legislativo n° 422 del 19 novembre 1997, dove è previsto che gli aumenti tariffari sono possibili solo rispettando il metodo del price-cap; 2. non ha rispettato la Delibera n° 49 del 2015 dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti, dove viene ribadito che gli aumenti tariffari sono possibili solo con il metodo del price-cap; 3. non ha rispettato la sentenza n° 00163/2021 del TAR dell'Aquila, nella quale viene affermato ancora una volta che gli aumenti tariffari debbono essere subordinati al metodo del price-cap.
Il metodo del price-cap consente: 1) aumenti tariffari sia in base all'inflazione che in base al miglioramento della qualità del servizio offerto; 2) prevede inoltre anche una possibile riduzione della tariffa, se si verifica un recupero di produttività dell'Azienda che fornisce il servizio. I miglioramenti della Qualità del servizio e l'eventuale miglioramento dell'efficienza produttiva dell'impresa, debbono essere verificati anno per anno; e solo dopo la verifica è possibile decidere gli aumenti (oppure la diminuzione) delle tariffe ferroviarie. La Regione Abruzzo invece ha deciso adesso gli aumenti: a prescindere dalle necessarie verifiche, e soprattutto a prescindere dalle Leggi che regolano la materia. Inoltre, il miglioramento della Qualità che può originare l'aumento delle tariffe secondo il metodo del price cap, deve essere verificato con un monitoraggio della Regione Abruzzo. Ma nel recente Contratto di Servizio firmato tra la Regione e Trenitalia c'è scritto che: “la regione si riserva di verificare il rispetto degli standard di qualità del servizio ed il livello di soddisfazione della clientela....”(art. 18 punto 3) rendendo possibile la circostanza che il monitoraggio della Qualità possa anche non essere effettuato. Ma se non viene effettuato questo monitoraggio, se non viene verificato il miglioramento della Qualità, su quali basi viene concesso il contestato aumento delle tariffe? Le associazioni dei consumatori avrebbero potuto anche accettare aumenti tariffari se fosse stata migliorata l'offerta in campo regionale. Il punto C) della legge 244 del 2007 (comma 461) prevede che le Associazioni dei Consumatori debbono poter verificare “l'adeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato”, ma questa verifica è stata, per il momento, loro negata. Altrimenti la scriventi avrebbero sollecitato l'attivazione di collegamenti Regionali Veloci tra Pescara e Bologna (350 Km). Cosa che la Regione Marche ha già fatto: attivando 11 collegamenti con regionali veloci da Ancona a Piacenza (351 Km). In questo modo i marchigiani possono scegliere di utilizzare un regionale oppure una Freccia Rossa per spostarsi tra Ancona e Bologna/Milano. Mentre agli abruzzesi tale possibilità è per il momento una opzione non percorribile. Viviamo un momento storico dove i prezzi sono aumentati in molti settori dell'economia reale e per i cittadini far fronte a tali situazioni inizia a diventare oggettivamente troppo gravoso. Vanno, altresì, rilevati i problemi enormi che gravano sul trasporto pubblico regionale in ogni settore esso si esplichi che si ripercuotono sugli Abruzzesi. Le Regioni e le Città del domani non potranno prescindere da un efficientissimo trasposto pubblico integrato poco costoso e molto green ma oggi siamo davvero lontani da tale raggiungibile traguardo".