I silenzi e gli imbarazzi del Pdl
Poche reazioni agli arresti. Rifondazione: non accusino le «toghe rosse».
PESCARA. Il meno che si possa dire è che gli arresti dell’operazione “Ground zero” hanno lasciato senza fiato la classe politica. Poche le reazioni, soprattutto nel centrodestra, alla cui area appartengono l’ex assessore Italo Mileti e l’ex consigliere Fira Claudio D’Alesio colpiti dal provvedimento della procura di Pescara.
Fino a tarda sera non è stato possibile parlare con il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Popolo delle Libertà. Il capogruppo Pdl in Consiglio regionale Gianfranco Giuliante ammette di aver avuto notizia degli arresti in maniera frammentaria e non se la sente di rilasciare «dichiarazioni al buio». Nega anche che la notizia abbia arroventato i telefoni dei colleghi politici: nessun tam tam, nessuno scambio di opinioni per le manette a D’Alesio e Mileti. Il primo ex consigliere d’amministrazione della finanziaria regionale Fira ed ex amministratore delegato di Fira servizi (prima che il Commissario Gino Redigolo la liquidasse), l’altro ex assessore al comune di Pescara con Carlo Pace e poi assessore regionale al Lavoro con Giovanni Pace.
Solo l’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni si è detto sconcertato per gli arresti, ricordando che sulla vicenda del trasferimento degli uffici amministrativi della Asl dell’Aquila fu proprio lui a sollecitare una gara d’appalto.
Ma l’elemento che in tutta questa vicenda lascia più impressionati è la ricomparsa (ma solo sullo sfondo di una biografia politica) della Fira servizi, società che ha un ruolo forte nell’inchiesta Sanitopoli, essendo stata la società-cassaforte delle Asl. Certo, i fatti richiamati nell’ordinanza e riferiti in particolare a D’Alesio, sono posteriori alla sua definitiva liquidazione avvenuta a fine 2008, ma l’impressione resta per tutto quello che a quel nome resta legato.
Lo sottolinea l’ex presidente vicario della Regione Enrico Paolini, quando ricorda che fu proprio lui nelle settimane che seguirono i drammatici arresti della giunta Del Turco, «a deliberare lo scioglimento della Fira servizi», mentre oggi si rammarica che «la giunta rilanci la Fira senza che venga sollevata opposizione né dal Pd né dall’Idv».
Dal suo scranno a palazzo dell’Emiciclo il consigliere di Rifondazione Maurizio Acerbo chiede «il massimo di trasparenza sulla ricostruzione». E conclude rivolto al centordestra: «Questa volta il Pdl non potrà gridare contro le toghe rosse perché in Abruzzo ad indagare suoi esponenti (da Aracu a Mileti) è la stessa Procura di Pescara che ha posto agli arresti big del Pd come Del Turco e D’Alfonso».
Fino a tarda sera non è stato possibile parlare con il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Popolo delle Libertà. Il capogruppo Pdl in Consiglio regionale Gianfranco Giuliante ammette di aver avuto notizia degli arresti in maniera frammentaria e non se la sente di rilasciare «dichiarazioni al buio». Nega anche che la notizia abbia arroventato i telefoni dei colleghi politici: nessun tam tam, nessuno scambio di opinioni per le manette a D’Alesio e Mileti. Il primo ex consigliere d’amministrazione della finanziaria regionale Fira ed ex amministratore delegato di Fira servizi (prima che il Commissario Gino Redigolo la liquidasse), l’altro ex assessore al comune di Pescara con Carlo Pace e poi assessore regionale al Lavoro con Giovanni Pace.
Solo l’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni si è detto sconcertato per gli arresti, ricordando che sulla vicenda del trasferimento degli uffici amministrativi della Asl dell’Aquila fu proprio lui a sollecitare una gara d’appalto.
Ma l’elemento che in tutta questa vicenda lascia più impressionati è la ricomparsa (ma solo sullo sfondo di una biografia politica) della Fira servizi, società che ha un ruolo forte nell’inchiesta Sanitopoli, essendo stata la società-cassaforte delle Asl. Certo, i fatti richiamati nell’ordinanza e riferiti in particolare a D’Alesio, sono posteriori alla sua definitiva liquidazione avvenuta a fine 2008, ma l’impressione resta per tutto quello che a quel nome resta legato.
Lo sottolinea l’ex presidente vicario della Regione Enrico Paolini, quando ricorda che fu proprio lui nelle settimane che seguirono i drammatici arresti della giunta Del Turco, «a deliberare lo scioglimento della Fira servizi», mentre oggi si rammarica che «la giunta rilanci la Fira senza che venga sollevata opposizione né dal Pd né dall’Idv».
Dal suo scranno a palazzo dell’Emiciclo il consigliere di Rifondazione Maurizio Acerbo chiede «il massimo di trasparenza sulla ricostruzione». E conclude rivolto al centordestra: «Questa volta il Pdl non potrà gridare contro le toghe rosse perché in Abruzzo ad indagare suoi esponenti (da Aracu a Mileti) è la stessa Procura di Pescara che ha posto agli arresti big del Pd come Del Turco e D’Alfonso».