Il giudice reintegra l'operaio, Sevel lo paga per stare a casa

Il giudice dichiara illegittimo il suo licenziamento, l'azienda di Atessa lo paga ma senza farlo tornare in servizio

ATESSA. Pagato dalla Sevel per stare a casa. E' quanto accaduto a S.A., operaio da poco reintegrato in fabbrica a seguito di una recente sentenza del giudice Paola De Nisco che ha ritenuto illegittimo il suo licenziamento. L'operaio era stato cacciato dall'azienda con l'accusa di abuso di permessi di 104, per l'assistenza al nonno di sua moglie. I fatti risalgono al novembre del 2012. S.A. aveva chiesto dei permessi per 104 per tre giornate non consecutive allo scopo di assistere il parente invalido. Dalle indagini investigative svolte nei confronti del dipendente, commissionate dalla Sevel, era emerso che l'operaio si era effettivamente recato a prestare assistenza, ma soltanto per poche ore al giorno e non per tutto il turno lavorativo. Di qui la contestazione disciplinare e il licenziamento in tronco da parte di Sevel che in seguito ha denunciato l'uomo anche alla Procura della Repubblica per truffa ai danni dello Stato. Il dipendente, assistito dall'avvocato Pietro Cotellessa di Lanciano, ha impugnato il licenziamento chiedendone l'annullamento e la reintegra. Nella sentenza il giudice De Nisco ha fatto riferimento ad una modifica legislativa della legge 104 e alla circolare dell'Inps del 2010 che precisa che «la continuità e l'esclusività dell'assistenza non sono più elementi essenziali ai fini del godimento dei permessi di legge». Il giudice ha dunque preso atto che il ricorrente, "sia pure per un periodo di tempo limitato rispetto alla durata del turno di lavoro, ha effettivamente assolto l'onere di assistenza cui era finalizzato il permesso richiesto". La Sevel è quindi stata condannata al reintegro dell'operaio sul posto di lavoro, al pagamento degli stipendi maturati dal giorno del licenziamento e al versamento dei contributi previndenziali e assistenziali.

L'azienda tuttavia, seppur ottemperando al pagamento delle retribuzioni mensili, ha deciso di dispensare il lavoratore dal rendere il servizio, lasciandolo a casa. «Questa», commenta l'avvocato Cotellessa, «è la prima pronuncia in questo senso da parte del Tribunale di Lanciano che in precedenza aveva deciso diversamente in casi analoghi. E' una sentenza precisa e puntuale e a nostro avviso ineccepibile. Farà certamente giurisprudenza e, per la sua portata non potrà non avere rilevanza anche nel procedimento penale in corso. Non comprendiamo però», conclude l'avvocato, «l'atteggiamento di Sevel che ha deciso di far rimanere a casa il lavoratore seppure retribuendolo. Stiamo valutando l'ipotesi di un'altra azione legale». Il giudice De Nisco ha reintegrato anche altri due operai licenziati dalla Sevel per abuso di permessi di malattia.

Daria De Laurentiis

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