Il Pd: di lui non ci siamo mai fidati
Ma Piccone (Pdl) è garantista: spero possa chiarire
AVEZZANO. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il senatore del Pd, Luigi Lusi, non poteva non avere risvolti negli equilibri politici del partito in Abruzzo e nella Marsica, tanto che i vertici regionali hanno già scaricato senza mezzi termini l'ex esponente della Margherita.
Seppur eletto in Liguria, negli ultimi anni il vicepresidente della commissione Bilancio, originario di Capistello, ha dato vita in modo autoritario e incisivo a una vera e propria corrente per inserirsi, e se vogliamo, contrapporsi agli aquilani Giovanni Lolli, Stefania Pezzopane e Massimo Cialente. Lusi, 51 anni, avvocato, ha iniziato la sua carriera politica nel 1989 come segretario generale dell'Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci). Tra il 1994 e il 1996 è stato consulente giuridico del Comune di Roma per le politiche della casa e dell'Associazione cattolica dei lavoratori italiani (Acli). Dal 1996 al 1997 è stato consulente giuridico dello stesso ente per le politiche della sicurezza. Dal 1998 al 2000 ha anche esercitato le funzioni di magistrato onorario al Tribunale di Velletri. Nel 2001 è stato tesoriere del "Comitato Rutelli 2001" per arrivare a ricoprire dal 2001 all'interno di Dl-La Margherita la carica di tesoriere nazionale e legale rappresentante. Dal 2004 è stato anche co-tesoriere nazionale di Uniti nell'Ulivo e tesoriere dello European Democratic Party.
Dal 2005 ha assunto la carica di co-tesoriere nazionale e legale rappresentante dell'Unione. Eletto per la prima volta al Senato il 9 aprile 2006 è stato riconfermato nel 2008. Un anno e mezzo fa era stato protagonista di una bufera all'interno del Pd, di una vera e propria guerra combattuta a suon di tessere, ricorsi e carte bollate.
Dei circa cinquemila iscritti al partito, ben 1.800 erano nuovi tesserati, quasi tutti vicini a Lusi, con 15 circoli di nuova costituzione su 65 totali. Al centro della diatriba l'elezione del segretario provinciale. La commissione regionale per il Congresso, aveva sospeso l'elezione perché la Commissione di garanzia regionale aveva deciso di estromettere dalle votazioni tutti i nuovi iscritti a partire dal 21 luglio 2009 poiché non autorizzati dalla direzione del Partito.
Le correnti erano rappresentate da due marsicani, la sfidante alla segreteria, Ilaria Cacciarelli, 32 anni di Avezzano, e il segretario uscente Michele Fina, 31 anni di Luco dei Marsi.
La prima sponsorizzata dal senatore Luigi Lusi, oltre a Giuseppe Di Pangrazio e Bruno Di Masci, l'altro invece sostenuto dalla vecchia nomenclatura del partito, da Giovanni Lolli a Stefania Pezzopane, da Giovanni D'Amico a Lorenzo Berardinetti.
Lusi aveva poi avuto voce in capitolo, con un accordo con la frangia marsicana del Pd, per l'elezione dell'attuale segretario del Partito, un altro marsicano, Mario Mazzetti, sindaco di Carsoli.
Ora, alla notizia dell'iscrizione di Lusi nel registro degli indagati, i vertici regionali del Pd sottolineano di non essersi mai fidati di lui e per questo di non averlo mai candidato in Abruzzo.
Il fratello del senatore del Pd, Antonino Lusi, sindaco di Capistrello, ha confermato «massima fiducia nella magistratura», e si è detto convinto che «la vicenda sarà chiarita».
«Se pure dovessero emergere in futuro delle responsabilità oggettive», ha chiarito, «si tratta di mio fratello e gli starò comunque vicino».
Il senatore Filippo Piccone, coordinatore del Pdl, è cauto sulla vicenda. «Conosco Lusi come persona seria e precisa», ha affermato, «non conosco però l'episodio, ma spero che avrà modo di chiarire la sua posizione». Il coordinatore nazionale di Italia garantista, Gianluca Pellino, ne fa invece una questione morale e chiede le dimissioni del senatore Lusi.
Seppur eletto in Liguria, negli ultimi anni il vicepresidente della commissione Bilancio, originario di Capistello, ha dato vita in modo autoritario e incisivo a una vera e propria corrente per inserirsi, e se vogliamo, contrapporsi agli aquilani Giovanni Lolli, Stefania Pezzopane e Massimo Cialente. Lusi, 51 anni, avvocato, ha iniziato la sua carriera politica nel 1989 come segretario generale dell'Associazione guide e scout cattolici italiani (Agesci). Tra il 1994 e il 1996 è stato consulente giuridico del Comune di Roma per le politiche della casa e dell'Associazione cattolica dei lavoratori italiani (Acli). Dal 1996 al 1997 è stato consulente giuridico dello stesso ente per le politiche della sicurezza. Dal 1998 al 2000 ha anche esercitato le funzioni di magistrato onorario al Tribunale di Velletri. Nel 2001 è stato tesoriere del "Comitato Rutelli 2001" per arrivare a ricoprire dal 2001 all'interno di Dl-La Margherita la carica di tesoriere nazionale e legale rappresentante. Dal 2004 è stato anche co-tesoriere nazionale di Uniti nell'Ulivo e tesoriere dello European Democratic Party.
Dal 2005 ha assunto la carica di co-tesoriere nazionale e legale rappresentante dell'Unione. Eletto per la prima volta al Senato il 9 aprile 2006 è stato riconfermato nel 2008. Un anno e mezzo fa era stato protagonista di una bufera all'interno del Pd, di una vera e propria guerra combattuta a suon di tessere, ricorsi e carte bollate.
Dei circa cinquemila iscritti al partito, ben 1.800 erano nuovi tesserati, quasi tutti vicini a Lusi, con 15 circoli di nuova costituzione su 65 totali. Al centro della diatriba l'elezione del segretario provinciale. La commissione regionale per il Congresso, aveva sospeso l'elezione perché la Commissione di garanzia regionale aveva deciso di estromettere dalle votazioni tutti i nuovi iscritti a partire dal 21 luglio 2009 poiché non autorizzati dalla direzione del Partito.
Le correnti erano rappresentate da due marsicani, la sfidante alla segreteria, Ilaria Cacciarelli, 32 anni di Avezzano, e il segretario uscente Michele Fina, 31 anni di Luco dei Marsi.
La prima sponsorizzata dal senatore Luigi Lusi, oltre a Giuseppe Di Pangrazio e Bruno Di Masci, l'altro invece sostenuto dalla vecchia nomenclatura del partito, da Giovanni Lolli a Stefania Pezzopane, da Giovanni D'Amico a Lorenzo Berardinetti.
Lusi aveva poi avuto voce in capitolo, con un accordo con la frangia marsicana del Pd, per l'elezione dell'attuale segretario del Partito, un altro marsicano, Mario Mazzetti, sindaco di Carsoli.
Ora, alla notizia dell'iscrizione di Lusi nel registro degli indagati, i vertici regionali del Pd sottolineano di non essersi mai fidati di lui e per questo di non averlo mai candidato in Abruzzo.
Il fratello del senatore del Pd, Antonino Lusi, sindaco di Capistrello, ha confermato «massima fiducia nella magistratura», e si è detto convinto che «la vicenda sarà chiarita».
«Se pure dovessero emergere in futuro delle responsabilità oggettive», ha chiarito, «si tratta di mio fratello e gli starò comunque vicino».
Il senatore Filippo Piccone, coordinatore del Pdl, è cauto sulla vicenda. «Conosco Lusi come persona seria e precisa», ha affermato, «non conosco però l'episodio, ma spero che avrà modo di chiarire la sua posizione». Il coordinatore nazionale di Italia garantista, Gianluca Pellino, ne fa invece una questione morale e chiede le dimissioni del senatore Lusi.
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