Il Pd dice sì a Di Pietro: il candidato è Costantini
L’assemblea approva all’unanimità. Veltroni e Marini, nuovo appello all’Udc.
L’AQUILA. Tra Partito democratico e dipietristi forse non è amore ma l’accordo politico è cosa fatta. Ieri è stato il giorno dove è prevalso il buonismo che ha reso concrete le ragioni di un via libera ad una intesa per le elezioni regionali del 30 novembre che rimette in gioco il centrosinistra che può competere con il centrodestra per vincere. La medaglia però ha un suo rovescio che si chiama Donato Di Matteo, assessore regionale ai trasporti, indagato come ex presidente dell’Aca.
Finito nei guai per la vicenda dei pozzi dell’acqua inquinati di Bussi. Di Matteo alle primarie del Pd ha raccolto 4.700 preferenze e ieri ha detto no a lasciare il suo posto di candidato nelle liste del Pd, così come chiesto da dipietristi e Rifondazione che non vogliono candidati con carichi giudiziari pendenti. Di Matteo nel suo intervento che ha anche raccolto applausi ha accusato il suo partito di non averlo mai difeso «quando sono stato considerato un delinquente».
Non sono un delinquente «Sono stato accusato dai professionisti della politica che vivono di politica», ha detto Di Matteo. «Io sono stato sempre disponinile con tutti, soprattutto con gli amministratori che ho aiutato a risolvere i problemi. Da 35 anni mi impegno a fare questo». Di Matteo ha ricordato anche che era intenzionato a fare un passo indietro, «se la ricandidatura avesse costituito un problema» e a rimettere nelle mani del segretario D’Alfonso, all’inizio di ottobre, la scelta sul suo nome. Ma «ora per non farmi candidare il partito mi deve cacciare e deve chiedere a tutti, anche agli alleati, se ci sono procedimenti penali in atto».
Sì all’unanimità L’accordo con l’Idv però ha tenuto alla prova dei fatti e delle scelte dell’assemblea. L’ordine del giorno è stato votato all’unanimità e si è dato mandato a Luciano D’Alfonso di concludere e definire l’accordo. L’Odg si compone di tre punti: sì alla coalizione e si da mandato alla segreteria di seguire le fasi successive per definire la più ampia e nuova coalizione. Sì a Costantini candidato presidente; e, ancora, sì alla approvazione delle liste così come uscite dalla primarie. Ma con una novità che le liste, una volta messe a confronto con la coalizione e il candidato presidente, potranno subire delle «integrazioni».
Maledetto 15 luglio Un termine che nel caso di Di Matteo può significare una uscita dalle liste. Non sarebbe però il Pd a decidere ma la coalizione e il suo candidato presidente. «Anche se le difficoltà sono innegabili», ha concluso il suo intervento Franco Marini «e abbiamo subito imposizioni metodologiche, mi sembra che Costantini sia un uomo sul quale ci possiamo trovare d’accordo. Mai avrei pensato che dopo quel maledetto 15 luglio si sarebbero create le condizioni perché ci potessimo giocare una carte alle elezioni». Marini ha evidenziato che c’é la speranza che la coalizione si possa allargare ancora «visto che in queste ore nell’Udc c’é una discussione aperta e presto potrebbe venire in Abruzzo il segretario nazionale».
Appello all’Udc Il fronte del sì all’accordo con l’Idv era stato impegnato per l’intera giornata. Ieri mattina il vertice nazionale del Pd con Valter Veltroni e Franco Marini hanno dialogato con il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. Non solo, Marini si è sentito più volte ieri mattina con il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa per lanciargli una nuova proposta di accordo elettorale. Oggi l’Udc dovrebbe sciogliere il nodo, e far sapere se il suo no ad un patto con Pd e dipietristi è definito, oppure se c’è la possibilità di una intesa. In Abruzzo, mentre a Roma si infittivano i colloqui, si lavorava per raggiungere un accordo. Il primo a dire che il patto tra Pd e Idv era stato raggiunto, è stato il capogruppo di Sd Gianni Melilla. «Finalmente l’accordo è stato raggiunto».
Il sì di Di Pietro Poi in Abruzzo sono rimbazate le dichiarazioni dei leader nazionali. «Sì, abbiamo trovato un accordo con il Partito democratico per le prossime elezioni regionali in Abruzzo», ha fatto sapere Di Pietro.
All’Aquila prima dell’assemblea regionale del Pd le altre reazioni. «Il Pd mette a disposizione la propria forza per sostenere Costantini. Non ci saranno candidature problematiche», ha annunciato il segretario regionale del Pd, Luciano D’Alfonso.
Nel primo pomeriggio, inoltre, c’era stato da parte dell’Idv un segnale distensivo. Una dichiarazione del candidato presidente Carlo Costantini tutta dedicata alle ragioni di un patto con un riconoscimento anche del ruolo e della forza del Pd.
L’apertura di Costantini «L’Abruzzo», ha detto Costantini, «è un’occasione per ripartire. Senza il Pd, l’Italia dei Valori non può vincere. Senza l’Idv, il Pd non può vincere». Le parole dei dipietristi hanno incoraggiato altri esponenti del Pd. «L’Idv ha prodotto un fatto nuovo», ha commentato Giovanni Lolli «l’appello di Costantini a sedersi intorno a un tavolo»