Il rapporto di Bankitalia sull’Abruzzola crescita rallentata dall’incertezza

Bene le imprese esportatrici, per le altre si prevede un 2012 di difficoltà

CHIETI. L'Abruzzo tende ad assecondare oltre misura il ciclo economico. Quando l'economia dell'Italia cresce, l'Abruzzo cresce più dell'Italia. Quando l'economia del paese si deprime, l'Abruzzo si deprime più del paese. E' questa la sintesi, tracciata dall'economista Giuseppe Mauro, del rapporto congiunturale della Banca d'Italia presentata ieri alla Camera di Commercio di Chieti. Una presentazione fuori sede: la Banca d'Italia in Abruzzo è ormai presente solo all'Aquila.

Una scelta del direttore della filiale abruzzese Luigi Bettoni «per dare il senso della presenza dell'istituto anche nelle province dove la Banca d'Italia non esiste più» (sulla stessa linea è la presentazione che si farà all'Università di Teramo il prossimo 29 novembre della "Storia economica d'Italia: fatti e politiche 1861-2011").

E dunque se la congiuntura italiana peggiora non possiamo aspettarci che l'Abruzzo cresca. Il quadro del rapporto introdotto da Bettoni e approfondita dagli analisti di Bankitalia Abruzzo Valter Di Giacinto e Alessandro Tosoni mostra nel corso del 2011 una progressiva riduzione dei segnali di ripresa dell'economia abruzzese emersi nel 2010, con un peggioramento registrato a partire dall'estate, coincidente con l'attacco dei mercati all'euro.

«Una spirale negativa, quella dell'Abruzzo, che coincide con quella del paese», ha spiegato Bettoni, «per effetto del debito, della forte dipendenza dall'export, della debolezza della domanda interna e della debole crescita nel breve e medio termine».

Nell'industria abruzzese la domanda e la produzione sono rimaste sostanzialmente stazionarie nella prima metà dell'anno. Solo un terzo delle imprese ha dichiarato un aumento di fatturato, mentre all'inizio dell'anno lo dichiarava il 50%.

Gli investimenti continuano a ristagnare, un dato registrato dalla modesta crescita dei prestiti bancari, gran parte dei quali sono richiesti per rifinanziare mutui in scadenza.

Risultati migliori sono stati registrati dalle imprese esportatrici che sono le uniche a dare un giudizio positivo sul futuro (l'export è aumentato del 20% circa in termini di valore, con le imprese del settore trasporto che hanno ormai agganciato i livelli precrisi). Un dato non confortato dai consumi interni, visto che nel primo semestre 2011 le immatricolazioni di auto in Abruzzo sono crollate del 24% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Per gli altri settori la situazione è meno rosea. Infatti, anche per effetto delle recenti turbolenze sui mercati finanziari, le previsioni della maggior parte delle imprese sull'evoluzione futura dell'attività produttiva e degli investimenti sono caratterizzate da forte incertezza.

Nel settore delle costruzioni l'attività produttiva ha subito un calo nella prima metà dell'anno in corso; nel terziario hanno ristagnato le attività maggiormente legate alla domanda interna, come il commercio e i trasporti. E' però aumentato nel primo semestre dell'anno il numero degli occupati in Abruzzo (3,1% con una crescita più sensibile di occupazione femminile: 5,2%), un parziale recupero della forte flessione registrata nel 2010, confermato anche dalla flessione delle ore di cassa integrazione ordinaria (-12%), «uno dei pochi dati positivi», ha commentato il direttore di Bankitalia. Anche il tasso di disoccupazione si è ridotto, dall'8,8 all'8,3%, allineandosi al dato medio nazionale.

Il credito erogato dalle banche alle imprese e alle famiglie è moderatamente cresciuto. I criteri di concessione dei prestiti hanno registrato un irrigidimento, manifestatosi principalmente in un aumento degli spread applicati. L'incidenza sui prestiti delle nuove posizioni in sofferenza è diminuita rispetto al picco del 2010, anche se rimane elevato l'ammontare delle partite deteriorate. La ricchezza finanziaria detenuta dalle famiglie presso il sistema bancario è cresciuta in misura modesta, in linea con la dinamica dei redditi. Le famiglie hanno ridotto le consistenze di azioni e di fondi comuni e incrementato gli acquisti di titoli di Stato. I depositi bancari sono rimasti nel complesso stabili. Quadro non felice. Ma, dicono le previsioni delle imprese, sarà così almeno per i prossimi 12 mesi.

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