Il voto in Abruzzo, cinque Comuni ai ballottaggiIl centrodestra insegue, trattative per le alleanze
Ore decisive per gli apparentamenti all'Aquila, Montesilvano, Ortona e Avezzano. A San Salvo soffre il centrosinistra che si appella al Pd per l’appoggio al candidato sindaco Di Stefano
PESCARA. La regola è la trasversalità, l'incursione nel campo avverso, la trattativa sul programma per aggirare le barriere d'appartenenza. A poche ore dalla scadenza degli apparentamenti, i candidati sindaci che si preparano alla sfida dei ballottaggi del 20 e 21 maggio sembrano fare meno fatica a stringere alleanze (chiare o sottobanco) con singole liste avversarie che non con alleati, affini e contingui. Succede ad Avezzano, all'Aquila, forse a Montesilvano.
CIALENTE SI APPARENTA CON L'IDV. Massimo Cialente avrà l’appoggio dell’Italia dei valori nella sua corsa per la riconferma a sindaco dell’Aquila. Il coordinatore regionale dell’Idv, il senatore Alfonso Mascitelli, ha preso la decisione di andare all’apparentamento del suo partito con il candidato sindaco del centrosinistra che, domenica e lunedì prossimi, si confronterà con Giorgio De Matteis, nel secondo turno di voto delle elezioni comunali all’Aquila. La decisione di Mascitelli è maturata, venerdì sera, dopo una giornata fitta di incontri e colloqui telefonici con Cialente e il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci. E al termine di una lunga riunione con l’assemblea dei candidati dell’Idv nella sede aquilana del partito in via Veneto. Il matrimonio di Cialente con l’Idv viene celebrato, però, senza il consenso di Angelo Mancini che, al primo turno di voto, era il candidato sindaco del partito di Antonio Di Pietro. Mancini si opposto all’apparentamento, ma i candidati che l’hanno appoggiato al primo turno hanno deciso diversamente a stragrande maggioranza. Quello con l’Idv dovrebbe essere l’unico apparentamento per il candidato del centrosinistra, stando a Cialente che ieri ha annunciato: «Ora solo accordi politici». L’apertura fatta ieri da Cialente all’ex candidato sindaco del Pdl, Pierluigi Properzi, non ha sortito effetti, per ora. Properzi non dà, al momento, alcuna indicazione di voto ai suoi elettori (8,18 per cento di voti raccolti al primo turno), in attesa che Cialente o De Matteis facciano qualche passo concreto in direzione dell’obiettivo di fondo del suo programma: la creazione di una sorta di grande coalizione di salute pubblica per la rinascita dell’Aquila.
AVEZZANO: ALLENZE TRASVERSALI. Un caso di trasversalità è quello di Avezzano, dove il candidato sindaco del centrosinistra Giovanni Di Pangrazio incassa prima l'appoggio dell'ex Pdl (con trascorsi in An) Lorenzo De Cesare, assessore uscente al Bilancio della giunta di centrodestra guidata da Antonio Floris, poi riesce a convincere Iride Cosimati, altro ex assessore di Floris, a fare lo stesso passo. Per De Cesare si tratta di un'alleanza programmatica. Un modo per mettere a frutto «punti di contatto», dice l'ex assessore. Di Pangrazio, già sostenuto da cinque liste civiche e da altrettanti partiti (Pd, Udc, Fli, Idv e Api), potrà contare dunque sul bacino di 1.231 voti potenziali (4,70%) dell'ex assessore. Iride Cosimati, già sicura del suo posto in consiglio (con la lista Io Amo Avezzano ha ottenuto 963 preferenze pari al 3,68%), migra nello schieramento di Di Pangrazio probabilmente per le stesse ragioni che hanno fatto decidere l'ex collega di giunta De Cesare: la poca «democraticità» nella scelta del candidato sindaco di centrodestra. Un concetto un po' più concreto di quanto possa apparire. Ad Avezzano, come all'Aquila (vedi la pagina di lato), il Pdl non è riuscito a mettere in moto il meccanismo delle primarie, che pure il partito di Alfano ha scritto nelle proprie linee guida, e che ha portato fortuna al centrosinistra. Le scelte sono di conseguenza calate dall'alto («con l'adrenalina dei congressi ancora in corpo», come dice l'assessore regionale Gianfranco Giuliante) e la reazione è stata di disgregazione.
ORTONA: PDL OTTIMISTA, MA IL CENTROSINISTRA È DISTANTE. Lo stesso è accaduto a Ortona, dove almeno tre candidati sono riferibili all'area di centrodestra: Remo Di Martino, Giulio Napoleone, Tommaso Cieri. E dove le divisioni sopravvivono ancora al pesante risultato del primo turno, anche se il candidato che andrà al ballottaggio, Remo Di Martino (16,89%), è ottimista sulla trattativa: «Forse in nottata c'è l'accordo». Sulle cause della divisione anche qui c'è la questione delle primarie. «Il congresso provinciale si è celebrato molto tardi, non ci sono stati i congressi cittadini e non ci siamo capiti. D'altra parte non c'era più tempo per fare le primarie, ma sapevamo tutti che il primo turno sarebbe stato le nostre primarie». In queste ore Remo Di Martino sta cercando ancora l'accordo con l'aiuto dei vertivi regionali. Venerdì sera Napoleone e Cieri hanno visto i coordinatori del partito regionale Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano. «Sostanzialmente siamo già d'accordo, dovevamo solo trovare il modo di vederci. Siamo a buon punto, serve solo la ratifica» dice Di Martino. Lo scarto da recuperare rispetto al candidato del centrosinistra Vincenzo D'Ottavio è ampio (41,57%). «Ma lui ha preso meno voti di Coletti al primo turno del 2007», dice Di Martino, «mentre se sommiamo i voti delle liste di centrodestra siamo avanti». È il discorso che in questi giorni si fa all'interno del Pdl regionale e non solo: il blocco sociale di riferimento è lì e aspetta di votare, ma bisogna intercettarlo.
SAN SALVO: CENTRODESTRA AVANTI. A parti rovesciate è quello che è successo al centrosinistra di San Salvo. Ieri il candidato sindaco del nuovo centrosinistra (ma non del Pd) Domenico Di Stefano ha lanciato un accorato appello ai democratici perché rivedano la posizione contraria all'apparentamento (Arnaldo Mariotti candidato dal Pd ha lasciato libertà di scelta, come ha fatto all'Aqula il candidato del Pdl Pierluigi Properzi). Analogo appello è stato lanciato agli elettori dell'Udc, del movimento San Salvo 5 Stelle, agli astenuti del primo turno. Di Stefano deve azzerare le divisioni che gli sono costate 11 punti di scarto dal diretto concorrente Tiziana Magnacca (41,18%). Di Stefano non cerca però apparentamenti ma alleanze: «L'apparentamento è con il popolo di San Salvo con cui continueremo a coltivare il dialogo». Intanto, il centrodestra è al lavoro con l'obiettivo di giungere a un accordo con l'Udc di Fabio Travaglini. Il candidato sindaco del partito di Casini, che resta fuori dal consiglio comunale, ha ottenuto al primo turno il 6,51%.
CIALENTE SI APPARENTA CON L'IDV. Massimo Cialente avrà l’appoggio dell’Italia dei valori nella sua corsa per la riconferma a sindaco dell’Aquila. Il coordinatore regionale dell’Idv, il senatore Alfonso Mascitelli, ha preso la decisione di andare all’apparentamento del suo partito con il candidato sindaco del centrosinistra che, domenica e lunedì prossimi, si confronterà con Giorgio De Matteis, nel secondo turno di voto delle elezioni comunali all’Aquila. La decisione di Mascitelli è maturata, venerdì sera, dopo una giornata fitta di incontri e colloqui telefonici con Cialente e il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci. E al termine di una lunga riunione con l’assemblea dei candidati dell’Idv nella sede aquilana del partito in via Veneto. Il matrimonio di Cialente con l’Idv viene celebrato, però, senza il consenso di Angelo Mancini che, al primo turno di voto, era il candidato sindaco del partito di Antonio Di Pietro. Mancini si opposto all’apparentamento, ma i candidati che l’hanno appoggiato al primo turno hanno deciso diversamente a stragrande maggioranza. Quello con l’Idv dovrebbe essere l’unico apparentamento per il candidato del centrosinistra, stando a Cialente che ieri ha annunciato: «Ora solo accordi politici». L’apertura fatta ieri da Cialente all’ex candidato sindaco del Pdl, Pierluigi Properzi, non ha sortito effetti, per ora. Properzi non dà, al momento, alcuna indicazione di voto ai suoi elettori (8,18 per cento di voti raccolti al primo turno), in attesa che Cialente o De Matteis facciano qualche passo concreto in direzione dell’obiettivo di fondo del suo programma: la creazione di una sorta di grande coalizione di salute pubblica per la rinascita dell’Aquila.
AVEZZANO: ALLENZE TRASVERSALI. Un caso di trasversalità è quello di Avezzano, dove il candidato sindaco del centrosinistra Giovanni Di Pangrazio incassa prima l'appoggio dell'ex Pdl (con trascorsi in An) Lorenzo De Cesare, assessore uscente al Bilancio della giunta di centrodestra guidata da Antonio Floris, poi riesce a convincere Iride Cosimati, altro ex assessore di Floris, a fare lo stesso passo. Per De Cesare si tratta di un'alleanza programmatica. Un modo per mettere a frutto «punti di contatto», dice l'ex assessore. Di Pangrazio, già sostenuto da cinque liste civiche e da altrettanti partiti (Pd, Udc, Fli, Idv e Api), potrà contare dunque sul bacino di 1.231 voti potenziali (4,70%) dell'ex assessore. Iride Cosimati, già sicura del suo posto in consiglio (con la lista Io Amo Avezzano ha ottenuto 963 preferenze pari al 3,68%), migra nello schieramento di Di Pangrazio probabilmente per le stesse ragioni che hanno fatto decidere l'ex collega di giunta De Cesare: la poca «democraticità» nella scelta del candidato sindaco di centrodestra. Un concetto un po' più concreto di quanto possa apparire. Ad Avezzano, come all'Aquila (vedi la pagina di lato), il Pdl non è riuscito a mettere in moto il meccanismo delle primarie, che pure il partito di Alfano ha scritto nelle proprie linee guida, e che ha portato fortuna al centrosinistra. Le scelte sono di conseguenza calate dall'alto («con l'adrenalina dei congressi ancora in corpo», come dice l'assessore regionale Gianfranco Giuliante) e la reazione è stata di disgregazione.
ORTONA: PDL OTTIMISTA, MA IL CENTROSINISTRA È DISTANTE. Lo stesso è accaduto a Ortona, dove almeno tre candidati sono riferibili all'area di centrodestra: Remo Di Martino, Giulio Napoleone, Tommaso Cieri. E dove le divisioni sopravvivono ancora al pesante risultato del primo turno, anche se il candidato che andrà al ballottaggio, Remo Di Martino (16,89%), è ottimista sulla trattativa: «Forse in nottata c'è l'accordo». Sulle cause della divisione anche qui c'è la questione delle primarie. «Il congresso provinciale si è celebrato molto tardi, non ci sono stati i congressi cittadini e non ci siamo capiti. D'altra parte non c'era più tempo per fare le primarie, ma sapevamo tutti che il primo turno sarebbe stato le nostre primarie». In queste ore Remo Di Martino sta cercando ancora l'accordo con l'aiuto dei vertivi regionali. Venerdì sera Napoleone e Cieri hanno visto i coordinatori del partito regionale Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano. «Sostanzialmente siamo già d'accordo, dovevamo solo trovare il modo di vederci. Siamo a buon punto, serve solo la ratifica» dice Di Martino. Lo scarto da recuperare rispetto al candidato del centrosinistra Vincenzo D'Ottavio è ampio (41,57%). «Ma lui ha preso meno voti di Coletti al primo turno del 2007», dice Di Martino, «mentre se sommiamo i voti delle liste di centrodestra siamo avanti». È il discorso che in questi giorni si fa all'interno del Pdl regionale e non solo: il blocco sociale di riferimento è lì e aspetta di votare, ma bisogna intercettarlo.
SAN SALVO: CENTRODESTRA AVANTI. A parti rovesciate è quello che è successo al centrosinistra di San Salvo. Ieri il candidato sindaco del nuovo centrosinistra (ma non del Pd) Domenico Di Stefano ha lanciato un accorato appello ai democratici perché rivedano la posizione contraria all'apparentamento (Arnaldo Mariotti candidato dal Pd ha lasciato libertà di scelta, come ha fatto all'Aqula il candidato del Pdl Pierluigi Properzi). Analogo appello è stato lanciato agli elettori dell'Udc, del movimento San Salvo 5 Stelle, agli astenuti del primo turno. Di Stefano deve azzerare le divisioni che gli sono costate 11 punti di scarto dal diretto concorrente Tiziana Magnacca (41,18%). Di Stefano non cerca però apparentamenti ma alleanze: «L'apparentamento è con il popolo di San Salvo con cui continueremo a coltivare il dialogo». Intanto, il centrodestra è al lavoro con l'obiettivo di giungere a un accordo con l'Udc di Fabio Travaglini. Il candidato sindaco del partito di Casini, che resta fuori dal consiglio comunale, ha ottenuto al primo turno il 6,51%.
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