In mostra a Pescara le cartoline dei Cascella
Centonovantasei cartoline illustrate opera di Basilio Cascella (159 pezzi) e del suo primogenito Tommaso (i restanti 37) entrano a far parte del patrimonio cittadino di Pescara grazie alla generosità delle famiglie Casalanguida e Mezzanotte. Dai primi del nuovo anno la pregiata collezione sarà esposta in permanenza nella nuova Sala della presidenza del consiglio comunale (attualmente in fase di allestimento nella torre del Palazzo del Comune) dedicata alla città di Pescara. Sarà «permanentemente consultabile» da tutti gli interessati nell’ufficio del presidente, e recherà in ricordo la dicitura: «Donazione delle famiglie Alberto Casalanguida e Stefano Mezzanotte a perenne ricordo di Teresa e Antonio Casalanguida, di Marisella Mezzanotte e di Rosalia e Delfino Tullio Improta».
Queste le condizioni poste dai rappresentanti delle due famiglie storiche pescaresi, ieri, all’incontro con la stampa organizzato dal presidente del consiglio comunale, Licio Di Biase, fiero, a sua volta, di mostrare, per l’occasione, la prima pagina (di sua proprietà e incorniciata) del primo numero del settimanale L’Aterno (del 25 agosto 1901) con tre cartoline di Basilio Cascella in prima. «Pezzi di grande attualità a oltre un secolo di distanza», ha commentato Di Biase, «e che non capita tutti i giorni di ricevere in dono, come avviene oggi». Eccezionale documento antropologico per la cultura dell’Abruzzo rurale, le celebri cartoline a tema regionale offrono spaccati di autentica vita abruzzese e napoletana. Colpiscono l’attenzione i volti femminili e la bellezza dei corpi delle donne contadine ritratte in campagna, al mare, nella natura di un Abruzzo arcaico e magico.
Si tratta di lavori realizzati in principio di Novecento con la tecnica della cromolitografia. Ogni serie ha un tema e un soggetto diverso e rappresenta immagini, riti, tradizioni, spaccati e luoghi dell’Abruzzo dell’epoca; la sezione appartenente al periodo napoletano è dedicata al capoluogo campano e ai suoi personaggi più rappresentativi. Pittore, incisore e ceramista, Basilio Cascella nacque a Pescara nel 1860, dove morì nel 1950. Sulla via aperta da Francesco Paolo Michetti, acquistò fama come interprete dell’Abruzzo attraverso i suoi paesaggi e i suoi costumi, unendo al realismo un simbolismo di origine letteraria. Il suo verismo trae origine dalle opere giovanili di Gabriele D’Annunzio e, appunto, di Michetti. Fin da subito Basilio si segnalò per l’incessante ricerca sperimentale e per la grandissima dedizione al lavoro artistico.
Ciò a partire dall’apprendistato giovanile a Roma e a Napoli, passando attraverso la fondazione dello Stabilimento cromolitografico a Pescara, il lancio delle riviste illustrate (tra cui la splendida Illustrazione Abruzzese), la realizzazione di cartoline a colori, la pittura di soggetto abruzzese, la produzione di ceramica, prima a Rapino, poi in dimensioni maggiori e monumentali a Milano, Messina, Bolzano e Montecatini, per culminare nelle decorazioni romane nell’aula di Montecitorio. Le opere di Basilio Cascella sono conservate nel Museo civico a lui intitolato in viale Marconi a Pescara Portanuova, suo originario laboratorio artistico trasformato successivamente dal Comune in museo. Le oltre 500 opere raccolte lì appartengono un po’ a tutte le generazioni artistiche della famiglia Cascella. La maggior parte sono di Basilio, le altre dei figli Tommaso, Michele, Gioacchino e dei nipoti (figli di Tommaso) Andrea e Pietro, scultori di fama internazionale.
Queste le condizioni poste dai rappresentanti delle due famiglie storiche pescaresi, ieri, all’incontro con la stampa organizzato dal presidente del consiglio comunale, Licio Di Biase, fiero, a sua volta, di mostrare, per l’occasione, la prima pagina (di sua proprietà e incorniciata) del primo numero del settimanale L’Aterno (del 25 agosto 1901) con tre cartoline di Basilio Cascella in prima. «Pezzi di grande attualità a oltre un secolo di distanza», ha commentato Di Biase, «e che non capita tutti i giorni di ricevere in dono, come avviene oggi». Eccezionale documento antropologico per la cultura dell’Abruzzo rurale, le celebri cartoline a tema regionale offrono spaccati di autentica vita abruzzese e napoletana. Colpiscono l’attenzione i volti femminili e la bellezza dei corpi delle donne contadine ritratte in campagna, al mare, nella natura di un Abruzzo arcaico e magico.
Si tratta di lavori realizzati in principio di Novecento con la tecnica della cromolitografia. Ogni serie ha un tema e un soggetto diverso e rappresenta immagini, riti, tradizioni, spaccati e luoghi dell’Abruzzo dell’epoca; la sezione appartenente al periodo napoletano è dedicata al capoluogo campano e ai suoi personaggi più rappresentativi. Pittore, incisore e ceramista, Basilio Cascella nacque a Pescara nel 1860, dove morì nel 1950. Sulla via aperta da Francesco Paolo Michetti, acquistò fama come interprete dell’Abruzzo attraverso i suoi paesaggi e i suoi costumi, unendo al realismo un simbolismo di origine letteraria. Il suo verismo trae origine dalle opere giovanili di Gabriele D’Annunzio e, appunto, di Michetti. Fin da subito Basilio si segnalò per l’incessante ricerca sperimentale e per la grandissima dedizione al lavoro artistico.
Ciò a partire dall’apprendistato giovanile a Roma e a Napoli, passando attraverso la fondazione dello Stabilimento cromolitografico a Pescara, il lancio delle riviste illustrate (tra cui la splendida Illustrazione Abruzzese), la realizzazione di cartoline a colori, la pittura di soggetto abruzzese, la produzione di ceramica, prima a Rapino, poi in dimensioni maggiori e monumentali a Milano, Messina, Bolzano e Montecatini, per culminare nelle decorazioni romane nell’aula di Montecitorio. Le opere di Basilio Cascella sono conservate nel Museo civico a lui intitolato in viale Marconi a Pescara Portanuova, suo originario laboratorio artistico trasformato successivamente dal Comune in museo. Le oltre 500 opere raccolte lì appartengono un po’ a tutte le generazioni artistiche della famiglia Cascella. La maggior parte sono di Basilio, le altre dei figli Tommaso, Michele, Gioacchino e dei nipoti (figli di Tommaso) Andrea e Pietro, scultori di fama internazionale.