Individuato il dirigente della Deutsche Bank
È il nome che manca alla lista degli indagati diffusa dopo gli arresti in Regione
PESCARA. Un fiume di soldi finito nel mare dei paradisi fiscali. La procura, per la caccia ai conti segreti, continua a battere la pista estera. È stato individuato, infatti, l’uomo della Deutsche bank che risulta indagato nell’ambito della «Sanitopoli» abruzzese. Ottaviano Del Turco, il 24 ottobre 2006, si recò a Londra per parlare con i referenti dell’istituto bancario.
DEUTSCHE BANK. I rapporti, molto stretti, tra la giunta Del Turco e l’istituto di credito tedesco, rappresentano la pista principale per arrivare a ricostruire il trasferimento dei soldi fuori dai confini. Il viaggio a Londra di Del Turco, per parlare ai vertici della Deutsche delle strategie della Regione, servì a rafforzare il legame cementato grazie alla delibera di giunta dei 14 milioni di rimborsi d’oro ad Angelini. L’operazione Deutsche Bank avviene in tre momenti. Il primo è la cessione di Angelini alla banca di crediti ritenuti inesigibili per oltre 24 miliardi di vecchie lire.
Il secondo è la contestuale presentazione, da parte di Angelini, di un decreto ingiuntivo all’Asl di Chieti di una maxi-somma in cui vengono inseriti anche i 14 milioni di euro. Il terzo è l’approvazione della delibera che salda alla Deutsche bank i crediti ceduti da Angelini dove la Regione, messa di fronte al serio rischio di pagare due volte la stessa somma (come ricordato da un parere legale dell’avvocato Sandro Pasquali) invece di tutelarsi autorizza il pagamento. Sarebbero stati Del Turco e Quarta a proporre prima a Luigi Pierangeli (che rispose no) e poi ad Angelini, l’operazione di cessione dei crediti all’istituto bancario tedesco. Nell’ordinanza di custodia cautelare del 14 luglio, all’elenco degli indagati, manca proprio il ventesimo nome del funzionario bancario «da identificare».
Un tassello che adesso è stato aggiunto. È già partito l’iter per ascoltare il funzionario bancario che in questi giorni, a quanto pare, è in vacanza in Italia, ma che risiede in Inghilterra. Sono state avviate anche tutte le procedure per le rogatorie. La Procura, finora, si è opposta alle scarcerazioni degli arrestati perché sarebbero ancora in grado di occultare le prove a loro carico, soprattutto quelle che riguardano le tangenti. Potrebbe essere ostacolato, ad esempio, proprio il lavoro di ricerca sui conti esteri.
IL MOTOMONDIALE. Tra i flussi di denaro finiti all’estero il più consistente è quello dei 21 milioni provenienti dalle truffe commesse nella prima cartolarizzazione e nella transazione Villa Pini-Asl di Chieti, trasferiti dalla Humangest del manager Gianluca Zelli «in società aventi sede in paesi off-shore e quindi in paradisi fiscali, grazie anche alla disponibilità di conti correnti fiduciari messi a disposizione dalla Barclays bank sede di Londra».
Per nascondere l’identificazione della provenienza illecita dei soldi sono stati utilizzati due contratti di sponsorizzazione stipulati nel 2005 e nel 2006, uno da nove milioni e uno da dodici milioni. La sponsorizzazione riguardava il marchio «Humangest» da mettere sulle moto di «Abruzzo Racing team» e «Team Italia mega Bike» partecipanti al motomondiale nelle classi 125 e 250. Per chiarire gli aspetti legati a questa «sproporzionata sponsorizzazione», come la definisce l’accusa, probabilmente verrà ascoltato anche il motociclista Andrea Dovizioso il quale ha affermato di non aver mai conosciuto Gianluca Zelli che, tuttavia, ha detto di averlo incontrato a pranzo a Pescara.
Le due versioni presto potrebbero essere messe a confronto. Intanto la procura ha individuato la mappa dei conti correnti aperti nei paradisi fiscali proprio allo scopo di accogliere i 21 milioni. L’ex direttore della clinica Villa Pini ha già scaricato su Angelini: «Sa tutto di quei soldi: i contratti li ha firmati lui». Angelini, dal canto suo, ha detto ai pm: «Quella fu un’idea di Zelli». I 21 milioni furono trasferiti da Villa Pini alla Humangest attraverso la finanziaria Novarfin.
La triangolazione tra società italiane, registrate a Londra e off-shore parte da Novafin e Humangest e, attraverso le inglesi Publirel e Delta sport arriva fino alle Isole Cook, passando per San Marino, Isole Vergini e Delaware (Stati Uniti). Un consulente della Honda, a sostegno del valore «esorbitante» della sponsorizzazione, ha detto ai pm che la Fiat, per avere il marchio sulla moto e sulla tuta di Valentino Rossi, ha speso 7,5 milioni per un anno.
IL RIESAME. Comincia lunedì, al tribunale del Riesame dell’Aquila, il lungo elenco di udienze per gli appelli presentati dagli avvocati difensori degli arrestati che in alcuni casi hanno impugnato l’ordinanza di custodia cautelare e in altri il rigetto dell’istanza di revoca delle misure cautelari. Lunedì tocca a Vito Domenici, ai domiciliari all’Aquila. Ricorso al Riesame anche per Ottaviano Del Turco, in carcere a Sulmona, Lamberto Quarta, in carcere a Pescara e Luigi Conga, in carcere a Teramo.