L'Abruzzo celebra eroi e valori del 25 Aprile
Fimiani: la Brigata Majella simbolo della nuova unità d'Italia
La Resistenza è uno dei due miti fondativi delle origini della storia d'Italia. Il secondo, o il primo se ragioniamo in termini cronologici, è la vittoria nella Prima Guerra mondiale, l'unica vinta dall'Italia senza cambiare schieramento. Scriveva Pier Paolo Pasolini: «La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c'è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline».
In Abruzzo bene hanno fatto l'Anpi Pescara (comitato provinciale partigiani italiani) e il Consiglio regionale ad organizzare, per la ricorrenza di oggi, una vera manifestazione culturale e popolare che vedrà come protagonista assoluta la Brigata Majella, una delle eccellenze d'Abruzzo. Oggi alle 18, all'auditorium De Cecco in Pescara, la Compagnia dei Guasconi metterà in scena una rappresentazione teatrale dedicata alla Brigata Maiella dal titolo "Banditen. I partigiani che salvarono l'Italia".
Così la compagnia teatrale pescarese introduce la pièce: «Raccontiamo una storia vera, accaduta a cavallo della seconda guerra mondiale: è l'incredibile storia della Brigata Maiella, formazione partigiana abruzzese che nacque il 5 dicembre del 1943 e si sciolse solo alla fine delle ostilità dopo aver collaborato alla liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. La Brigata Maiella fu l'unica formazione partigiana a ricevere la medaglia d'oro al valore militare e l'unica a continuare a combattere anche dopo la liberazione del proprio territorio di appartenenza. Un gruppo di uomini che decide di abbandonare ogni incertezza e di lottare per ridare al popolo italiano tutto quello che aveva perso. È una storia così alta che è come una boccata d'aria pulita in tempi bui come quelli che stiamo vivendo».
Comandante della Brigata Majella fu Ettore Troilo «uno degli uomini migliori dell'Italia contemporanea. Socialista, già collaboratore di Matteotti e futuro prefetto di Milano dopo la Liberazione. Gli abruzzesi della Majella hanno davvero rappresentato, simbolicamente, una nuova Unità d'Italia, dal Mezzogiorno al nord del paese», sono le parole che Enzo Fimiani, storico, presidente dell'Anpi Pescara e coorganizzatore dell'evento, utilizza per descrivere la figura del comandante.
Lo storico prende il soppravvento quando invece ricorda la Brigata Majella: «È stata, forse, la formazione partigiana più straordinaria dell'intera Resistenza italiana. Gli uomini della Brigata Majella sono stati plurali, esattamente come è una democrazia e come sarebbe stata la Carta costituzionale del 1948, vale a dire hanno avuto al loro interno più anime. Socialcomuniste, cattoliche, laiche, liberali, perfino conservatrici, specchio fedele del pluralismo della Resistenza nel suo complesso e della futura Italia repubblicana». Tutti in piazza quindi a festeggiare il 25 aprile, festa della democrazia italiana, la festa più importante di tutti gli italiani.
In Abruzzo bene hanno fatto l'Anpi Pescara (comitato provinciale partigiani italiani) e il Consiglio regionale ad organizzare, per la ricorrenza di oggi, una vera manifestazione culturale e popolare che vedrà come protagonista assoluta la Brigata Majella, una delle eccellenze d'Abruzzo. Oggi alle 18, all'auditorium De Cecco in Pescara, la Compagnia dei Guasconi metterà in scena una rappresentazione teatrale dedicata alla Brigata Maiella dal titolo "Banditen. I partigiani che salvarono l'Italia".
Così la compagnia teatrale pescarese introduce la pièce: «Raccontiamo una storia vera, accaduta a cavallo della seconda guerra mondiale: è l'incredibile storia della Brigata Maiella, formazione partigiana abruzzese che nacque il 5 dicembre del 1943 e si sciolse solo alla fine delle ostilità dopo aver collaborato alla liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. La Brigata Maiella fu l'unica formazione partigiana a ricevere la medaglia d'oro al valore militare e l'unica a continuare a combattere anche dopo la liberazione del proprio territorio di appartenenza. Un gruppo di uomini che decide di abbandonare ogni incertezza e di lottare per ridare al popolo italiano tutto quello che aveva perso. È una storia così alta che è come una boccata d'aria pulita in tempi bui come quelli che stiamo vivendo».
Comandante della Brigata Majella fu Ettore Troilo «uno degli uomini migliori dell'Italia contemporanea. Socialista, già collaboratore di Matteotti e futuro prefetto di Milano dopo la Liberazione. Gli abruzzesi della Majella hanno davvero rappresentato, simbolicamente, una nuova Unità d'Italia, dal Mezzogiorno al nord del paese», sono le parole che Enzo Fimiani, storico, presidente dell'Anpi Pescara e coorganizzatore dell'evento, utilizza per descrivere la figura del comandante.
Lo storico prende il soppravvento quando invece ricorda la Brigata Majella: «È stata, forse, la formazione partigiana più straordinaria dell'intera Resistenza italiana. Gli uomini della Brigata Majella sono stati plurali, esattamente come è una democrazia e come sarebbe stata la Carta costituzionale del 1948, vale a dire hanno avuto al loro interno più anime. Socialcomuniste, cattoliche, laiche, liberali, perfino conservatrici, specchio fedele del pluralismo della Resistenza nel suo complesso e della futura Italia repubblicana». Tutti in piazza quindi a festeggiare il 25 aprile, festa della democrazia italiana, la festa più importante di tutti gli italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA