L'Abruzzo del buon bere e dell'ospitalità: torna Cantine aperte
Sabato e domenica 33 aziende vinicole abruzzesi aprono i cancelli agli appassionati. D’Auria: i nostri associati possono fare accoglienza anche per 200 giorni l’anno
PESCARA. Domani e domenica 33 cantine abruzzesi apriranno i cancelli a migliaia di enoturisti: una nuova e vivace nicchia (in costante crescita) di turismo specializzato, che coniuga il buon bere al territorio. Manifestazione “pop”, ha sottolineato presentando la manifestazione nazionale una delle storiche ideatrici Magda Antonioli, che dà una mano, soprattutto promozionale, al mercato del vino (oggi in difficoltà in Italia, mentre cresce, ma con qualche incertezza, all’estero) e al turismo, in cerca di continue occasioni per diversificare l’offerta. L’edizione 2017 di Cantine aperte Abruzzo è stata presentata ieri in Regione a Pescara dall’assessore all’Agricoltura Dino Pepe e dal presidente del Movimento turismo del vino Nicola D’Auria (nel sito dell’associazione www.movimentoturismovino.it c’è l’elenco completo delle cantine che aderiscono all’iniziativa).
«La promozione e la comunicazione per il settore vitivinicolo sono fattori determinanti e strategici», ha spiegato l'assessore Pepe. «I dati degli ultimi anni dimostrano una crescita costante dell’export con un aumento pari all'11% nel 2016. E il Montepulciano d'Abruzzo è tra i vini più venduti, a conferma che il nostro vino è di qualità. Il settore vitivinicolo abruzzese» ha concluso Pepe - resta sempre uno dei comparti dell'economia regionale più apprezzati».
È stato il presidente dell’associazione D’Auria a tracciare un bilancio dell’ormai tradizionale manifestazione: «Negli ultimi anni il settore enoturistico italiano e anche quello abruzzese hanno vissuto una fase di buona crescita, grazie soprattutto a due fattori: il grande lavoro della delegazioni regionali del Movimento Turismo del Vino ma anche una consapevolezza diffusa di quanto sia importante e vantaggioso saper accogliere in cantina. Nel luogo dove il vino viene prodotto si può avere una forma di disintermediazione quasi completa nel rapporto tra il produttore e l'enoturista». Le cantine italiane come tante realtà abruzzesi riescono a fornire ospitalità in cantina per almeno 150/200 all'anno. «Un numero incredibile ripensando a quando fu istituita Cantine Aperte», ha aggiunto D’Auria, «l'evento ha quindi raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati 25 anni fa e probabilmente in un prossimo futuro vedrà anche qualche modifica nel format proposto». Cantine aperte è nata nel 1993, con sole 7 cantine toscane aderenti e replicata lo stesso anno anche in Trentino e in Piemonte. «Cantine Aperte è l’evento “pop” del vino per eccellenza», ha spiegato la Antonioli, direttore del Master in Economia del turismo all’Università Bocconi di Milano e ispiratrice della prima edizione, «ed è nato oltre che per intercettare una domanda turistica latente anche per la necessità di portare trasparenza nelle cantine italiane dopo lo scandalo del metanolo: una sorta di esigenza di giustizia rivendicata dai migliori produttori del Paese. Da allora», ha aggiunto la Antonioli, «l’enoturismo ne ha fatta di strada, diventando da nicchia a fenomeno sempre più centrale non solo per i consumi di vino ma anche di turismo, con gli stranieri in grande crescita». L'evento di quest'anno prevede, infine, un momento di beneficenza: il ricavato della vendita delle sacche e dei calici verrà donato a due associazioni, Autismo Abruzzo e Alba Autismo, che si occupano di dare sostegno alla famiglie con figli autistici.
«La promozione e la comunicazione per il settore vitivinicolo sono fattori determinanti e strategici», ha spiegato l'assessore Pepe. «I dati degli ultimi anni dimostrano una crescita costante dell’export con un aumento pari all'11% nel 2016. E il Montepulciano d'Abruzzo è tra i vini più venduti, a conferma che il nostro vino è di qualità. Il settore vitivinicolo abruzzese» ha concluso Pepe - resta sempre uno dei comparti dell'economia regionale più apprezzati».
È stato il presidente dell’associazione D’Auria a tracciare un bilancio dell’ormai tradizionale manifestazione: «Negli ultimi anni il settore enoturistico italiano e anche quello abruzzese hanno vissuto una fase di buona crescita, grazie soprattutto a due fattori: il grande lavoro della delegazioni regionali del Movimento Turismo del Vino ma anche una consapevolezza diffusa di quanto sia importante e vantaggioso saper accogliere in cantina. Nel luogo dove il vino viene prodotto si può avere una forma di disintermediazione quasi completa nel rapporto tra il produttore e l'enoturista». Le cantine italiane come tante realtà abruzzesi riescono a fornire ospitalità in cantina per almeno 150/200 all'anno. «Un numero incredibile ripensando a quando fu istituita Cantine Aperte», ha aggiunto D’Auria, «l'evento ha quindi raggiunto l'obiettivo che ci eravamo dati 25 anni fa e probabilmente in un prossimo futuro vedrà anche qualche modifica nel format proposto». Cantine aperte è nata nel 1993, con sole 7 cantine toscane aderenti e replicata lo stesso anno anche in Trentino e in Piemonte. «Cantine Aperte è l’evento “pop” del vino per eccellenza», ha spiegato la Antonioli, direttore del Master in Economia del turismo all’Università Bocconi di Milano e ispiratrice della prima edizione, «ed è nato oltre che per intercettare una domanda turistica latente anche per la necessità di portare trasparenza nelle cantine italiane dopo lo scandalo del metanolo: una sorta di esigenza di giustizia rivendicata dai migliori produttori del Paese. Da allora», ha aggiunto la Antonioli, «l’enoturismo ne ha fatta di strada, diventando da nicchia a fenomeno sempre più centrale non solo per i consumi di vino ma anche di turismo, con gli stranieri in grande crescita». L'evento di quest'anno prevede, infine, un momento di beneficenza: il ricavato della vendita delle sacche e dei calici verrà donato a due associazioni, Autismo Abruzzo e Alba Autismo, che si occupano di dare sostegno alla famiglie con figli autistici.