L'Abruzzo fuori dal piano case-popolari
L'assessore Di Paolo: solo una sospensione. Ma il Pd incalza: ennesima brutta figura
PESCARA. Trentuno milioni di euro per 200 alloggi popolari nelle Marche, 97milioni di euro e oltre duemila case in Puglia, 176 nell'Umbria, ci sono anche 2,5 milioni e 22 nuove abitazioni in Molise, ma alle caselle dell'Abruzzo c'è un doppio zero. Nessun contributo dal governo, nessuna nuova casa popolare malgrado l'emergenza abitativa pressi sempre di più i Comuni. L'Abruzzo è fuori dal piano nazionale che prevede 15mila case popolari destinate a giovani coppie, famiglie disagiate e anziani e che a 14 Regioni (oltre alla Provincia autonoma di Trento) ha distribuito 2 miliardi 717 milioni di euro. L'Abruzzo non c'è - insieme a Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio e alla Provincia autonoma di Bolzano - perché non è stato in grado di presentare ciò che veniva chiesto, cioé il piano regionale delle case popolari.
Una dimenticanza? Un errore? Dall'assessorato all'Edilizia sociale spiegano che si tratta di un'uscita temporanea dal piano nazionale poiché già esiste l'accordo con il ministero delle Infrastrutture di rientrarci più in là con una dotazione di oltre 9 milioni di euro. Ma la miccia è accesa, giacché allo stato di fatto all'Abruzzo non è destinato un euro. «Il governatore Chiodi chiarisca i suoi rapporti con Roma», chiede il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni D'Amico (Pd) battendo su un tasto premuto più volte dall'opposizione. «Quella che arriva da Roma è una notizia drammatica se si pensa che la nostra regione necessita di risorse aggiuntive per il Patto per lo sviluppo. Tanto più è grave il fatto che non sia stato predisposto il piano regionale nei tempi richiesti secondo le procedure Cipe», continua il consigliere pd, «attendiamo con ansia che il presidente Chiodi, oltre che farci paternali, voglia definire le modalità di gestione del Patto per l'Abruzzo e soprattutto chiarisca quali ordinari rapporti intercorrono tra il suo governo regionale e quello nazionale anche in ordine alla necessità inderogabile di recuperare risorse per l'Abruzzo».
L'ennesima brutta figura? L'assessore Angelo Di Paolo tenta di stemperare il caso. «L'Abruzzo non ha potuto partecipare alla distribuzione dei fondi perché il ministero chiedeva un cofinanziamento di 1,5 milioni, soldi che la Regione, a causa delle situazioni cui deve far fronte, non aveva. Tuttavia», spiega l'assessore, «l'Abruzzo non resterà escluso poiché nel frattempo il ministero ci ha garantito che saremmo ammessi al finanziamento senza neanche la necessità di presentare il cofinanziamento». Secondo Di Paolo i soldi, 9milioni 365mila euro, dovrebbero arrivare nel giro di un mese. E per fare in modo che ciò avvenga annuncia che oggi stesso porterà in giunta la delibera sul nuovo piano abitativo. «Anche se non è prevista, considerata l'urgenza, la porto "fuori sacco"», afferma confidando sulla comprensione dei suoi colleghi. E che cosa prevede il piano? «Si tratta del bando per la cui assegnazione dei contributi esiste già una graduatoria di enti, come Ater, Comuni, cooperative edilizie e imprese della Regione, interessate a ristrutturare e realizzare i nuovi alloggi popolari lì dove sono previsti». L'assessore non si ricorda il numero degli alloggi, ma è sicuro comunque di una cosa: i 9 milioni non basteranno a soddisfare la domanda di alloggi.
Una dimenticanza? Un errore? Dall'assessorato all'Edilizia sociale spiegano che si tratta di un'uscita temporanea dal piano nazionale poiché già esiste l'accordo con il ministero delle Infrastrutture di rientrarci più in là con una dotazione di oltre 9 milioni di euro. Ma la miccia è accesa, giacché allo stato di fatto all'Abruzzo non è destinato un euro. «Il governatore Chiodi chiarisca i suoi rapporti con Roma», chiede il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni D'Amico (Pd) battendo su un tasto premuto più volte dall'opposizione. «Quella che arriva da Roma è una notizia drammatica se si pensa che la nostra regione necessita di risorse aggiuntive per il Patto per lo sviluppo. Tanto più è grave il fatto che non sia stato predisposto il piano regionale nei tempi richiesti secondo le procedure Cipe», continua il consigliere pd, «attendiamo con ansia che il presidente Chiodi, oltre che farci paternali, voglia definire le modalità di gestione del Patto per l'Abruzzo e soprattutto chiarisca quali ordinari rapporti intercorrono tra il suo governo regionale e quello nazionale anche in ordine alla necessità inderogabile di recuperare risorse per l'Abruzzo».
L'ennesima brutta figura? L'assessore Angelo Di Paolo tenta di stemperare il caso. «L'Abruzzo non ha potuto partecipare alla distribuzione dei fondi perché il ministero chiedeva un cofinanziamento di 1,5 milioni, soldi che la Regione, a causa delle situazioni cui deve far fronte, non aveva. Tuttavia», spiega l'assessore, «l'Abruzzo non resterà escluso poiché nel frattempo il ministero ci ha garantito che saremmo ammessi al finanziamento senza neanche la necessità di presentare il cofinanziamento». Secondo Di Paolo i soldi, 9milioni 365mila euro, dovrebbero arrivare nel giro di un mese. E per fare in modo che ciò avvenga annuncia che oggi stesso porterà in giunta la delibera sul nuovo piano abitativo. «Anche se non è prevista, considerata l'urgenza, la porto "fuori sacco"», afferma confidando sulla comprensione dei suoi colleghi. E che cosa prevede il piano? «Si tratta del bando per la cui assegnazione dei contributi esiste già una graduatoria di enti, come Ater, Comuni, cooperative edilizie e imprese della Regione, interessate a ristrutturare e realizzare i nuovi alloggi popolari lì dove sono previsti». L'assessore non si ricorda il numero degli alloggi, ma è sicuro comunque di una cosa: i 9 milioni non basteranno a soddisfare la domanda di alloggi.
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