i lolli contro
L'Aquila, e la visita di Renzi divise padre e figlio
Giovanni bersagliato come vice presidente della Regione, Mattia alla testa dei contestatori
L’AQUILA. Un pomeriggio impegnativo per entrambi. Il primo è stato centrato da un uovo – e quello poco male – ma ha schivato un sampietrino solo per puro caso. L’altro è stato colpito al braccio da una manganellata e si è dovuto sottoporre a una lastra di controllo. Giovanni e Mattia Lolli. Padre e figlio. Entrambi portatori sani delle istanze a sostegno della ricostruzione aquilana, eppure talvolta antagonisti, specie quando, come è successo martedì, è la visita di Matteo Renzi a fare da spartiacque.
Da una parte della barricata papà Giovanni, vicepresidente della Regione ed esponente di spicco del Partito democratico. Dall’altra Mattia, una delle figure carismatiche del comitato cittadino “3e32”, movimento da sempre critico nei confronti del presidente del Consiglio, così come lo è nei confronti di «un modo di fare politica che mette in secondo piano le esigenze dei reali dei cittadini, per favorire altre logiche legate ai poteri forti e agli affari di pochi».
In mezzo c’è una città che quasi stenta a credere di dover assistere a tensioni e scontri a margine di una visita lampo del premier. Una visita da molti attesa, quale testimonianza di una maggiore attenzione da parte del governo, mentre da altri giudicata «un’ennesima inutile passerella».
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