L’avanzata dei “massaggi” cinesi tra proposte indecenti e sequestri
PESCARA. Sei mesi dopo gli arresti dei carabinieri per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, i centri massaggi cinesi sono spariti da Montesilvano. I locali finiti sotto sequestro il 26 giugno dell'anno scorso sono stati dissequestrati e tornati in mano ai proprietari: adesso, sono in affitto con le vetrine coperte da teli di carta bianchi oppure sono stati occupati da altre attività che con i massaggi non hanno niente a che fare.
Il caso dei Centri benessere gestiti da cinesi a Montesilvano è emblematico per tutto l’Abruzzo. Dietro l’antica arte orientale dei massaggi si nascondeva (ma neanche tanto) attività di prostituzione con signorine che dicevano ai clienti che erano disposte a fare qualcosa di “extra”. Certo, non tutti i Centri benessere gestiti da cinesi sono così. Esistono quelli seri, che fanno effettivamente del massaggio una loro prerogativa, e dai quali si esce con la sensazione di avere davvero maggiore energia nel corpo. Ma il fatto che nessuno dei cinesi “buoni” abbia preso, sia pure sommessamente, posizione contro i concittadini “cattivi” che hanno cioé abusato delle loro tradizioni, fa spesso passare l’idea che in tanti locali alla fine vi sia anche modo di fare sesso.
LE COPERTURE. Magari con la collaborazione (e la copertura) di qualche italiano. L’ultimo sequestro di un Centro massaggi a luci rosse risale a pochi giorni fa quando i carabinieri hanno fatto irruzione in un’attività di Giulianova. Arrestato il gestore (cinese) e denunciato, fra gli altri, un commercialista con studio ad Alba Adriatica per favoreggiamento alla permanenza illegale delle cittadine cinesi che avevano utilizzato le false buste paga per il rinnovo del loro permesso di soggiorno. Il commercialista è lo stesso che era stato “beccato” per analoghi fatti dalle Iene di Italia 1.
Sequestri analoghi e sui quali pendono ancora le inchieste, sono stati effettuati un po’ dappertutto in Abruzzo, da Chieti scalo a Martinsicuro, Pescara, Teramo.
IL CULMINE. A Montesilvano – dove si è dibattuto fino a qualche giorno fa l’opportunità di realizzare le casette in legno per consentire alle abituali prostitute sulla riviera di appartarsi – l'era dei sexy massaggi è finita dopo che la città si era riempita di centri benessere orientali. Con tanto di listini-prezzi affissi agli ingressi: “Massaggio corpo 40 minuti 30 euro; massaggio rilassante con olio 60 minuti 40 euro; massaggio romantico 60 minuti 50 euro; massaggio bagno vasca 60 minuti 70 euro; massaggio con 4 mani 40 minuti 60 euro”. Tre erano state le attività aperte nel corso di un anno soltanto in via Verrotti, altre due in via Vestina e una in viale Europa.
Centri massaggi spazzati via dall’indagine dei carabinieri che, guidati dal capitano Enzo Marinelli, hanno ricostruito, attraverso i racconti dei clienti fermati all’uscita dei locali e con le intercettazioni telefoniche, la pratica dei massaggi mischiati alle prestazioni sessuali a partire da 50 euro.
LA PROCURA. L'inchiesta, denominata “Relax” _ partita dagli esposti di una moglie tradita con la pratica del «massaggio romantico» e di un anziano sofferente di mal schiena che anziché trattamenti low cost contro la lombosciatalgia si è trovato di fronte a una terapia sexy _ è arrivata alla conclusione: il pm Giuseppe Bellelli ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Da adesso, per le difese dei 7 indagati, si aprono i termini per presentare memorie e chiedere interrogatori. Se tutto andrà bene, le richieste di rinvio a giudizio arriveranno verso la fine del 2014: in attesa del processo, i cinesi implicati sono tornati liberi. Gli arresti domiciliari sono stati revocati prima con l'obbligo di dimora e poi con l'obbligo di firma fino alla cessazione delle misure cautelari.
CINESI SPARITI. Con le attività sparite, sono scomparsi anche alcuni dei cinesi coinvolti nell'indagine: c'è chi ha cambiato provincia e chi è andato ancora più lontano scegliendo un'altra regione. Quelli che non sono andati lontano sono i clienti: quando partirà il processo, i clienti fermati in strada e identificati saranno chiamati come testimoni.
LE FIGURE. Chi sono? Si tratta di una decina di persone tra 25 e 40 anni: studenti, lavoratori precari, operai, impiegati, un professore. Per il centro di via Vestina, “Oasi d’oriente”, due clienti hanno raccontato «che le donne asiatiche iniziavano i massaggi a schiena e gambe e poi cominciavano a toccare le parti intime proseguendo con la masturbazione»: uno ha pagato 50 euro, l’altro 60. Altri due clienti hanno detto che erano stati «invitati dalle massaggiatrici ad ampliare l’orario del massaggio e a pagare un prezzo maggiore di quello inizialmente pattuito – rispettivamente 90 euro anziché 60 e 80 al posto di 70 – per continuare il massaggio nelle parti intime e ricevere così la prestazione sessuale consistita nella masturbazione». (a.mo. e p.l.)
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