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«La centrale Snam si farà a Sulmona»

Vertice alla Presidenza del Consiglio con Regione e Comune: il governatore D’Alfonso chiede che l’impianto sia almeno a «impatto zero»

SULMONA. Sarà costruita a Case Pente, a due passi dal cimitero sulmonese, la centrale del gas della Snam. Il lungo incontro di ieri alla Presidenza del consiglio dei ministri è servito a ribadire l’utilità dell’opera, costringendo la delegazione abruzzese a una resa e alla conseguente trattativa. Nonostante la negazione dell’intesa con lo Stato, il presidente della Regione Luciano D’Alfonso ha dovuto prendere atto della situazione, proponendo un impianto a impatto zero. Cioè in grado di ridurre al minimo le emissioni in atmosfera di inquinanti e i rischi per la sicurezza, anche se una volta dato l’ok all’opera lo si fa sulla base del progetto originario. Quello che prevede la realizzazione di una centrale di combustione di gas con relativo gasdotto nei pressi del cimitero, fra Case Pente, Case San Mariano e Colle Savente, in un'area di 12 ettari. Qui sorgeranno tre turbocompressori meccanici da 11 megawatt l'uno e da 25 metri per 12, alti 10 metri; oltre a tre caldaie e un camino di 14 metri. Sulla carta l'area risulta divisa a metà fra gli impianti e il verde. Una porzione di territorio molto vasta, dunque, che non ha nemmeno fatto prendere in considerazione l’alternativa presentata dal governatore in provincia di Pescara nel corso del penultimo incontro romano. La riunione è stata aggiornata al prossimo 5 ottobre, quando tutto lascia presagire l’ok definitivo all’impianto, anche perché la Snam ha già fatto notare come una modifica al progetto comporterebbe ulteriori perdite di tempo, oltre che un aggravio di costi per costruire un impianto che sarebbe unico nel suo genere in Italia. Chiaramente il via libera alla centrale spiana la strada al metanodotto Sulmona-Foligno, che corre per 687 chilometri da Massafra a Minerbio, diviso in cinque tronconi. Di questi solo il primo è stato già realizzato, col gas che da Biccari a Massafra passa dentro le nuove tubature, mentre il secondo tratto Biccari-Campochiaro è stato autorizzato e sono in corso gli espropri dei terreni. Il progetto prevede, poi, la centrale di Sulmona e gli ultimi tre tratti Sulmona-Foligno, Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio. Hanno accompagnato D’Alfonso l’assessore regionale Andrea Gerosolimo e il sottosegretario Mario Mazzocca, il presidente della Provincia dell’Aquila Antonio De Crescentiis e il sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli. «Noi continueremo con la nostra opposizione per prendere tempo» interviene De Crescentiis, «purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto che anche la negazione dell’intesa della Regione non è bastata a bloccare il progetto, giudicato necessario dal governo. A questo punto il governatore si è visto costretto ad avviare una trattativa per limitare i danni e tutelare il più possibile la popolazione, chiedendo una centrale ad impatto zero, magari elettrica. Purtroppo la procedura per impianti del genere non tiene conto delle posizioni avverse delle amministrazioni locali». Sfiduciato anche il sindaco. «Non è stato un bel momento» aggiunge all'uscita dal confronto «ma la trattativa non si è ancora chiusa, anche se si dovrà capire la fattibilità di una centrale elettrica».

Federica Pantano

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