La Cisl: lo sviluppo è al palo

Gli ultimi dati confermano il calo degli occupati

PESCARA. «Una ripresa senza anima». Così il segretario regionale della Cisl, Maurizio Spina, definisce la condizione dell'Abruzzo alla fine del 2010. Un giudizio che si fonda su un'analisi dettagliata della situazione economica e occupazionale, aggiornata con gli ultimi dati Istat, e dalla consulenza del professor Giuseppe Mauro, ordinario di politica economica della d'Annunzio.

Tornano a crescere produzione, esportazione e prodotto interno lordo (Pil) dopo la brusca caduta del 6,9 per cento nel 2009, e s'intravede qualche segnale di recupero. Ma tutto questo non sembra sufficiente a guardare avanti con fiducia.

«E' una crescita senz'anima» ripete Spina, che ieri ha presenziato una conferenza al Caffé Letterario, in via delle Caserme, a Pescara, con l'economista Mauro, «senz'anima perché scende l'occupazione, e i sacrifici richiesti alla comunità non sono sufficienti per sostenere i nuovi debiti che vengono da una sanità ancora nel guado. Ma anche perché le risorse per lo sviluppo sono ferme, e la politica resta troppo litigiosa su importanti riforme che sono da completare. In molti casi, ancora da avviare».

CINQUE SFIDE.
Di fronte a un passaggio epocale, la Cisl indica «cinque grandi sfide» che tuttavia non sembrano tenere nella dovuta considerazione le divisioni del ceto politico locale e nazionale. Per Spina, occorre infatti concentrarsi sulla rinascita dell'area sismica, risanare il bilancio regionale, rinnovare la politica, puntare su uno sviluppo fondato su innovazione e ricerca, preparare l'Abruzzo al federalismo. Tutto questo con un'avvertenza: «I cinque punti che per noi costituiscono la vera grande questione abruzzese non possono essere affrontati una alla volta, né con l'impegno di una sola persona. E' necessario uno sforzo corale per riuscire a portarli avanti tutti insieme».

PATTO CULTURALE.
La Cisl indica nel 2011 l'anno della responsabilità e della convergenza per l'Abruzzo. E propone «un patto culturale», prim'ancora della definizione di una strategia per uscire dalla crisi. «Sul piano dell'azione», riprende Spina, «si parta dall'intesa raggiunta nei mesi scorsi, su proposta delle parti sociali, con la giunta e il consiglio regionale, per aprire il confronto sulla Vertenza Abruzzo con il governo nazionale per lo sblocco delle risorse dei fondi riservati alle aree sottoutilizzate (Fas), Master plan e Zona Franca». Ma Spina va oltre e propone la firma del «Patto per lo sviluppo» proposto dal governatore Chiodi alle parti sociali, al mondo del credito e dell'università. «Un Patto», precisa il segretario generale Cisl, «che sia aperto al confronto con il consiglio regionale per una comune assunzione di responsabilità. Da parte nostra, non c'è dubbio che rinnoviamo tutta la nostra disponibilità». Sulla triade risanamento-riforma-sviluppo si concentra la riflessione del sindacato, assumendo il Patto come metodo di governo.

INDICATORI  ECONOMICI. Ma a preoccupare sono ancora una volta i principali indicatori economici, che confermano un quadro difficile per i prossimi sei mesi. Qui l’analisi della Cisl non si discosta molto dalle valutazioni fatte dall’altro grande sindacato dei lavoratori, la Cgil. In primo luogo il Pil pro capite dell’Abruzzo, che dopo aver raggiunto il valore più alto nel 1995 con uno scostamento di tredici punti sotto la media nazionale prosegue nel suo costante declino. «Se si osserva il valore del 2009», rileva Pino Mauro, «lo scostamento tende ad ampliarsi fino a 18 punti percentuali. Il ragionamento è analogo se il raffronto si fa con le regioni del   Mezzogiorno, perché nel 2009 questo valore si è abbassato di circa 12 punti rispetto a quindici anni fa. Questo vuol dire che il distacco rispetto all’Italia tende ad aumentare ma nello stesso tempo si riduce anche il maggior benessere nel raffronto con il meridione».

EXPORT. Nonostante la crisi, le esportazioni registrano una tendenza positiva che trova il suo punto di forza nei mezzi di trasporto. Per il periodo gennaio-settembre 2010 sono aumentate del 18,9% con un indice superiore a quello nazionale, in particolare su Chieti e provincia, dove si verifica la migliore performance regionale.

OCCUPAZIONE. Le note dolenti arrivano invece sul fronte del lavoro con la caduta del tasso di occupazione (-08%) nel terzo trimestre 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. «Questo significa», spiega l’economista, «che mentre in Italia, tra il 2006 e il 2010, l’indice è diminuito solo dell’1.2%, in Abruzzo è sceso del 3 per cento». Dalle tabelle economiche elaborate dalla Cisl, su dati Istat, emerge inoltre un incremento di circa un punto percentuale del tasso di disoccupazione rispetto alle ripartizioni geografiche Nord, Centro, Mezzogiorno, Italia. «Ma occorre precisare», chiarisce la Cisl, «che nel tasso di disoccupazione analizzato dall’Istat non sono comprese le ore di cassa integrazione guadagni, nel qual caso l’indice di disoccupazione  subirebbe un ulteriore incremento di oltre due punti». Disoccupazione che colpisce soprattutto il mondo del lavoro femminile, alimentando il disagio sociale delle donne abruzzesi che facilmente escono dal mercato del lavoro e difficilmente riescono a inserirsi.

BENESSERE. Un altro indicatore fornito dalle analisi del centro studi della Cisl riguarda la percezione del benessere diffuso, con dati che vedono aumentare le difficoltà economiche delle famiglie abruzzesi. «Un fenomeno confermato», ricorda Spina, «dall’aumento del ricorso al credito».

CASSA INTEGRAZIONE. Malessere profondo anche sul capitolo della cassa integrazione guadagni. Nel periodo gennaio-novembre 2010, la Cig è diminuita lievemente (8,33%) perché è scesa la cassa integrazione ordinaria (-55,9%) ma aumenta in modo significativo quella  straordinaria (+129,5%) così come le ore autorizzate per la Cig in deroga (35,32%). Il che, per il sindacato, induce a una sola considerazione: «Molte imprese abruzzesi sono sempre più vicine a una crisi strutturale senza prospettive».
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