La discesa dei lupi nell’oasi di Serranella
Per la prima volta avvistati due esemplari a caccia di prede. Incontro ravvicinato con una guida «Mi hanno guardato negli occhi poi si sono dileguati nel bosco»
SANT’EUSANIO DEL SANGRO. Gli occhi dei due lupi l’hanno guardato fisso, quasi a interpretare le sue intenzioni. Poi gli animali, un maschio adulto e un altro più giovane, si sono dileguati, con eleganza, nel boschetto di rovelle. Franco Fantini, guida della riserva regionale di Serranella, racconta incredulo il suo incontro ravvicinato a pochi metri dal Sangro, dietro al vecchio mulino di Piazzano. I lupi hanno per la prima volta varcato i confini della riserva naturale regionale del lago di Serranella - istituita nel 1987, ha un’estensione di 500 ettari, 300 a riserva e 200 a fascia protetta -, a 90 metri di quota, nel territorio dei comuni di Altino, Sant’Eusanio del Sangro e Casoli. Mossi dalla fame, i lupi hanno forse trovato nell’Oasi prede gradite.
«Serranella è importante per le oltre 25 diverse associazioni vegetali legate agli ambienti acquatici con specie molto rare», fa rilevare il direttore della Riserva Mario Pellegrini, «ma ci sono anche 220 specie di volatili, anche non comuni, sui 500 presenti in Italia». Senza dimenticare mammiferi come il tasso, la donnola, il capriolo, il cinghiale e ultimamente il gatto selvatico. «Ecco, verso Piane D’Archi ho trovato morto proprio un esemplare di gatto selvatico», fa notare il direttore a dimostrazione di come stia cambiando la popolazione nell’oasi.
Ma la presenza del lupo è senza dubbio la più clamorosa. Le prime segnalazioni si sono avute a ottobre, nella parte alta del Gogna, alle porte di Sant’Eusanio del Sangro. «Il sindaco Domenico Carulli», riferisce il direttore, «mi ha detto che alcuni contadini e cacciatori avevano avvistato dei lupi e che era stato trovato anche un vitello parzialmente predato. Sono stato un po’ incredulo, anche se nel lontano passato erano state segnalate uccisioni di questi animali».
Dopo un mese c’è stata la segnalazione di Piazzano, quella che ha visto protagonista la guida Fantini. Ma come mai i lupi sono scesi così a valle? «Serranella», risponde Pellegrini, «per la sua posizione è un crocevia per la fauna perché vi confluiscono il Sangro, l’Aventino e il Gogna. Inoltre a causa dell’abbandono delle coltivazioni si sta assistendo a un aumento dei boschi. Questi sono tutti requisiti che possono spingere questi animali, in grado di percorrere 30 chilometri in un giorno, sulle tracce delle prede». Ma più che sull’avvistamento dei due lupi, Pellegrini si sofferma su un altro particolare: «E’ importante il tempo intercorso tra i due avvistamenti, significa che a Serranella hanno trovato un ambiente ospitale e cibo».
«Serranella è importante per le oltre 25 diverse associazioni vegetali legate agli ambienti acquatici con specie molto rare», fa rilevare il direttore della Riserva Mario Pellegrini, «ma ci sono anche 220 specie di volatili, anche non comuni, sui 500 presenti in Italia». Senza dimenticare mammiferi come il tasso, la donnola, il capriolo, il cinghiale e ultimamente il gatto selvatico. «Ecco, verso Piane D’Archi ho trovato morto proprio un esemplare di gatto selvatico», fa notare il direttore a dimostrazione di come stia cambiando la popolazione nell’oasi.
Ma la presenza del lupo è senza dubbio la più clamorosa. Le prime segnalazioni si sono avute a ottobre, nella parte alta del Gogna, alle porte di Sant’Eusanio del Sangro. «Il sindaco Domenico Carulli», riferisce il direttore, «mi ha detto che alcuni contadini e cacciatori avevano avvistato dei lupi e che era stato trovato anche un vitello parzialmente predato. Sono stato un po’ incredulo, anche se nel lontano passato erano state segnalate uccisioni di questi animali».
Dopo un mese c’è stata la segnalazione di Piazzano, quella che ha visto protagonista la guida Fantini. Ma come mai i lupi sono scesi così a valle? «Serranella», risponde Pellegrini, «per la sua posizione è un crocevia per la fauna perché vi confluiscono il Sangro, l’Aventino e il Gogna. Inoltre a causa dell’abbandono delle coltivazioni si sta assistendo a un aumento dei boschi. Questi sono tutti requisiti che possono spingere questi animali, in grado di percorrere 30 chilometri in un giorno, sulle tracce delle prede». Ma più che sull’avvistamento dei due lupi, Pellegrini si sofferma su un altro particolare: «E’ importante il tempo intercorso tra i due avvistamenti, significa che a Serranella hanno trovato un ambiente ospitale e cibo».