La festa dei vip nostrani

Entusiasmo per Bedi Moratti e Braida, arrivano anche Cialente, Di Luca e Becci. La scaramanzia di Albore Mascia, Mazzocchetti sugli spalti

PESCARA. Nella notte delle stelle del calcio, dentro la sala vip dell'Adriatico brilla solo Bedi Moratti. Anche quando la luce si spegne. Senza Berlusconi e Galliani, la passerella è tutta dei vip nostrani. Mentre Ariedo Braida, dirigente storico del Milan, posa per le foto con i tifosi sulle scale e dice «piacere» va in scena il viavai dei politici nostrani. Nessuno dei volti noti d'Abruzzo vuole mancare all'appuntamento di cartello del calcio d'estate: il triangolare tra Juve, Inter e Milan accende la voglia di calcio. E allora nella sala vip protetta dai vetri e rinfrescata dall'aria condizionata azionata al massimo che obbliga le signore a coprirsi le spalle, c'è un posto per tutti. Anche per il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, in un elegante completo blu d'ordinanza. È Oscar Cicchetti, un altro aquilano, dirigente Telecom, a consegnare il trofeo nelle mani di Giorgio Chiellini: l'ultimo atto della Tim Cup.

IN CAMPO La Juve conquista il Trofeo Tim

Look disinvolto, senza cravatta e un paio di bottoni della camicia lasciati aperti, per l'assessore regionale Carlo Masci che arriva sulle scale della tribuna vip insieme alla moglie: scoppia l'applauso fragoroso ma non è per l'assessore, è tutto per l'autobus che varca il recinto dello stadio. Sono le 19,51 e tutti pensano che il bus bianco porti il Milan all'Adriatico. Ma non è strano che la corazzata rossonera viaggi su un mezzo di linea con su scritto «Baltour Ciarrocchi»? Il mistero è subito svelato: a bordo ci sono i calciatori del Pescara. Ecco l'allenatore Antonello Cuccureddu con i jeans e la camicia nera attillata, Vincenzo Zucchini e la pattuglia di giocatori.

Tifa Inter e storce il muso dopo la sconfitta patita dalla Juve Danilo Di Luca, allo stadio con la moglie.

«Ma Silvio? Silvio dov'è?», si chiede il pubblico pescarese. Il premier Berlusconi salta la classica d'estate anche se oggi sarà in Abruzzo per visitare L'Aquila. «Non c'è Silvio», si rammarica Paolo Tarantelli, presidente del quartiere Castellamare. Però c'è il sindaco Luigi Albore Mascia, spilla del Milan appuntata sulla giacca celeste: «La spilla? E meno male che ho lasciato la sciarpa a casa», confessa a Totò Martorella, un passato da calciatore nel Pescara e un presente da assessore provinciale. Accanto a lui, sfilano Fabrizio Rapposelli e Aurelio Cilli, altri due assessori provinciali: «Per chi tifo? Per il calcio», dice Cilli facendo capire che il rutilante mondo del pallone per lui conta poco. In tribuna sorride il presidente della Provincia Guerino Testa. Sguardo fisso sulla partita per il neo presidente della Camera di Commercio Daniele Becci.

Presente in forza anche la giunta comunale, da Marcello Antonelli a Stefano Cardelli mentre l'assessore Massimo Filippello, nell'Adriatico affollato, fa fatica a trovare il suo posto. Gianni Teodoro si mette le mani alla testa, accanto a lui il papà di Fabio Grosso, Antonio, allo stadio come in spiaggia: pantaloni corti e infrandito.

Arriva il procuratore capo Nicola Trifuoggi che in sala vip trova anche il questore Stefano Cecere e il comandante della finanza Maurizio Favia. Sulla pista d'atletica azzurra, invece, ecco il capo della mobile Nicola Zupo e il comandante dei carabinieri Pasquale Del Gaudio. Quando arrivano i bus dei calciatori, il lavoraccio di tenere a bada i tifosi spetta alla polizia.

La febbre del calcio trascina allo stadio anche il tenore Piero Mazzocchetti che arriva all'Adriatico con Enzo Cantagallo, l'ex sindaco di Montesilvano e pianista.