La macroregione Adriatica, Chiodi: la fusione è inevitabile

Il governatore della regione Abruzzo commenta l’ipotesi dell’unione con Marche e Molise: "Questo passaggio riguarderà l’intero paese e anche l’assetto dei comuni"

PESCARA. Il Piemonte si salda alla Valle d’Aosta e alla Liguria. Il Triveneto diventa una sola macroregione, e così pure le Marche con l’Abruzzo e Molise. L’ Umbria viene spartita tra Toscana e Lazio e la Basilicata tra Puglia e Campania. Era questa la nuova cartina dell’Italia secondo uno studio della Fondazione Agnelli presentato nel 1992: dodici regioni invece di 20, individuate sulla base della autosufficienza finanziaria e della capacità di fare da contenitore a progetti di sviluppo. Il risparmio stimato era di 22mila miliardi di lire. Con l’euro oggi, secondo le correnti tabelle di rivalutazione monetaria, potremmo attestarci tranquillamente su un risparmio di circa 18 miliardi di euro.

A questo ormai antico studio pensa il governatore Gianni Chiodi commentando positivamente il progetto di legge al quale sta lavorando il deputato Pdl Paolo Tancredi: la Macroregione Adriatica Marche-Abruzzo-Molise.

«L’aggregazione tra regioni è un percorso inevitabile, come l’accorpamento dei comuni», dice Chiodi, «e prima o poi si farà a livello nazionale. Perché le dimensioni contano per l’efficienza, l’economicità e il peso politico. Io ne sono stato sempre convinto. Per esempio quando ero sindaco di Teramo fui un sostenitore, anche se era una provocazione, della unione tra le province di Ascoli e di Teramo».

Il vantaggio più interessante secondo Chiodi non è tanto nell’irrobustimento del Pil (insieme Marche.Abruzzo e Molise totalizzeranno un Prodotto interno lordo di 75 miliardi, molti di più dei 62 della Croazia, da luglio 28° membro della Ue), quanto la popolazione, un dato che conta molto, per esempio, nella ripartizione tra regioni del Fondo sanitario nazionale. «L’Abruzzo pesa il 2,2% della popolazione nazionale, troppo poco», dice il governatore, «finora però si è cincischiato in congressi e incontri, senza concludere nulla. Ma dobbiamo renderci conto che lo sviluppo non si fa per microsistemi».

L’argomento però resta ostico per molti presidenti di Regione («ci sono sensibilità differenti», dice Chiodi, «anche se ora con questo progetto di macroregione del Nord qualcosa può cambiare»). L’Abruzzo sarà così, dice il governatore, «la prima Regione a presentare al Parlamento un atto ufficiale: il primo atto che mira a dare concretezza a questa idea. Recentemente ho parlato con il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni e lui mi ha detto che ci appoggerà fortemente (la Cisl ha appena avviato la fusione dei sindacati di Abruzzo e Molise, ndr). Giovedì ne parleremo con il ministro Gaetano Quagliariello. Certo, lui nella sua funzione di ministro delle Riforme istituzionali è interessato a un quadro più generale, ma cercheremo di sensibilizzarlo su questo tema».

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