La memoria difensiva del Centro
Il falso del Consiglio di disciplina dei giornalisti d’Abruzzo contro il Centro. Finito con una archiviazione
Oggetto: Dott. Primo Di Nicola/ Ordine dei Giornalisti del Lazio
Procedimento disciplinare del 23.03.2017-audizione del 04/05/2017 (...).
1)Innanzitutto si premette, che quanto contenuto nell’esposto indirizzato al mio assistito risulta non rispondente al vero oltre che privo di fondamento. Infatti, come si evince chiaramente dalla foto pubblicata sul quotidiano “Il Centro” del 03/02/2017 (doc.n. 1), non si rinviene alcun “lago di sangue” come falsamente riferito nell’esposto del Presidente del Consiglio di disciplina ODG Abruzzo (...).
2)La redazione del quotidiano “il Centro”, a seguito dell’omicidio del giovane D’Elisa avvenuto a Vasto in data 2 febbraio 2017, pubblicava, in data 3 febbraio 2017 nella prima pagina del quotidiano, l’immagine della vittima con stretto nella mano un cellulare, e riportava “nel tondo” il dettaglio della mano che stringeva il cellulare, proprio per attirare l’attenzione su tale importante dettaglio dei lettori e della collettività.
3)Ebbene la pubblicazione della suddetta immagine da parte della redazione è avvenuta nel pieno rispetto dei principi che governano l’informazione garantendo una veritiera e corretta ricostruzione del fatto. Pertanto dalla suddetta immagine sono state eliminate tutte le tracce di sangue che si trovavano vicino al corpo della vittima, nel rispetto della dignità personale di quest’ultima ed in ossequio ai principi generali del Codice deontologico dei giornalisti. Difatti, la foto originale giunta alla redazione (doc.n. 2) riportava le macchie di sangue in cui versava la vittima, che la redazione ha eliminato per meglio tutelarla, prima di procedere alla pubblicazione (...).
4)La redazione e il direttore Dott. Primo Di Nicola, dunque, contrariamente a quanto contenuto nell’esposto, hanno pubblicato la foto rappresentante la vittima, eliminando le tracce di sangue, e mettendo in risalto il cellulare che il D’Elisa stringeva tra le mani, con il titolo “attaccato alla vita fino all’ultimo respiro” (...).
5)Deve precisarsi che la reale dinamica di svolgimento dei fatti, che poi ha portato all’omicidio, non è stata quella circolata sul web e sui social network all’indomani dell’assassinio, secondo la quale il giovane Italo D’Elisa aveva incontrato il Di Lello provocandolo e in seguito a tale scontro il D’Elisa era stato ucciso. Da ciò ne erano scaturiti commenti sul web e su Facebook che applaudivano il gesto del Di Lello.
6)Per l’appunto la redazione si era immediatamente attivata per verificare la fondatezza della suddetta notizia. Dopo attente verifiche la redazione aveva scoperto, come poi è stato riportato nell’articolo, di cui si allega copia (doc. n. 3), che in realtà i fatti si erano svolti diversamente rispetto a quanto trapelato sul web. Ebbene, secondo la corretta ricostruzione del fatto, qualcuno aveva avvertito il Di Lello della presenza del giovane D’Elisa in un bar. Di Lello all’uopo aveva affrontato il giovane D’ Elisa e poi si era successivamente allontanato; mentre il D’Elisa si era messo a parlare al telefono. Successivamente il Di Lello era ritornato sul posto armato di pistola e aveva sparato al D’Elisa inerme, ancora impegnato nella conversazione telefonica.
7)Pertanto nessuna provocazione, nessuno scontro fisico vi era stato tra il D’Elisa e il Di Lello, ma si trattava di omicidio premeditato, così come sostenuto dalla Procura e confermato dalla Corte d’Assise di Lanciano con la sentenza di condanna.
8)Pertanto la foto pubblicata, come già detto in precedenza, è stata frutto di un attento lavoro al fine di rappresentare l’esatta dinamica dei fatti accaduti.
9)Deve evidenziarsi come sia la foto sia l’articolo pubblicato dalla redazione del quotidiano, circa la ricostruzione dei fatti, sono stati poi utili alla Procura della Repubblica per la formulazione del capo d’imputazione e poi dalla Corte D’Assise che ha condannato a 30 anni di reclusione il Di Lello. (doc. n. 4)
10)Per tutto quanto sopra esposto è di tutta evidenza l’infondatezza dell’esposto, oltre che la falsa indicazione di un particolare del tutto inesistente (il lago di sangue) (...).
13)All’uopo dunque, nella pubblicazione della suddetta immagine, come sopra argomentato si evidenzia la rilevanza sociale della stessa. Difatti attraverso la suddetta si è fornita alla collettività una corretta interpretazione e ricostruzione della vicenda cercando di superare tutte le notizie circolate sui social network e gli incitamenti all’odio e alla violenza che ne erano susseguiti, sottolineando che il giovane ucciso non aveva armi ma solo il suo cellulare tra le mani.
15)Pertanto il diritto di cronaca è stato legittimamente esercitato dal Dott. Di Nicola, avendo effettuato correttamente un bilanciamento tra diritti e libertà (...).
Da quanto sopra rappresentato è di tutta evidenza l’infondatezza e la pretestuosità dell’esposto e il procedimento disciplinare va archiviato (...).
Dott. Primo di Nicola
Avv. Osvaldo Galizia