La nuova povertà: in fila per farmaci pasti e una doccia
Don Pagniello: la realtà è cambiata e pertanto è necessario sviluppare altri tipi di interventi
PESCARA. Sono state 20.917 le richieste di aiuto pervenute nel 2010 ai Centri d'ascolto della Caritas in Abruzzo, mentre sono stati 15.599 gli interventi effettuati in favore di persone bisognose. Questo il dato che affiora dal rapporto sulle povertà redatto dalla delegazione regionale Caritas. Attraverso i rilevamenti delle sette diocesi (Pescara-Penne, Teramo-Atri, Chieti-Vasto, Sulmona-Valva, Avezzano e L'Aquila) emerge un quadro preoccupante fatto ormai di cittadini comuni e giovani famiglie che, faticando ad arrivare a fine mese, si rivolgono alle strutture diocesane per ottenere principalmente cibo, farmaci e sussidi economici.
Non a caso l'attività in testa alla classifica per numero di richieste (6.078) e interventi (5.579) è proprio quella riguardante beni materiali e/o servizi, che comprendono alimenti e prodotti per neonati, apparecchiature e materiale sanitario, buoni pasto, l'accesso alle mense, bagni e docce per l'igiene personale, un po' di vestiario, viveri, pagamento delle bollette e altro.
Basti pensare, per farsi un'idea, che la sola diocesi di Chieti-Vasto, ha lo scorso anno consegnato 480 farmaci e 1495 pacchi viveri, oltre ad aver ospitato 1.400 persone al mese nelle mense, che diventano 210 al giorno in quelle della diocesi di Pescara-Penne e venti in quelle di Sulmona-Valva.
Al secondo posto della graduatoria troviamo l'attività di ascolto, con la quale gli operatori diocesani cercano di capire quale sia il problema e quale possa essere la soluzione migliore: quasi seimila le richieste e 5.655 gli interventi.
Altra problematica in forte crescita è quella riguardante la richieste di sussidi economici, cioè denaro per l'acquisto di alimenti, consentire di far fronte alle spese sanitarie e per il pagamento di alloggio e relative bollette e tasse, segno evidente della difficoltà delle famiglie, soprattutto quelle giovani, a fare fronte a tutte le uscite finanziarie con i bassi redditi di cui godono. Nel 2010, a fronte di 2.590 richieste pervenute ne sono state evase 2.128.
Molto alto anche il numero di chi si rivolge alla Caritas per ottenere un lavoro, ma molto pochi sono gli interventi andati a buon fine: 274 a fronte di 3.919 richieste. Dati che confermano come, malgrado la buona volontà da parte degli operatori Caritas, sia complicato trovare un'occupazione in un periodo di crisi che perdura ormai da quasi tre anni.
«Un elemento comune all'intera Regione è l'arrivo di nuove povertà non sempre di tipo economico», sottolinea don Marco Pagniello, referente regionale Promozione Caritas e direttore della diocesi di Pescara-Penne, «parlo di famiglie monoparentali, anziani soli e non autosufficienti, situazioni di dipendendenza dalla droga, dal gioco e dai videoghiochi, e nuove povertà legate a situazioni episodiche del nucleo familiare e che come tali fanno emergere la necessità di sviluppare altri tipi di interventi».
Non a caso l'attività in testa alla classifica per numero di richieste (6.078) e interventi (5.579) è proprio quella riguardante beni materiali e/o servizi, che comprendono alimenti e prodotti per neonati, apparecchiature e materiale sanitario, buoni pasto, l'accesso alle mense, bagni e docce per l'igiene personale, un po' di vestiario, viveri, pagamento delle bollette e altro.
Basti pensare, per farsi un'idea, che la sola diocesi di Chieti-Vasto, ha lo scorso anno consegnato 480 farmaci e 1495 pacchi viveri, oltre ad aver ospitato 1.400 persone al mese nelle mense, che diventano 210 al giorno in quelle della diocesi di Pescara-Penne e venti in quelle di Sulmona-Valva.
Al secondo posto della graduatoria troviamo l'attività di ascolto, con la quale gli operatori diocesani cercano di capire quale sia il problema e quale possa essere la soluzione migliore: quasi seimila le richieste e 5.655 gli interventi.
Altra problematica in forte crescita è quella riguardante la richieste di sussidi economici, cioè denaro per l'acquisto di alimenti, consentire di far fronte alle spese sanitarie e per il pagamento di alloggio e relative bollette e tasse, segno evidente della difficoltà delle famiglie, soprattutto quelle giovani, a fare fronte a tutte le uscite finanziarie con i bassi redditi di cui godono. Nel 2010, a fronte di 2.590 richieste pervenute ne sono state evase 2.128.
Molto alto anche il numero di chi si rivolge alla Caritas per ottenere un lavoro, ma molto pochi sono gli interventi andati a buon fine: 274 a fronte di 3.919 richieste. Dati che confermano come, malgrado la buona volontà da parte degli operatori Caritas, sia complicato trovare un'occupazione in un periodo di crisi che perdura ormai da quasi tre anni.
«Un elemento comune all'intera Regione è l'arrivo di nuove povertà non sempre di tipo economico», sottolinea don Marco Pagniello, referente regionale Promozione Caritas e direttore della diocesi di Pescara-Penne, «parlo di famiglie monoparentali, anziani soli e non autosufficienti, situazioni di dipendendenza dalla droga, dal gioco e dai videoghiochi, e nuove povertà legate a situazioni episodiche del nucleo familiare e che come tali fanno emergere la necessità di sviluppare altri tipi di interventi».
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