L'editoriale
La verità non ha bisogno di falsi mostri
Abbiamo un impegno da rispettare nei confronti dei nostri lettori in generale e dei familiari delle vittime in particolare: pubblicare i contenuti delle intercettazioni, ma distinguendo i passaggi penalmente rilevanti da quelli che non hanno peso nelle indagini in corso
Sento il dovere di scrivere queste righe sulla vicenda di Rigopiano e sull'uso delle intercettazioni.
Dal primo giorno abbiamo detto che ci batteremo con tutte le armi a nostra disposizione per far sì che venga a galla la verità e che i colpevoli siano individuati e puniti, ma non siamo disposti a partecipare ad alcuna caccia al mostro. Abbiamo un impegno da rispettare nei confronti dei nostri lettori in generale e dei familiari delle vittime in particolare: pubblicare i contenuti delle intercettazioni, ma distinguendo i passaggi penalmente rilevanti da quelli che non hanno peso nelle indagini in corso. Andare alla ricerca della verità non significa buttare in pasto all'opinione pubblica chi non ha ricoperto un ruolo centrale nella vicenda. Si può paragonare una battuta fatta da un dipendente Anas più di un'ora prima della tragedia alle risate dei veri sciacalli dopo il sisma aquilano? Secondo noi no. Dalle intercettazioni emerge un quadro di grande confusione a tutti i livelli, i vari enti hanno affrontato l'emergenza impreparati, la macchina organizzativa è andata subito in tilt: questa è una verità inconfutabile. Bene. Proprio per questo bisogna cercare di individuare le vere responsabilità, consentendo alla procura di lavorare in modo che possa emergere la verità nei tempi giusti. Preferiamo evitare titoli a effetto con i "mostri" inesistenti. Non abbiamo la pretesa di avere ragione, ma lo consideriamo un modo onesto di informare gli abruzzesi.
Piero Anchino
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