Le imprese: export per superare la crisi

Confindustria auspica un cambio di strategia: stop alle missioni inutili

PESCARA. Stop ai viaggi all'estero di delegazioni abruzzesi che non portano a nulla e basta alla lentocrazia e infrastrutture antiquate che affondano l'Abruzzo quanto a competitività. Gli imprenditori chiedono alla politica di compiere quel salto di mentalità che possa restituire attrattività alla regione e internazionalizzazione alle imprese.

La cura individuata da Confindustria passa per il convegno in programma oggi pomeriggio a Chieti scalo e una serie di proposte - che sarà approfondita fra gli altri dal vice presidente nazionale di Confindustria per gli affari internazionali Paolo Zegna - con la quale gli imprenditori intendono andare oltre il dibattito sul recupero dei fondi Fas maturato all'interno del Patto per lo sviluppo.

La politica di promozione all'estero viene ritenuta strategica in questo momento di stagnazione dei mercati per dare sostegno all'economia abruzzese. Una fase critica sia per le imprese che cercano di affacciarsi nei paesi stranieri, sia per le aziende che cercano uno sponda in Abruzzo e che finiscono di non trovarla a causa delle arretrate condizioni del sistema produttivo e infastrutturale.

Un'analisi impietosa quella degli industriali che parte da un dato di fatto: le imprese che investivano in Abruzzo e che hanno costituito il volano dello sviluppo regionale, oggi vanno via; allo stesso tempo le imprese abruzzesi che si insediano all'estero non trovano capacità competitiva.

Di qui la necessità di un approccio diverso delle politica regionale verso i mercati esteri al fine di minimizzare i rischi per le imprese. Come? Confindustria suggerisce ad esempio di ridisegnare gli strumenti per la promozione del made in Abruzzo, di creare un sistema in grado di informare, accompagnare le imprese in processi di sviluppo "su misura" favorendo reti per l'internazionalizzazione.

Secondo Confindustria l'approccio approssimativo e poco professionale che caratterizza molte azioni all'estero, oltre a non produrre risultati significativi per le imprese e a disperdere risorse, risulta dannoso per l'immagine e la reputazione del sistema Abruzzo. Attenzione particolare va rivolto ai mercati dell'export, attività trainante per la regione, che andrebbe sviluppata con particolare riferimento ai Paesi emergenti, (Russia, India, Cina, Nord Africa) realizzando joint venture e reti di vendita. In questo senso Confindustria si propone come partner della politica, in attesa di risposte concrete. (a.mo.)

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