Maurizio, non vedente corrispondente della Bbc a Bruxelles
È partito da Pescina nel 2008, ha iniziato con uno stage «Il mio sogno? Sarò il primo cieco a viaggiare nello spazio»
PESCINA. Un volo di sola andata per Bruxelles, per cimentarsi in un mestiere che in Italia si fa a fatica, specie se sei relativamente giovane, precario e non vedente. Eppure, Maurizio Molinari, 34 enne di Pescina, si sta piano piano ritagliando uno spazio da corrispondente, camminando un sentiero analogo a quello percorso dal suo collega omonimo, autorevole firma della Stampa. Maurizio collabora da Bruxelles per la Bbc World Service e per Redattore Sociale, ma è legatissimo alla sua terra di origine.
«Mio padre Marcello è di Corcumello, una frazione di Capistrello e ha fatto l’assessore per qualche tempo alla fine degli anni Settanta», racconta. «Mia madre Camilla è di Pescina e io e mia sorella Michela siamo nati lì, quindi siamo marsicani purosangue. Sono molto legato a mia nonna Annetta, ai miei zii e a Gaia, la cuginetta di 11 anni. In verità, mio zio Pompeo Di Nicola è abbastanza conosciuto in zona perché suona con la banda dei Leoncini D’Abruzzo. Torno spesso da quelle parti, e mi affascina l'orgoglio di quella gente, il dialetto, le tradizioni contadine, le storie, i ricordi dell'infanzia. Tutto mi riporta lì».
Ma è l’esigenza di vedersi riconosciute le sue qualità professionali e di scrollarsi di dosso barriere fisiche e culturali a condurlo lontano. Maurizio ha studiato da interprete a Forlì, dove però ha ben presto scoperto che era il giornalismo a fare per lui.
Ha fatto domanda di ammissione in una delle più importanti scuole di giornalismo, vedendosi in un primo momento negare il test di accesso per il semplice fatto di essere non vedente. Poi si è iscritto alla scuola di giornalismo di Urbino, facendo praticantato con Agi e Radio Rai. «Ho sentito, qualche settimana fa, della polemica del governatore Gianni Chiodi su alcuni atenei, tra cui proprio Urbino», prosegue.
«Come università in sé non mi pronuncio, ma la scuola di giornalismo è ottima e, se dovesse chiudere, tutta l’Italia ne perderebbe perché c’è gente qualificata che ci lavora». Già a Forlì ha iniziato a muovere i primi passi. «Ho lavorato come collaboratore per il Corriere di Romagna e prima per la rivista Una Città. Sono state queste due esperienze», sottolinea, «che mi hanno fatto scoprire la passione per il giornalismo».
Nel 2008 è approdato in Belgio per uno stage all’Ansa. Qui ha iniziato a lavorare nella comunicazione di alcune Ong internazionali come Equinet Eurochild e Transport and Environment. Tutt’ora scrive per Equal Times e con l’Italia mantiene una vecchia collaborazione, quella con il Redattore Sociale. Il punto di svolta è legato alla lingua inglese. «Mi sono iscritto a un master part time intitolato “Post graduate certificate in radio and on line journalism”. Era a Liverpool», racconta. «Per due anni, ogni settimana, ho viaggiato in treno avanti e indietro da e per Bruxelles».
Anche questa esperienza si è rivelata una porta: durante il master ha iniziato una collaborazione con la radio della Bbc. «Qui», come racconta il Fatto Quotidiano che di recente ha parlato della sua storia, «non solo si riesce a lavorare ma un cronista nelle mie condizioni non si deve occupare solo di disabilità. Quando stavo in Rai dovevo portare al lavoro il mio computer, alla Bbc anche per una formazione di due giorni mi hanno messo a disposizione un computer con screen reader, programma di lettura dello schermo fatto apposta per i non vedenti». Del resto, Maurizio ha sempre ribadito che la disabilità non debba per forza costituire un limite quando ci sono i mezzi per aggirare le barriere. Qualche mese fa, la guardia di finanza aveva diffuso un comunicato stampa dove si leggeva di alcuni falsi ciechi che avevano “addirittura” un profilo Facebook.
«Io sono reo confesso», si è trovato a replicare il giovane giornalista, provocatoriamente, sui social network. «Sono falso cieco perché sto scrivendo su Facebook, ho un profilo Twitter, faccio il giornalista, gioco a carte, intrattengo relazioni con l'altro sesso, faccio sport, ho una vita sociale attiva, vado dal barbiere e a fare la spesa da solo…».
Episodi di discriminazione, purtroppo, capitano spesso tanto che nei giorni scorsi in Siberia si è visto rifiutare l’ingresso in una discoteca. Pensando all’Abruzzo, ha qualche progetto: «Mi piacerebbe raccogliere le memorie di Pescina. E ho sempre pensato che se scriverò mai un libro lo farò dalla mia casa lì». Maurizio è anche tifosissimo della Juventus che ha seguito in ritiro per Radio Colonia, un’emittente tedesca.
In quell’occasione ha conosciuto l’ex miss Italia Cristina Chiabotto. Tra i suoi sogni c’è persino quello di viaggiare nello spazio. «Presto», rivela, «lancerò on line una campagna di crowdfunding per raccogliere 250mila dollari ed essere il primo non vedente ad andare in orbita. È un’idea particolare e forse anche un po’ folle, ma mi auguro che un giorno sia tutto possibile».
In ogni caso, per uno che tra le canzoni preferite ha “Man on the moon” dei Rem, sognare non costa nulla.
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