INCHIESTA

Maxi frode fiscale con i carburanti, impianti sequestrati in Abruzzo

Sigilli a Raiano e San Salvo. Evasi 11 milioni di euro: gli indagati ostentavano auto e  barche di lusso e avrebbero richiesto il reddito di cittadinanza

PESCARA. Due impianti di carburanti sono stati sequestrati in Abruzzo nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Nocera su una maxi evasione fiscale messa in piedi da due organizzazioni nel settore dell'import di carburante dall'estero. I sequestri in Abruzzo sono stati effettuati a San Salvo e Raiano.

Questa mattina la guardia di finanza ha effettuato quattro arresti e contestualmente sequestrato beni, per complessivi 128 milioni di euro, fra i quali figurano anche 27 veicoli commerciali utilizzati per il trasporto dei carburanti, quote societarie, i compendi aziendali di 9 imprese, 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione (due in Abruzzo) e un'imbarcazione di lusso. Contestati, oltre al contrabbando internazionale di prodotti petroliferi, i reati di autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni.

Gli indagati, secondo quanto emerso, ostentavano le ricchezze accumulate: ne sono un esempio le auto di lusso, come Lamborghini e Porsche, rigorosamente intestate a società estere, sfoggiate in occasione delle inaugurazioni dei distributori di carburante via via acquistati.

L'inchiesta interessa oltre alle province di L'Aquila e Chieti, quelle di Salerno, Napoli, Potenza, Roma, Mantova e Milano. Le indagini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Salerno, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Lenza, hanno ricostruito l'attività di due distinte associazioni criminali dell'Agro Nocerino-Sarnese, dedite alla commercializzazione di carburante adulterato, importato da diversi Paesi esteri eludendo il pagamento delle imposte. Condotte illecite che, solo di accise, hanno determinato complessivamente un'evasione fiscale di oltre 11 milioni di euro , mentre la perdita per il Fisco è stata quantificata in quasi 99 milioni di euro.

Già a partire dal 2018, gli approfondimenti della Guardia di Finanza avevano consentito il sequestro di 13 autocisterne con oltre 500mila litri di prodotto petrolifero di contrabbando e l'arresto in flagranza di 4 soggetti. Sono stati disposti anche i domiciliari per altri quattro promotori ed organizzatori di una delle due associazioni. Vincolati 27 veicoli commerciali utilizzati per il trasporto dei carburanti, nonché quote societarie, i compendi aziendali di 9 imprese, 2 depositi commerciali, 10 impianti di distribuzione, un'imbarcazione di lusso.

Nonostante ciò, cinque degli indagati, reimpiegando i proventi delle attività illecite all'estero e risultando a tutti gli effetti privi di qualsiasi fonte reddituale, hanno potuto pure presentare la domanda per il reddito di cittadinanza.

Secondo quanto ricostruito, dopo essere state sottoposte, in una base logistica in Slovenia, ad un processo di adulterazione che le rendeva idonee alla carburazione, le partite di merce venivano caricate su autocisterne dirette in Italia, scortate da documentazione fiscale del tutto falsa, che gli autisti avevano cura di distruggere non appena varcata la frontiera, sostituendola con quella di accompagnamento specificamente prevista per coprire il restante tragitto nel territorio nazionale (attestando il trasporto di gasolio per autotrazione ad imposta assolta). I carichi irregolari proseguivano, infine, verso un deposito petrolifero dell'hinterland milanese, hub di distribuzione attraverso il quale le partite di carburante venivano immesse tranquillamente in consumo, presso distributori all'ingrosso e tramite la rete delle pompe bianche gestite da membri delle associazioni o comunque da società clienti.