Mille aspiranti avvocati senza alloggio per gli esami
La richiesta: "Trasferire fuori dall’Aquila la sede per le prove"
L’AQUILA. C’è forte preoccupazione tra gli aspiranti avvocati in vista dell’esame di abilitazione all’esercizio della professsione che si terrà all’Aquila dal 15 al 17 dicembre. I candidati, un migliaio, temono di non poter trovare stanze di albergo dove soggiornare e alcuni, quelli che vengono da sedi lontane, propongono di spostare altrove la sede per questa sessione di esame.
Di questo disagio si fa interprente un candidato, che, facendosi portavoce anche delle istanze di altri, pone in evidenza vari problemi sulla scorta della sua esperienza. «Ad oggi», assicura, «non riesco a trovare alloggi o posto letto. Ho chiesto agli albergatori della zona una sistemazione ma nessuno mi ha fatto prenotare visto che le stanze sono riservate ai terremotati». A suo dire anche la Protezione civile, ritiene inopportuna L’Aquila come sede per questo esame. «Dinanzi a difficoltà così evidenti» aggiunge «è strano che non si decida di delocalizzare l’evento: anche se le scosse continuano e non ci sono posti letto. L’Aquila si troverà ad avere oltre mille aspiranti avvocati sparsi per la città che avranno bisogno di letti, vitto e quella tranquillità necessaria per sostenere proficuamente un esame così importante».
E si tratta, in effetti, di un esame che negli ultimi anni è diventato difficile visto che lo scorso anno la percentuale di promossi è stata intorno al 17 per cento mentre in passato i commissari furono molto più benevoli. «Vorrei manifestare il mio sgomento», conclude la nota, «la mia paura, il mio forte dissenso, di fronte a simili scelte nella speranza che qualcuno si degni di risolvere un problema ai limiti dell’inverosimile che però andrà a incidere sulla vita professionale mia e di altri».
Il presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila, Antonello Carbonara, ha una opinione diversa. «Gli esami», dice «si svolgeranno regolarmente all’Aquila nella scuola della Finanza dove si tengono da anni. Per gli studenti che arrivano da sedi lontane» aggiunge, «abbiamo già contattato la Protezione civile che ha assicurato che in qualche modo si provvederà alle loro esigenze. Comunque gli interessati possono rivolgersi ai consigli forensi di pertinenza, oppure da noi, al fine di trovare delle sistemazioni insieme alla Protezione civile. C’è abbastanza tempo per poterci organizzare e superare questa obiettiva difficoltà».
La prassi, infine, prevede che pochi giorni prima delle prove i candidati depositino i loro codici nella nuova sede del palazzo di giustizia inaugurata dal ministro Angelino Alfano pochi mesi fa.
ne. Ci sono scuole di eccellenza e altre prive di misure di sicurezza».
A PIZZOLI. Un gruppo di mamme dei ragazzi dell’elementare e media «Don Milani» di Pizzoli esprime preoccupazione. «Il 21 è stata riaperta la scuola, il 25 siamo venute a conoscenza che una parte, ora chiusa ma nello stesso stabile, ha due colonne sotto osservazione, senza agibilità e ancora con le impalcature per lavori in corso. Siamo state ricevute dal prefetto che ci ha rassicurato, dicendoci che l’ala di edificio utilizzata è sicura e il sindaco avrebbe avuto l’agibilità tra il 28 e il 29. Come possiamo stare tranquille se due lati non sono agibili? Le lezioni vanno avanti. Alcune di noi non mandano i figli, fino a quando non vediamo il pezzo di carta dell’agibilità totale. Chiediamo che la scuola sia chiusa fino alla consegna dell’agibilità e alla fine dei lavori. Non si potrebbe fare lezione in tenda?».
Di questo disagio si fa interprente un candidato, che, facendosi portavoce anche delle istanze di altri, pone in evidenza vari problemi sulla scorta della sua esperienza. «Ad oggi», assicura, «non riesco a trovare alloggi o posto letto. Ho chiesto agli albergatori della zona una sistemazione ma nessuno mi ha fatto prenotare visto che le stanze sono riservate ai terremotati». A suo dire anche la Protezione civile, ritiene inopportuna L’Aquila come sede per questo esame. «Dinanzi a difficoltà così evidenti» aggiunge «è strano che non si decida di delocalizzare l’evento: anche se le scosse continuano e non ci sono posti letto. L’Aquila si troverà ad avere oltre mille aspiranti avvocati sparsi per la città che avranno bisogno di letti, vitto e quella tranquillità necessaria per sostenere proficuamente un esame così importante».
E si tratta, in effetti, di un esame che negli ultimi anni è diventato difficile visto che lo scorso anno la percentuale di promossi è stata intorno al 17 per cento mentre in passato i commissari furono molto più benevoli. «Vorrei manifestare il mio sgomento», conclude la nota, «la mia paura, il mio forte dissenso, di fronte a simili scelte nella speranza che qualcuno si degni di risolvere un problema ai limiti dell’inverosimile che però andrà a incidere sulla vita professionale mia e di altri».
Il presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila, Antonello Carbonara, ha una opinione diversa. «Gli esami», dice «si svolgeranno regolarmente all’Aquila nella scuola della Finanza dove si tengono da anni. Per gli studenti che arrivano da sedi lontane» aggiunge, «abbiamo già contattato la Protezione civile che ha assicurato che in qualche modo si provvederà alle loro esigenze. Comunque gli interessati possono rivolgersi ai consigli forensi di pertinenza, oppure da noi, al fine di trovare delle sistemazioni insieme alla Protezione civile. C’è abbastanza tempo per poterci organizzare e superare questa obiettiva difficoltà».
La prassi, infine, prevede che pochi giorni prima delle prove i candidati depositino i loro codici nella nuova sede del palazzo di giustizia inaugurata dal ministro Angelino Alfano pochi mesi fa.
ne. Ci sono scuole di eccellenza e altre prive di misure di sicurezza».
A PIZZOLI. Un gruppo di mamme dei ragazzi dell’elementare e media «Don Milani» di Pizzoli esprime preoccupazione. «Il 21 è stata riaperta la scuola, il 25 siamo venute a conoscenza che una parte, ora chiusa ma nello stesso stabile, ha due colonne sotto osservazione, senza agibilità e ancora con le impalcature per lavori in corso. Siamo state ricevute dal prefetto che ci ha rassicurato, dicendoci che l’ala di edificio utilizzata è sicura e il sindaco avrebbe avuto l’agibilità tra il 28 e il 29. Come possiamo stare tranquille se due lati non sono agibili? Le lezioni vanno avanti. Alcune di noi non mandano i figli, fino a quando non vediamo il pezzo di carta dell’agibilità totale. Chiediamo che la scuola sia chiusa fino alla consegna dell’agibilità e alla fine dei lavori. Non si potrebbe fare lezione in tenda?».