Mille lupi di mare per pescate da sogno
Sfide a super tonni e ricciole, ma ci sono anche aragoste
GIULIANOVA. Sono lupi di mare alla ricerca di sfide dalle emozioni forti. Come quelle che possono regalare combattimenti di ore con un enorme tonno rosso, con una super ricciola o con una lampuga dai colori dell'arcobaleno. I lupi di mare li incontri da Martinsicuro a San Salvo, in un Abruzzo dove la pesca sportiva d'altura è anche tradizione. Un migliaio i praticanti.
Il loro re è senza dubbio Luigi Valiante di Giulianova, per tutti Big. Alle spalle due campionati del mondo con la nazionale italiana e negli occhi l'entusiasmo di un ragazzino. Valiante è presidente della Big Fisherman, associazione di pesca sportiva fondata nel 1988 che conta settanta affiliati, e a Giulianova gestisce un negozio di pesca insieme al fratello Ermano. «In Abruzzo si può pescare di tutto, dall'aragosta al pesce spada», sottolinea Valiante, «ma senza dubbio il tonno è la preda più ambita, che può superare anche i 300 chili di peso. Ci sono anche gli squali, come la verdesca o il volpe. Nel 2007 nelle acque di fronte a Giulianova avvistai anche un enorme squalo bianco. Ancora mi vengono i brividi se ripenso a quell'incontro ravvicinato. La pesca d'altura si pratica solitamente dalle dodici alle venti miglia di distanza dalla costa, o in un punto dove il mare presenta una accentuata depressione e raggiunge i 250 metri di profondità. In Abruzzo la pesca sportiva d'altura è molto praticata, tanto che si svolgono diverse competizioni: l'ultima gara per il campionato italiano c'è stata lo scorso 20 agosto, con equipaggi arrivati anche da fuori regione. Nelle competizioni è obbligatorio il rilascio della preda. Ogni anno, inoltre, organizziamo una gara in ricordo di Marco Santosuosso, giovane morto nel terremoto dell'Aquila, e il pescato finisce in beneficenza».
Tutti i praticanti hanno il record tra gli obiettivi. Record che si raggiunge con un pesce di taglia ragguardevole e una foto ricordo da far invidia agli amici.
Ecco così gli strike col tonno da 330 chili, la rana pescatrice che sfiora i 5 chili, la gallinella da 4,5 chili. Senza dimenticare le ricciole da 30 chili e gli alletterati che sfiorano i 10. C'è anche chi, con una canna da pesca, è riuscito a issare sulla barca una aragosta, cattura che sa quasi di miracolo.
«Col tempo questa pesca sta diventando sempre più sportiva», riprende Valiante, che in Italia è stato il pioniera della pesca con il gig, un'esca artificiale, «prima, per esempio, si utilizzavano fili anche di 130 libbre mentre adesso si è scesi fra le 30 e le 50 libbre. In questo modo le difficoltà aumentano e per il pescatore cresce il limite della sfida. Le tecniche di pesca sono molteplici: drifting o scarroccio, spinning e traina».
Molteplici anche i problemi. «Per la pesca al tonno ci sono regole troppo rigide, che vanno a discapito di quanti praticano questo sport», afferma Valiante, «ogni equipaggio può catturare un solo tonno al giorno e quest'anno la pesca è stata aperta da luglio per appena 25 giorni. Perché in Italia ci sono quote prestabilite e raggiunto il limite c'è lo stop. Non siamo tutelati».
Malgrado i controlli serrati, poi, resta alta la percentuale dei pescatori di frodo. Il tonno abruzzese è apprezzato sui mercati giapponesi e viene pagato anche 30 euro al chilo. Il bracconaggio inoltre va ad alimentare ristoranti e mercato nero.
Altro problema è rappresentato dai costi elevati di questa pesca. Barca, ecoscandaglio, carburante a ogni uscita non sono alla portata di tutti. E anche l'attrezzatura ha i suoi prezzi. Solo una canna costa in media 700, 800 euro.
Ma anche l'Abruzzo si sta adeguando e sono diverse le società che propongono una giornata di pesca d'altura per vivere il mare. Come la Nautservice di Luigi Lallone e Mauro D'Ignazio a Giulianova. La società organizza uscite in mare per battute di pesca dedicate anche ai principianti.
«Un modo per offrire un servizio turistico», sottolinea Lallone, «molte persone arrivano dall'Emilia Romagna o dall'interno dell'Abruzzo. E per un giorno diventano lupi di mare».
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