Montepulciano, accordo sul nome

Fronte comune di Abruzzo e Toscana a difesa dei due vini doc

PESCARA. Dopo anni di guerra unilaterale e due anni di trattative serrate, il Consorzio del Vino nobile di Montepulciano ha dovuto accettare la realtà: ritirare il ricorso contro il Montepulciano d'Abruzzo davanti alla Corte europea di giustizia (basato sulla normativa Ue secondo cui in presenza di due denominazioni simili sopravvive quella il cui nome corrisponde al luogo geografico) e firmare un accordo con gli abruzzesi per la tutela delle due denominazioni contro un mercato estero sempre più aggressivo e spregiudicato. I toscani hanno capito che continuare a puntare il dito contro l'Abruzzo, mentre negli Stati Uniti l'Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau (Attb) dava il via libera all'uso del nome Montepulciano per alcuni vini prodotti oltreoceano, sarebbe stato controproducente oltre che inutile. Meglio dunque allearsi con i produttori del vitigno abruzzese (tra i primi sei vitigni nel mondo e con caratteristiche completamente diverse dal vitigno toscano) e fare fronte comune puntando su una comunicazione che chiarisca con efficacia le caratteristiche dei due prodotti.

L'accordo è stato siglato a Roma dai presidenti dei due consorzi - Federico Carletti per il Nobile e Tonino Verna per i Vini d'Abruzzo - e sottoscritto anche dai due assessori regionali all'agricoltura, Gianni Salvadori (Toscana) e Mauro Febbo (Abruzzo) alla presenza del direttore Generale del ministero delle Politiche Agricole, Giovanni Piero Sanna.

Un primo esito dell'accordo è proprio un ricorso comune dei due consorzi davanti all'Attb contro il Montepulciuano made in Usa.

Soddisfazione è stata espressa dal ministro delle politiche agricole Mario Catania: «L'accordo tra i due vini è una buona notizia per il comparto vitivinicolo italiano. Si tratta di due prodotti di eccellenza che meritano di poter competere con tutti gli strumenti possibili nel mercato in una condizione di serenità e trasparenza».

I punti salienti del documento sono: il ritiro del ricorso europeo del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano contro la denominazione Montepulciano d'Abruzzo; la messa in campo di iniziative per la corretta identificabilità dei due vini; l'apertura di un tavolo per individuare una strategia comune di difesa delle due denominazioni; la costituzione di un Comitato paritetico permanente di monitoraggio dei mercati e della comunicazione.

L'assessore regionale Mauro Febbo elogia «l'eccellente lavoro di concertazione portato avanti in questi anni con impegno da tutte le parti interessate». In particolare, dice Febbo, «il ministero in seguito al ricorso presentato dalla Toscana presso la Corte di Giustizia dell'Ue, ha promosso una serie di incontri tra i due consorzi e le Regioni di appartenenza durante i quali è emersa chiaramente la necessità di intervenire al fine di garantire che l'utilizzo del termine Montepulciano possa essere effettuato senza recare pregiudizio a nessuna delle due denominazioni e, conseguentemente, assicurare a entrambe una proficua coesistenza sul mercato».

Per il presidente del Consorzio di Tutela Vini d'Abruzzo Tonino Verna, «una volta ancora si stabilisce quello che la realtà dei fatti ha dimostrato e cioè che Vino Nobile di Montepulciano e Montepulciano d'Abruzzo hanno territori, vitigni e vini diversi, e sono protagonisti di due storie esemplari dell'enologia italiana che nessuno può cancellare e che dovremo difendere insieme all'estero». Per il governatore Gianni Chiodi «L'accordo testimonia la maturità raggiunta dalle istituzioni e dai Consorzi tutto a vantaggio dei consumatori». Esulta l'associazione Vignaioli presieduta da Enrico Marramiero: «È un punto di partenza che rafforza l'identità delle due denominazioni soprattutto per quanto concerne la tutela degli stessi nei mercati internazionali».

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