Montiani nel caos, Rabbuffo e Teodoro strappano la lista
"Mai consultati, li diffidiamo dall’usare i nostri nomi". La capolista Verì: apprezzato il mio curriculum
PESCARA. Comincia male l’avventura elettorale di Mario Monti in Abruzzo. Ieri due dei sette candidati al Senato per la circoscrizione Abruzzo hanno diffidato la lista “con Monti per l’Italia”dall’utilizzare dei propri nomi. Si tratta di Berardo Rabbuffo, capogruppo di Fli in Consiglio regionale, numero 7 della lista, e di Maurizio Teodoro, dirigente regionale di Futuro e libertà, numero 5 della lista, ambedue dunque in posizioni non eleggibili.
Rabbuffo e Teodoro ritengono la notizia della propria candidatura «priva di fondamento» (benché sia pubblicato sul sito ufficiale montiano www.sceltacivica.it), e di aver appreso la notizia solo «via web e dalla stampa».
«I nomi sono stati usati arbitrariamente ed inseriti in un elenco mai concordato e comunicato agli interessati», dichiarano i due esponenti politici in un comunicato congiunto diffuso nel pomeriggio di ieri. «Evidentemente, nell’arrembaggio e nella frenesia generata dal “porcellum”, i criteri usati non sono quelli che valutano le scelte corrette rispetto ai tempi, alle appartenenze, ai territori».
Gli altri nomi della lista sono, la capolista Nicoletta Verì, al numero due Elena Seller, ex assessore Pdl al comune di Pescara, al numero tre Annamaria Ciancio, quindi Rocco Paolini, Maurizio Teodoro, Sergio Tommaso e Berardo Rabbuffo.
Se Rabbuffo e Teodoro sono in assetto di guerra è invece felice e già in campagna elettorale la capolista Nicoletta Verì, consigliere regionale fino a ieri del Pdl, che oggi presenterà la domanda d’iscrizione al gruppo misto dell’Emiciclo. «Ero sempre stata l'anima centrista del Pdl», dice la Verì al Centro, «e avevo vissuto sempre nella mia esperienza istituzionale una inadeguatezza dei vecchi schemi destra e sinistra. Quando ho cominciato a capire che c'era in Italia una realtà in grado poter contenere questi moderati e riformisti mi ci sono riconosciuta come contenitore e ho inviato il mio curriculum. E devo dire che il curriculum, dove emergono gli aspetti professionali, istituzionali e d’ispirazione cattolica della mia azione politica, è stato letto». Nessuna influenza della Chiesa come è stato detto? «Sapevo di essere al secondo posto poi mi hanno detto che avevano considerato inutile candidare il ministro Moavero in Abruzzo visto che è anche candidato altrove e mi sono ritrovata capolista. E’ stata una questione gestita solo da loro».
Neanche ha pesato, sottolinea la Verì, il consenso che la candidata raccoglie nel Pescarese. «Ma non è proprio così», ribatte, «perché io sto in realtà ricevendo commenti e suggerimenti anche dalla Valle Peligna o dall’Aquila per un lavoro svolto in questi anni sul territorio sui miei temi. Che sono quelli sociali, delle disuguaglianze, della solidarietà, tutti argomenti a me cari».
Oggi dunque la Verì incontrerà il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e formalizzerà il passaggio al gruppo misto. A questo punto , comunque vadano le elezioni, la maggioranza di centrodestra perde un altro pezzo, e il Pdl passerà da 17 a 16 consiglieri. Infatti se Verì si trasferirà a Palazzo Madama, entrerà in Consiglio proprio Maurizio Teodoro primo dei non eletti nella circoscrizione di Pescara. Teodoro siederà nei banchi di Fli che passerà da due a tre seggi . E ieri il coordinatore regionale dei futuristi, il deputato Daniele Toto, poteva dichiarare: «Dopo le elezioni politiche ci proietteremo a ribaltare la maggioranza in Regione».
Oggi in Consiglio regionale si è passati dai nove partiti del 2008 a 16 partiti, con la nascita di Fratelli d’Italia (tre seggi tra cui l’assessore Paolo Gatti) con il passaggio dell’assessore Giandonato Morra alla Destra, l’arrivo dei montiani e anche di Sel con Franco Caramanico.
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