A San Giuliano
Morirono 27 bambini e la maestra, ma da allora nulla è cambiato
SAN GIULIANO DI PUGLIA. Ventisette di quei bambini, con la maestra Carmela Ciniglio, morirono sotto le macerie della scuola elementare di San Giuliano di Puglia. Erano le 11,30 di giovedì 31 ottobre 2002. La scossa, di intensità 5,7 Richter, colpì la provincia di Campobasso. Ma a San Giuliano ci fu un solo crollo. Quella scuola, che accoglieva 56 bambini, quattro insegnanti e due bidelli, era stata costruita negli anni Sessanta. Ma a crollare fu solo la parte ristrutturata l'anno prima. Il tetto e i solai, realizzati in cemento armato, collassarono schiacciando il resto dell'edificio realizzato in leggeri foratini. Per quella tragedia sono stati condannati i costruttori Carmine Abiuso e Giovanni Martino, il progettista Giuseppe La Serra, il capo ufficio tecnico del Comune, Mario Marinaro ed il sindaco Antonio Borrelli, che perse la figlia di 6 anni sotto le macerie. Condanne dai due anni e mezzo ai cinque che però non hanno insegnato nulla. Neanche in Abruzzo. Dopo San Giuliano, infatti, venne approvata la legge che impone a Comuni e Province di effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici. Anche i fondi c'erano. Ed erano tanti soldi. Dopo una serie di proroghe per mettersi in regola, la scadenza fu fissata a dicembre del 2013. Ma la realtà attuale ci dice che in Abruzzo, su 1.287 edifici scolastici, appena un terzo, 417 immobili, sono stati censiti dalla Regione. E solo per 217 di questi la valutazione degli indici è stata fatta sulla base delle schede riconsegnante dai Comuni e le Province. L’irresponsabilità è ancora diffusa. (l.c.)