Operato troppo tardi, perde un pollice
Marinaio di Giulianova denuncia i medici dopo un incidente in mare
GIULIANOVA. Una vera e propria odissea per un marittimo giuliese si conclude con la perdita del pollice della mano destra e la denuncia dei medici, che non sarebbero stati tempestivi nelle cure. K.F.H., 44 anni, tunisino residente da vent’anni a Giulianova, il 29 dicembre era sul peschereccio dove lavora. L’imbarcazione era a circa 25 miglia dalla costa giuliese.
Alle 15, nella fase in cui si salpa la rete, inavvertitamente al marittimo è rimasta incastrata la mano destra tra il rullo di poppa e una cima d’acciaio. Un dolore lancinante. Sono subito accorsi i compagni di K.F.H., che lo hanno aiutato a liberare l’arto. Il comandante ha gettato a mare il pescato e a tutta velocità si è diretto verso il porto di Giulianova. Sulla banchina, verso le 17.30, un parente dell’infortunato lo ha prelevato e portato al pronto soccorso di Giulianova. Prima diagnosi: «Cianosi marcata primo dito mano destra con parziale amputazione».
A K.F.H. è stato consigliato di recarsi immediatamente al centro specialistico di chirurgia della mano di Ancona. Il malcapitato è giunto al pronto soccorso dell’ospedale dorico alle 19.30 ed è stato ricoverato. La visita dello specialista, racconta K.F.H., è avvenuta solo il giorno successivo, alle 10.30, a 14 ore dal ricovero. Dopo un consulto i medici gli hanno detto: «È urgente procedere con l’intervento, ma sarà difficile salvare il dito». Poco dopo, prima di entrare in sala operatoria, invitandolo a firmare il foglio di responsabilità, gli è stato aggiunto: «È trascorso troppo tempo, occorre amputare». Tornato a Giulianova, K.F.H. è andato subito dal sindacato e poi dall’avvocato, che inoltrerà un esposto alla Procura di Ancona. Intanto, per ottenere la cartella clinica, dovrà attendere i primi di febbraio.
L’uomo, sposato e con due figli (uno dei quali è campione regionale di salto in lungo), è giunto in Italia nel 1989. In Tunisia era geometra, mentre in Italia ha svolto anche mansioni di operaio edile e nel fine settimana ha lavorato come cameriere per arrotondare lo stipendio.
Alle 15, nella fase in cui si salpa la rete, inavvertitamente al marittimo è rimasta incastrata la mano destra tra il rullo di poppa e una cima d’acciaio. Un dolore lancinante. Sono subito accorsi i compagni di K.F.H., che lo hanno aiutato a liberare l’arto. Il comandante ha gettato a mare il pescato e a tutta velocità si è diretto verso il porto di Giulianova. Sulla banchina, verso le 17.30, un parente dell’infortunato lo ha prelevato e portato al pronto soccorso di Giulianova. Prima diagnosi: «Cianosi marcata primo dito mano destra con parziale amputazione».
A K.F.H. è stato consigliato di recarsi immediatamente al centro specialistico di chirurgia della mano di Ancona. Il malcapitato è giunto al pronto soccorso dell’ospedale dorico alle 19.30 ed è stato ricoverato. La visita dello specialista, racconta K.F.H., è avvenuta solo il giorno successivo, alle 10.30, a 14 ore dal ricovero. Dopo un consulto i medici gli hanno detto: «È urgente procedere con l’intervento, ma sarà difficile salvare il dito». Poco dopo, prima di entrare in sala operatoria, invitandolo a firmare il foglio di responsabilità, gli è stato aggiunto: «È trascorso troppo tempo, occorre amputare». Tornato a Giulianova, K.F.H. è andato subito dal sindacato e poi dall’avvocato, che inoltrerà un esposto alla Procura di Ancona. Intanto, per ottenere la cartella clinica, dovrà attendere i primi di febbraio.
L’uomo, sposato e con due figli (uno dei quali è campione regionale di salto in lungo), è giunto in Italia nel 1989. In Tunisia era geometra, mentre in Italia ha svolto anche mansioni di operaio edile e nel fine settimana ha lavorato come cameriere per arrotondare lo stipendio.