Pannella commosso al Premio Aprutium: «Ma ora... ascoltatemi»
Il leader dei Radicali: «Mi sento orgoglioso più che mai di essere abruzzese. La politica, le istituzioni di questa regione dovrebbero continuare a fare quello che qui, oggi, si è riconosciuto avere valore per...
L'AQUILA. «Mi sento orgoglioso più che mai di essere abruzzese. La politica, le istituzioni di questa regione dovrebbero continuare a fare quello che qui, oggi, si è riconosciuto avere valore per tutto l'Abruzzo e per tutti gli abruzzesi». Si commuove il radicale Marco Pannella, commentando con queste parole la medaglia Aprutium 2014 - istituita nel 2000, è stata consegnata tra le tante personalità, a Remo Gaspari, Sergio Marchionne, Angelo Sabatini, Gianni Letta - ricevuta dalle mani del presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. Poi, però, "la bestia del Gran Sasso e della Maiella", anzi "la bestia degli Abruzzi", si asciuga gli occhi con un fazzoletto e torna a essere l'"anticlericale vagante tutto d'un pezzo" che gira l'Italia e il mondo per difendere le battaglie del Partito Radicale, «la cui diversità è oggi in difficoltà, il regime ci impedisce di esprimerci». Con questa parola Pannella apostrofa non solo il governo Renzi, definito «inesistente», ma anche il sistema politico nel suo complesso. E invita i presenti a proclamarsi tutti «radicali».
Pannella, 85 anni, il teramano che non ha mai dimenticato la storia dei partigiani abruzzesi, e riconosce lo spessore del democristiano Remo Gaspari. Sullo scranno più alto dell'assemblea, alle spalle del presidente della Regione Luciano D'Alfonso, ha messo alla prova per un'ora la pazienza di un consiglio regionale già in fibrillazione. Di lì a poco avrebbe dovuto affrontare la fusione delle società dei trasporti. E quando D'Alfonso ha provato a interrompere con un elegante "Marco, noi vorremmo applaudirti...", la risposta è stata disarmante: «Volete applaudire il mio silenzio!».
Un Pannella diretto e impudente, che ha ricordato al governatore, con il tono del rimprovero, la questione della scelta di un garante per i detenuti d'Abruzzo: «Ti chiedo da tempo un incontro». Perché oltre ai riconoscimenti, ci vogliono azioni concrete. E Pannella, fra i politici più longevi , deputato dal 1976 al 1992, assessore regionale in Abruzzo negli anni '90, e protagonista delle più importanti battaglie italiane e mondiali sui diritti civili, non si fa scappare l'occasione. «”Ta na recurd sci?"», è il rimbrotto in dialetto teramano.
Già individuata in Rita Bernardini la futura garante dei detenuti. «Vi devo ringraziare profondamente», dice Pannella ricevendo la medaglia Aprutium, «perché nei vostri interventi avete espresso quello che mi riconoscevate: facendolo vostro, avete onorato voi stessi». Salvo poi indirettamente rimarcare il pensiero del consigliere del Movimento 5 stelle, Leandro Bracco, che in apertura di cerimonia si è lasciato scappare un: «...pur essendo lei ancora in vita...». Una frase seppellita nel brusio generale.
Di Pangrazio ha ripercorso il legame di Pannella con Ignazio Silone e Benedetto Croce, e l'ammirazione per Papa Francesco (che gli ha telefonato durante uno dei suoi ultimi digiuni): «Pannella è tra i pochi abruzzesi che, una volta diventato grande, ha mantenuto un rapporto fruttuoso e affettuoso con la sua terra», ricorda D'Alfonso. E Bracco infine si è ripreso ripercorrendo le battaglie di Pannella e della radicale Bonino («tra i 207 politici più ascoltati al mondo», ha ricordato il leader radicale), sui diritti civili e comunque sempre «in difesa degli ultimi».(m.g.)
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