Parigi onora il genio Andy Warhol
Al Grand Palais centotrenta opere selezionate tra migliaia di ritratti
«Tutti i miei ritratti devono avere lo stesso formato in modo che essi si armonizzino bene tra loro e finiscano per creare un unico grande quadro intitolato Ritratto della Società. Bella idea, vero? Può darsi che un giorno il Metropolitan Museum si deciderà ad acquistarlo».
Centotrenta opere, selezionate tra le migliaia di ritratti che l’artista ha dipinto a partire dei primi anni Sessanta, sono esposte a Parigi, al Grand Palais, nella mostra «Il mondo di Andy Warhol». Una esposizione (in corso fino al 13 luglio) che consente di avvicinarsi al genio americano (di origini slovacche) della Pop Art.
Tra le sale del maestoso edificio al centro degli Champs Elysées si può conoscere l’opera warholiana divisa in grandi tematiche: gli Autoritratti, gli Screen Test, i Mao, i Dollari, le Catastrofi, l’Ultima Cena, e che rendono possibile una loro ricollocazione in una visione retrospettiva della produzione artistica di Warhol.
Non solo. Moltissimi sono i celebri ritratti. Molti fatti su ispirazione, tantissimi su commissione, spesso di ricchi mecenati o di persone che semplicemente in grado di permetterselo vollero passare alla storia grazie a Warhol (e ci sono riusciti).
Nel 1962, Andy Warhol dipinge i ritratti di Marilyn Monroe, della sua rivale Liz Taylor ed elabora una sua versione della Gioconda e di Elvis Presley.
Dal 1967 e fino alla sua morte avvenuta nel 1987, l’artista realizza, su commissione, i ritratti di decine di personalità diverse, celebri o sconosciute, mostrando a un mondo attratto dalle apparenze un’immagine suggestiva e molteplice. Così facendo, Warhol riportava in auge un genere trascurato, attribuendogli nuovi codici che segneranno in modo rilevante la storia del ritratto.
Un modo, però, che era fondamentalmente una rilettura moderna, novecentesca del ritratto, fatto semplicemente con una fotografia, spesso con una Polaroid (come a dire la negazione della foto «intensa», d’autore).
Accanto alle stelle del cinema e della musica (Brigitte Bardot, Jane Fonda, Mick Jagger, Sylvester Stallone), trovano posto anche i ritratti di alcuni artisti (Man Ray, David Hockney, Joseph Beuys, Keith Haring), di collezionisti e di mercanti d’arte (Dominique de Ménil, Bruno Bischofberger, Ileana Sonnabend, Leo Castelli), di uomini politici (Willy Brandt,Edward Kennedy), di stilisti (Yves Saint-Laurent, Sonia Rykiel, Hélène Rochas), di personalità del jet-set (Gianni Agnelli, Lee Radziwell, la principessa di Monaco, Gunther Sachs).
Tutti questi personaggi, più o meno celebri, traggono in ogni caso un piccolo vantaggio dall’aura che il genio di Warhol riversa su di loro.
Con qualche piccolo pettegolezzo. Sembra, per esempio che Gianni Agnelli non volle mai acquistare i suoi ritratti perché lo spietato realismo di Warhol e della sua macchina fotografica avevano immortalato per sempre anche le sue rughe.
Con questa serie, Warhol traccia il quadro di un’intera società e crea una nuova forma di produzione artistica, seriale, quasi industriale.
Per la realizzazione di questi ritratti eseguiti all’interno della celebre Factory, lo studio dell’artista, Andy Warhol, all’inizio degli anni Settanta, metterà a punto un processo sistematico: trucco e ripresa dei suoi modelli con una polaroid Big Shot (il museo Warhol di Pittsburgh conserva diverse centinaia di queste fotografie alcune delle quali, sono esposte nella mostra di Parigi), scelta degli scatti, pittura e trasposizione serigrafica.
Nel 1979, il Whitney Museum aveva esposto una cinquantina di questi quadri, ma da allora e sebbene nel frattempo molte di queste opere siano assurte a icone, i quadri non hanno dato luogo all’allestimento di una mostra specifica.
La Réunion des musées nationaux di Parigi, con l’obiettivo di ricreare l’effetto del principio di ripetizione che Warhol aveva in mente nel realizzare la sua opera, presenta per la prima volta questo insieme straordinario di quadri che costituiscono una raccolta senza precedenti nella storia della pittura e della fotografia.
La mostra offre una audioguida semplice (ovviamente anche in italiano), con testi brevi, incisivi, spesso accompagnati da musica (arte onnipresente nell’opera di Warhol) e grandemente illustrativi.
Dove Galeries nationales, Grand Palais, Champs Elysées, Parigi.
Orari tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 10 alle 22, il giovedì fino alle 20.
Biglietti 11 euro, tariffa ridotta 8 euro.
Come raggiungere la mostra Metropolitana 1, 9, 13: Franklin-Roosevelt o Champs-Elysées Clemenceau.
Audioguide: cinque euro (francese, inglese, tedesco, spagnolo, italiano).
Catalogo: 368 pagine, 464 illustrazioni, 45 euro.