Patto per l'Abruzzo, incontro col governo

Sì al raccordo con i parlamentari, Confindustria a Chiodi: un assessore ai fondi europei

PESCARA. Il Patto per lo sviluppo dell'Abruzzo cambierà passo, fisserà una lista di priorità, si raccorderà con i parlamentari della regione e incontrerà i ministri per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e per lo Sviluppo, Corrado Passera.

Sono gli impegni che ha assunto il cosiddetto Tavolo di consultazione del Patto per l'Abruzzo che si è riunito, ieri neella sede della Regione a Pescara, sotto la presidenza del governatore Gianni Chiodi, e con di nuovo presenti i rappresentanti di Cna, Confesercenti e Confartigianato che, all'inizio di gennaio, erano usciti dall'intesa Regione-associazioni di categoria-sindacati-Pd (siglata il 14 aprile dell'anno scorso) in segno di protesta contro la lentezza e l'inefficacia con cui l'accordo aveva mosso i suoi primi passi.

Il primo impegno preso da Chiiodi e dal suo vice, Alfredo Castiglione, è stato quello di buttare giù un elenco di questioni da affrontare prioritariamente con il governo Monti. La lista dovrebbero contenere questi punti: utilizzo dei fondi strutturali della programmazione 2014-2020; estensione della dotazione economica alle aree di crisi oltre a quella della Valle Peligna; una volontà di massima di ridurre tasse e tariffe nel prossimo futuro; la riduzione dei costi della politica; federalismo e semplificazione della pubblica amministrazione.

Le associazioni hanno chiesto anche di intensificare le riunioni e di farle precedere da incontri su singoli gruppi di temi (con la partecipazione degli assessori regionali competenti per materia) che preparino e accelerino le decisioni da prendere poi al Tavolo di consultazione.

E durante l'incontro, diverse proposte sono arrivate dal presidente di Confindustria di Chieti, Paolo Primavera. Prima tra tutte quella di una strategia infrastrutturale che coinvolga l'intera regione, e poi, la rimodulazione dei fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) su alcuni progetti strategici, la creazione di un laboratorio regionale sotto uno specifico assessorato che si occupi solo di fondi europei, e ancora, la riforma delle strutture autorizzate (Via e conferenze dei servizi) che dovranno esprimersi solo attraverso pareri tecnici e non politici. Infine, da Primavera è arrivato l'invito ad una vera e propria riforma delle procedure di approvazione delle commissioni regionali, e a nuove iniziative sul versante del credito, il cui accesso è ancora troppo difficile.

Quanto agli incontri con i ministri Barca (che Chiodi ha detto di poter fissare a breve) e Passera, essi dovrebbero servire a inserire i temi della ricostruzione e dello sviluppo dell'Aquilano in quello più generale della crescita dell'Abruzzo.

«Il Patto è oggi una cosa seria», ha commentato Chiodi. «Una grande occasione di crescita e di sviluppo che va avanti. Attraverso il Patto abbiamo l'occasione per intervenire sulle questioni strategiche della nostra regione, contribuire alla crescita e costruire un sistema effettivamente operativo sulle aree di intervento».

«E' stato un incontro sicuramente migliore del precedente del mese scorso», ha detto Roberto Campo, segretario regionale della Uil, all'uscita dalla riunione. «Va rimodulata la programmazione del Fas Abruzzo, concentrando le risorse su obbiettivi strategici, evitando la dispersione in mille rivoli inconcludenti, come in molti casi prevede l'attuale programmazione», è stato il parese di Camillo D'Alessandro, capogruppo del Pd in consiglio regionale. «Formalizzeremo ulteriormente una proposta di rimodulazione a tutti i componenti del Patto e con loro intendiamo scrivere una proposta il più possibile condivisa ma con la chiarezza di sapere che ci sono delle priorità. Ciò significa individuare cosa viene prima e cosa dopo».

«Subito», ha aggiunto D'Alessandro, «vanno destinate risorse cospicue sul credito, la vera emergenza del sistema produttivo abruzzese. Ma non basta: il sistema bancario abruzzese, nella maggior parte dei casi, con le dovute eccezioni, rappresenta un'altra grande piaga che va sfidata e richiamata alle proprie responsabilità. Sempre con le dovute eccezioni, le banche sono le grandi assenti».

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