Pesca, la marineria riprende il largo. Con una novità
Dopo il periodo di fermo biologico, le imbarcazioni tornano in mare. Ma devono stare alla larga dalla Fossa di Pomo
PESCARA. La marineria abruzzese è tornata in mare. E nei ristoranti si potrà tornare a mangiare il pesce fresco di tutte le misure. Dopo il fermo biologico in vigore dal 28 agosto che ha interessato le zone marittime da Termoli a San Benedetto del Tronto, è stata riaperta la stagione della pesca. Questa mattina all'alba i pescherecci hanno acceso i motori e ripreso il largo. Con una novità nelle zone dove prima era possibile dedicarsi al lavoro ittico. Dal 1 giugno, tramite la firma del decreto proposto dal Sottosegretario Giuseppe Castiglione,si è deciso di vietare la pesca nella zona intorno alla Fossa di Pomo, ritenuta la zona più pescosa dell'Adriatico centrale. La Fossa prende il nome dall'isolotto vulcanico denominato in croato Jabuka, situato davanti alle coste marchigiane ed al limite estremo delle acque territoriali croate, il cui ambiente geografico e territoriale è importante per la vita di organismi marini come gli scampi, ma anche per altre specie come crostacei e molluschi che trovano rifugio nel fondale.Fossa di Pomo è un'area fondamentale per la presenza di pesci,in particolare banchi di naselli e luogo scvelto per la riproduzione di questi. Negli ultimi anni quest'area è stata a lungo sfruttata dalla pesca. Di qui la necessità di tutelarla e di proteggere l'ecosistema marittimo. Le autorità italiane e croate hanno quindi trovato un accordo per vietare lo sfruttamento e la pesca a strascico di questo tratto di mare, per salvaguardare in questo modo gli organismi presenti e la loro riproduzione. La Fossa di Pomo è supervisionata dalla Guardia costiera attraverso un sistema radar affinché nessun pescatore possa buttare lì le reti.