Pescara, il ponte del Mare perde il rivestimento in acciaio
L’Aca chiede al Comune di eliminare un pezzo della copertura a causa di problemi tecnici. Un danno dal punto di vista estetico
PESCARA. Il ponte del Mare rischia di perdere la sua bellezza per un problema tecnico. Il presidente della commissione lavori pubblici Armando Foschi ha annunciato ieri che una parte della struttura in acciaio, che riveste l’asse ciclopedonale, dovrà essere tolta per consentire la manutenzione delle sei pompe idrovore sottostanti utilizzate per la raccolta delle acque piovane. Manca lo spazio per fare i lavori. Un danno enorme dal punto di vista estetico, perché un pezzo del ponte rimarrà senza copertura, con il cemento bianco in bella vista. La notizia, appena diffusa, ha fatto scattare subito l’allarme. A un mese e mezzo dall’inaugurazione, l’opera simbolo di Pescara rischia così perdere il suo splendore, come una bella donna sfigurata da uno sfregio. Ma l’opposizione ha parlato di polemiche inutili: il problema sarebbe stato già risolto durante la costruzione.
POMPE IDROVORE BLOCCATE L’allarme è scattato durante i lavori della commissione lavori pubblici, presieduta da Foschi. I tecnici dell’Aca, intervenuti alla riunione, hanno fatto presente le grosse difficoltà riscontrate, a causa del ponte, per effettuare la manutenzione delle pompe idrovore, la cui gestione è passata il 31 dicembre scorso dal Consorzio di bonifica all’azienda acquedottistica. Gli impianti, che svolgono una funzione importantissima perché vengono utilizzati per drenare l’acqua piovana in caso di forti piogge, si trovano proprio sotto la rampa di accesso al ponte dalla parte della Madonnina. Secondo Foschi, l’altezza della rampa non sarebbe sufficiente a consentire il movimento di una gru per estrarre le idrovore per la pulizia. Il problema si era già presentato lo scorso 31 dicembre e il Comune era stato costretto a chiudere il ponte per far salire sulla rampa una gru. Ma l’operazione ha comportato dei pericoli.
«IL COMUNE ERA STATO AVVERTITO» Si sapeva dalla costruzione del ponte che l’asse ciclopedonale avrebbe comportato dei seri problemi alla manutenzione delle pompe. Stiamo parlando del 2008, quando la città era governata dalla precedente amministrazione. In proposito, il presidente della commissione ha rivelato un particolare di cui in pochi sarebbero a conoscenza. «Il direttore dei lavori del ponte del Mare Nicola Di Mascio», ha raccontato Foschi, «aveva predisposto, durante la fase realizzativa dell’opera, uno spostamento di circa 70 centimetri della rampa, l’unico intervento possibile visto che nel frattempo era stato già installato il pilastro proprio sopra una delle condotte dell’Aca». Ma quello spostamento, secondo Foschi, non avrebbe portato grossi benefici. Così, dopo appena 23 giorni dall’inaugurazione avvenuta l’8 dicembre scorso, sono emersi i primi problemi.
IL PONTE SFIGURATO Adesso, l’unica soluzione possibile sarebbe quella di togliere una parte della gabbia di metallo che riveste l’asse ciclopedonale, utilizzata per nascondere la struttura di cemento armato. L’Aca ha fatto presente la necessità e l’urgenza di rimuovere la parte bassa della griglia per 20 metri lineari lungo l’asse del ponte, partendo dalla Madonnina.
SCOPPIA LA POLEMICA «La rimozione della struttura in acciaio», ha osservato Foschi, «rappresenterà una ferita, dal punto di vista estetico. Resta l’amarezza per un disagio che era stato più volte denunciato alla precedente amministrazione».
«L’argomento è stato affrontato e già risolto», ha replicato il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio, «la direzione dei lavori ha previsto un diverso sistema di aggancio del carterino di protezione del ponte che ne consente uno smontaggio facile». Ma Foschi ha ribadito la necessità di eliminare la grata. «Il Pd sapeva e ignorò il problema», ha concluso.
POMPE IDROVORE BLOCCATE L’allarme è scattato durante i lavori della commissione lavori pubblici, presieduta da Foschi. I tecnici dell’Aca, intervenuti alla riunione, hanno fatto presente le grosse difficoltà riscontrate, a causa del ponte, per effettuare la manutenzione delle pompe idrovore, la cui gestione è passata il 31 dicembre scorso dal Consorzio di bonifica all’azienda acquedottistica. Gli impianti, che svolgono una funzione importantissima perché vengono utilizzati per drenare l’acqua piovana in caso di forti piogge, si trovano proprio sotto la rampa di accesso al ponte dalla parte della Madonnina. Secondo Foschi, l’altezza della rampa non sarebbe sufficiente a consentire il movimento di una gru per estrarre le idrovore per la pulizia. Il problema si era già presentato lo scorso 31 dicembre e il Comune era stato costretto a chiudere il ponte per far salire sulla rampa una gru. Ma l’operazione ha comportato dei pericoli.
«IL COMUNE ERA STATO AVVERTITO» Si sapeva dalla costruzione del ponte che l’asse ciclopedonale avrebbe comportato dei seri problemi alla manutenzione delle pompe. Stiamo parlando del 2008, quando la città era governata dalla precedente amministrazione. In proposito, il presidente della commissione ha rivelato un particolare di cui in pochi sarebbero a conoscenza. «Il direttore dei lavori del ponte del Mare Nicola Di Mascio», ha raccontato Foschi, «aveva predisposto, durante la fase realizzativa dell’opera, uno spostamento di circa 70 centimetri della rampa, l’unico intervento possibile visto che nel frattempo era stato già installato il pilastro proprio sopra una delle condotte dell’Aca». Ma quello spostamento, secondo Foschi, non avrebbe portato grossi benefici. Così, dopo appena 23 giorni dall’inaugurazione avvenuta l’8 dicembre scorso, sono emersi i primi problemi.
IL PONTE SFIGURATO Adesso, l’unica soluzione possibile sarebbe quella di togliere una parte della gabbia di metallo che riveste l’asse ciclopedonale, utilizzata per nascondere la struttura di cemento armato. L’Aca ha fatto presente la necessità e l’urgenza di rimuovere la parte bassa della griglia per 20 metri lineari lungo l’asse del ponte, partendo dalla Madonnina.
SCOPPIA LA POLEMICA «La rimozione della struttura in acciaio», ha osservato Foschi, «rappresenterà una ferita, dal punto di vista estetico. Resta l’amarezza per un disagio che era stato più volte denunciato alla precedente amministrazione».
«L’argomento è stato affrontato e già risolto», ha replicato il consigliere del Pd Enzo Del Vecchio, «la direzione dei lavori ha previsto un diverso sistema di aggancio del carterino di protezione del ponte che ne consente uno smontaggio facile». Ma Foschi ha ribadito la necessità di eliminare la grata. «Il Pd sapeva e ignorò il problema», ha concluso.