I CONSIGLI DEL MEDICO
Pesce crudo solo se congelato
PESCARA. «Pescatori e ristoratori non se la prendano, ma il problema esiste ed è bene che la gente lo conosca». Il professor Giacomo Gidaro non si stanca di ripeterlo: «Mangiare pesce crudo può essere pericoloso, così come fumare è pericoloso. Basta saperlo e valutarne i rischi. Poi bisogna chiarire altre cose».
Lo faccia professore.
«Ovvio che non tutti coloro che mangiano pesce crudo incorrono nei problemi capitati a tanti nostri pazienti (32 i casi rilevati tra Chieti e Pescara ndr negli ultimi tre anni). Con questo voglio dire che non tutti sono costretti a operarsi d'urgenza però sono molto frequenti altre conseguenze, che spesso rimangono silenti. E' il caso delle allergie al pesce o gli shock anafilattici che queste allergie sono in grado di provocare».
E' per questo che a Pescara si è costituita la Sisan, una società che si occuperà del problema dell'anisakis cercando di rilevarne l'incidenza con uno studio epidemiologico, e tentando di avviare una rigorosa campagna di prevenzione.
«Qui bisogna subito sgomberare il campo da un equivoco», prosegue Gidaro, «l'anisakis nel pesce c'è sempre stata, dunque non è un problema di inquinamento del mare. La differenza è che, diversamente dal passato, siamo più consapevoli dei danni che possiamo causare alla nostra salute quando mangiano pesce crudo senza prendere precauzioni». Quali precauzioni? «Semplice: basta congelare il pesce a meno 20 gradi per almeno 24 ore, così le larve muoiono e non provocano più effetti dannosi».
Lo faccia professore.
«Ovvio che non tutti coloro che mangiano pesce crudo incorrono nei problemi capitati a tanti nostri pazienti (32 i casi rilevati tra Chieti e Pescara ndr negli ultimi tre anni). Con questo voglio dire che non tutti sono costretti a operarsi d'urgenza però sono molto frequenti altre conseguenze, che spesso rimangono silenti. E' il caso delle allergie al pesce o gli shock anafilattici che queste allergie sono in grado di provocare».
E' per questo che a Pescara si è costituita la Sisan, una società che si occuperà del problema dell'anisakis cercando di rilevarne l'incidenza con uno studio epidemiologico, e tentando di avviare una rigorosa campagna di prevenzione.
«Qui bisogna subito sgomberare il campo da un equivoco», prosegue Gidaro, «l'anisakis nel pesce c'è sempre stata, dunque non è un problema di inquinamento del mare. La differenza è che, diversamente dal passato, siamo più consapevoli dei danni che possiamo causare alla nostra salute quando mangiano pesce crudo senza prendere precauzioni». Quali precauzioni? «Semplice: basta congelare il pesce a meno 20 gradi per almeno 24 ore, così le larve muoiono e non provocano più effetti dannosi».