Petrolio, scontro sul convegno

No degli ambientalisti. Rainone: vogliamo solo discutere

PESCARA. Sarà un dibattito senza ambientalisti quello organizzato dall'Università d'Annunzio venerdì a conclusione della giornata di studi sugli "Idrocarburi in Abruzzo". Wwf e Legambiente hanno declinato l'invito del professor Mario Rainone, geologo, animatore dell'iniziativa. Un netto no è arrivato anche da Maria Rita D'Orsogna, punto di riferimento dei molti comitati di cittadini che si oppongono alla cosiddetta petrolizzazione della regione. Rainone va comunque avanti, anche se la sua casella di posta elettronica è intasata da centinaia di messaggi di protesta, qualcuno anche dai toni poco rassicuranti, tanto da indurre Rainone a rivolgersi alla Polizia postale.

Professore, il convegno si fa comunque anche senza ambientalisi?
«Certo che lo facciamo, il mio intento è quello di mettere alcuni paletti su questa questione del petrolio».

L'accusano di essere dalla parte dei petrolieri.
«Io non mi sento di essere messo nella lista degli antiambientalisti. Anche il mio percorso professionale lo prova. A Roma il progetto per il megaparcheggio del Pincio è stato fatto saltare da me e da un mio collega assieme a Wwf e Legambiente; sono stato tra i redattori del piano paesistico delle Marche, uno dei più vincolistici, collaboro con il ministero dell'Ambiente e con la Forestale».

I suoi critici dicono che le relazioni sono tutte a favore del petrolio.
«L'idea di questa giornata di studi è di riportare la verità su alcuni aspetti tecnico-scientifici della questione: se io mi devo leggere sui giornali che se salta un pozzo a mare avremo un disastro come nel Golfo del Messico io dico che è una cosa impossibile sotto il profilo tecnico. Se mi si dice come fa il consigliere dei Verdi Caporale che l'emungimento di gas a Bomba provocherà un effetto Vajont, dico che è terrorismo psicologico. Quando sono state realizzate le due gallerie del Gran Sasso alcune falde si sono abbassate anche di 700 metri, non è che si è abbassato il Gran Sasso. L'emungimento avviene dai calcari a 1200 metri di profondità e al gas si sostituisce l'acqua. Io piuttosto avrei paura di alcune discariche qui in Abruzzo».

Ma le tre relazioni?
«Non sono opinioni ma interventi tecnici. Quello sui play petroliferi in Abruzzo descrive come sono fatti i giacimenti, c'è poi il discorso economico dietro al petrolio, che non è un'economia speculativa. Il centro oli, la raffinazione, è un altro discorso. Anch'io ero contrario. Ma il problema è un altro, io dico: abbiamo delle risorse fossili sul territorio, parliamone, andiamo a valutare se è conveniente o no sfruttarle. A me non compete fare delle scelte, ma non posso accettare le demonizzazioni. Io voglio confrontarmi su base logica e non ideologica».

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