E la Cgil attacca la linea rassicurante del governatore: «Adesso indichi quale sarà la sua strategia»
Più povertà e meno spesa sociale
Castellucci: Pescara è la provincia che avrà le maggiori difficoltà nel 2011
PESCARA. «Il governatore Chiodi fa continui richiami alla responsabilità di tutti, ma la sua lettura sulla condizione economico-sociale dell'Abruzzo sembra un po' fuori dalla realtà». Sono pessimistiche le previsioni che la Cgil traccia nel bilancio di fine anno, nella convinzione che il peggio della crisi non è affatto passato. «I dati in nostro possesso», osserva il segretario della Cgil pescarese, Paolo Castellucci, «ci dicono che nel 2011, in Abruzzo, la disoccupazione dovrebbe toccare l'11 per cento, con una punta del 18% in provincia di Pescara».
Il guaio è che all'aumento della povertà corrisponde un taglio secco della spesa sociale. «In una situazione come questa non servono i messaggi rassicuranti. E descrivere, come fa il presidente della Regione, la nostra condizione con affermazioni retoriche, non serve a fare passi avanti». Per Castellucci, Chiodi, «che si definisce esperto di exit strategy, deve dirci come si può uscire da una crisi che in provincia di Pescara produrrà una riduzione dei fondi per il sociale stimata nel 40%, con ricadute inevitabili sui servizi e l'assistenza delle fasce più deboli della popolazione».
La politica sociale è prioritaria nelle analisi del più rappresentativo sindacato dei lavoratori. E il taglio del 50% delle risorse nazionali per l'Abruzzo è la chiave per comprendere perché si passerà dai 18 milioni di fondi erogati nel passato agli attuali 9,5. Non va meglio sul capitolo dei trasporti. Così i ridimensionamenti di spesa (135 milioni di euro), innescati dalle politiche di risanamento del deficit sanitario, provocheranno l'aumento delle tariffe e dei biglietti dei bus. Che graverà ancora una volta sulle spalle di pensionati, studenti e pendolari.
«La garanzia di un quadro sociale stabile», riprende Castellucci «è condizione essenziale per la tenuta civile e democratica, perché nel momento in cui ci sono famiglie normali che si rivolgono alla Caritas, e non c'è più un modo per assicurare un livello di vita sostenibile, allora tutti rischiamo la deriva e l'imbarbarimento». Se le proiezioni sulla disoccupazione saranno confermate, l'aumento dei nuovi poveri non si arresterà nel 2011, visto anche il crescente numero di pensionati che in Abruzzo (220 mila su un totale di 376 mila) percepiscono pensioni sociali da 400 euro al mese. A conferma di questa ipotesi, Castellucci indica altri dati, come quelli che riguardano gli iscritti ai Centri per l'impiego e l'aumento delle ore di cassa integrazione in deroga (passate da 113 mila a 884 mila). «I lavoratori iscritti agli ex uffici di collocamento», annota, «sono arrivati nel terzo trimestre 2010 a 44.998, con un aumento di 6.635 unità rispetto al 2009».
Così lo stato di crisi rischia di ampliarsi se, come sembra, nel prossimo anno la cassa integrazione in deroga non sarà rinnovata per 1100 lavoratori di Pescara e provincia. Di fronte a un tale scenario, per la Cgil, la classe politica regionale ha un solo modo per farsi carico delle proprie responsabilità: aprire un confronto con le parti sociali e reperire le risorse. «Dove sono le risorse? Se la Regione», chiude Castellucci, «trova un milione di euro per le comunicazioni dell'ufficio di presidenza, avrà certamente la possibilità di attingere qualche risorsa per alleviare i costi pesantissimi della crisi sui cittadini più deboli». (f.c.)
Il guaio è che all'aumento della povertà corrisponde un taglio secco della spesa sociale. «In una situazione come questa non servono i messaggi rassicuranti. E descrivere, come fa il presidente della Regione, la nostra condizione con affermazioni retoriche, non serve a fare passi avanti». Per Castellucci, Chiodi, «che si definisce esperto di exit strategy, deve dirci come si può uscire da una crisi che in provincia di Pescara produrrà una riduzione dei fondi per il sociale stimata nel 40%, con ricadute inevitabili sui servizi e l'assistenza delle fasce più deboli della popolazione».
La politica sociale è prioritaria nelle analisi del più rappresentativo sindacato dei lavoratori. E il taglio del 50% delle risorse nazionali per l'Abruzzo è la chiave per comprendere perché si passerà dai 18 milioni di fondi erogati nel passato agli attuali 9,5. Non va meglio sul capitolo dei trasporti. Così i ridimensionamenti di spesa (135 milioni di euro), innescati dalle politiche di risanamento del deficit sanitario, provocheranno l'aumento delle tariffe e dei biglietti dei bus. Che graverà ancora una volta sulle spalle di pensionati, studenti e pendolari.
«La garanzia di un quadro sociale stabile», riprende Castellucci «è condizione essenziale per la tenuta civile e democratica, perché nel momento in cui ci sono famiglie normali che si rivolgono alla Caritas, e non c'è più un modo per assicurare un livello di vita sostenibile, allora tutti rischiamo la deriva e l'imbarbarimento». Se le proiezioni sulla disoccupazione saranno confermate, l'aumento dei nuovi poveri non si arresterà nel 2011, visto anche il crescente numero di pensionati che in Abruzzo (220 mila su un totale di 376 mila) percepiscono pensioni sociali da 400 euro al mese. A conferma di questa ipotesi, Castellucci indica altri dati, come quelli che riguardano gli iscritti ai Centri per l'impiego e l'aumento delle ore di cassa integrazione in deroga (passate da 113 mila a 884 mila). «I lavoratori iscritti agli ex uffici di collocamento», annota, «sono arrivati nel terzo trimestre 2010 a 44.998, con un aumento di 6.635 unità rispetto al 2009».
Così lo stato di crisi rischia di ampliarsi se, come sembra, nel prossimo anno la cassa integrazione in deroga non sarà rinnovata per 1100 lavoratori di Pescara e provincia. Di fronte a un tale scenario, per la Cgil, la classe politica regionale ha un solo modo per farsi carico delle proprie responsabilità: aprire un confronto con le parti sociali e reperire le risorse. «Dove sono le risorse? Se la Regione», chiude Castellucci, «trova un milione di euro per le comunicazioni dell'ufficio di presidenza, avrà certamente la possibilità di attingere qualche risorsa per alleviare i costi pesantissimi della crisi sui cittadini più deboli». (f.c.)
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