Piccone a Chiodi: fase 2 per la sanità

Il coordinatore Pdl: bene sui conti ma serve un cambio di passo nei servizi

AVEZZANO. Per il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone, non è facile coniugare il suo ruolo nel partito di governo e contemporaneamente difendere il territorio. Il rigore dei conti, manifestato dal commissario regionale alla Sanità, Gianni Chiodi, va fatto conciliare con la sostenibilità dei servizi, parafrasando il presidente del consiglio, Mario Monti.

«Con la cosiddetta Fase uno», afferma Piccone, «si sta concludendo una necessaria attività di risanamento che il commissario Chiodi ha portato avanti con risultati soddisfacenti. Questo è il momento del cambio di passo per consentire alla sanità di questa regione di rimettersi al passo con i territori più all'avanguardia, dal punto di vista dei servizi».

Non pensa che il risanamento del bilancio stia passando attraverso il taglio di servizi sanitari essenziali?

«Non credo che ciò stia avvenendo, ma ritengo che siamo ancora in grado di apportare eventuali correttivi. L'impegno del Pdl è stato sempre quello di salvaguardare la salute dei cittadini abruzzesi e non faremo un mezzo passo indietro rispetto a ciò»

Il piano sanitario della Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila non va esattamente in questa direzione.
«E infatti, proprio perché il piano non mi piace, ho preso una posizione chiara, di non condivisione. Ci sono due grossi problemi: uno è rappresentato dalla neurochirurgia ad Avezzano. Il commissario Chiodi, la vice Giovanna Baraldi e il manager Giancarlo Silveri si sono impegnati a salvaguardare questo reparto, trasformandolo da unità complessa a unità semplice dipartimentale. Devono mantenere l'impegno per rispetto di questo territorio».

Il secondo problema?
«Il punto nascite a Sulmona. Ma voi pensate davvero che sia possibile per una gestante di Castel di Sangro mettere al mondo un bambino senza una struttura adeguata nelle vicinanze? Dove dovrebbe partorire? Ad Avezzano che dista un'ora e mezza? Il rischio è che possa rivolgersi all'ospedale di Isernia».

Quello della mobilità passiva è un altro problema serio. Molti preferiscono spostarsi fuori regione dove trovano servizi migliori.
«È proprio per questo che il cambio di passo deve essere fermo e deciso. Sono convinto che possiamo farcela, e dobbiamo essere bravi a conciliare la cura dei conti e la salvaguardia dei servizi. La ricetta? Stop agli sprechi che si sono registrati in passato. Virtuosismo economico e ottimizzazione dei servizi possono aiutarci a crescere».

D'accordo, ma quando parla di cambio di passo non pensa che sia insufficiente questo "modus operandi"?

«Bisogna anche sbloccare alcuni finanziamenti che da qualche anno ci impediscono di cambiare velocità. Un esempio è fornito dai 250 milioni di euro che sono pronti per costruire un nuovo ospedale ad Avezzano. Con la Fase due sono convinto che Chiodi sarà in grado di utilizzarli subito e al meglio».

Non crede che manchi un apporto decisivo da parte delle direzioni generali delle Asl?
«Anche i manager pagano la politica del rigore, ma va sottolineato che a differenza di Regione e Province un'azienda sanitaria si può organizzare con una certa autonomia. Sono convinto che i quattro manager e il commissario alla Sanità possano d'ora in poi vedersi di più e concertare una politica sanitaria all'altezza della situazione».

E il rapporto tra pubblico e privato?
«Bisogna trovare una complementarietà tra pubblico e privato in modo che ci sia un'offerta sostenibile perché in passato si sono verificati troppi doppioni inutili».

La richiesta di Mascitelli.
«Peccato che il senatore Piccone si accorga delle incongruenze e delle arbitrarietà del Piano operativo sanitario, che stanno penalizzando, oltre ogni misura sopportabile, centri importanti come la Marsica e la Valle Peligna, soltanto ora e in notevole ritardo rispetto ai guasti che queste scelte commissariali stanno producendo in tutta la regione e non solo su un unico ambito territoriale».

Alfonso Mascitelli, segretario e coordinatore regionale dell'Idv, commenta così la richiesta da parte di Filippo Piccone di un incontro con il presidente Chiodi per esprimere il suo dissenso sulle scelte in materia sanitaria per i territori di Sulmona ed Avezzano.

«Spero», continua Mascitelli, «se le rappresentanze istituzionali hanno pari dignità, che l'incontro che il commissario Chiodi riserverà a un senatore del suo stesso partito lo conceda, per par condicio, anche agli altri parlamentari, viste le enormi difficoltà che stiamo avendo, su tutto l'ambito sanitario, nel comprendere le scelte imposte e i criteri adottati sia nel pubblico che nel privato».

«C'è un'anomalia di fondo», aggiunge il parlamentare dell'Idv, «in una Regione una gestione della sanità solitaria e autoreferenziale da parte di un commissario e di un sub-commissario che hanno esautorato il consiglio regionale delle sue funzioni di programmazione di controllo. Il commissariamento non significa gestione padronale della sanità ma che il commissario ha l'obbligo di spiegare le ragioni di scelte che cambieranno la sanità dell'Abruzzo nei prossimi vent'anni. Il presidente Chiodi, pur essendo commissario di governo, si è sempre ben guardato dal convocare i parlamentari e i capigruppo regionali si destra e di sinistra per illustrare i suoi programmi di ristrutturazione».

Rispetto alla raccomandazione di Mascitelli per un incontro con Chiodi, Piccone fa sfoggio di ironia: «A Mascitelli dico che lo invito ufficialmente, non mi sarei mai permesso di parlare con Chiodi senza di lui».

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