Un giovane appena sottoposto alla vaccinazione anti Covid-19

CORONAVIRUS ABRUZZO

Prevale la variante Delta: "L’immunità si allontana"

L’infettivologo Parruti: "Troppo contagiosa, così non basta l’80% dei vaccinati. Terza dose? Per i pazienti più fragili è necessaria, per gli altri aspettiamo dati più precisi

PESCARA. In Abruzzo la variante Delta domina toccando, secondo gli ultimi sequenziamenti, picchi del 100% a Pescara e prevalendo nel resto della regione. Sulla base di questi dati l’infettivologo Giustino Parruti avverte: "Così l’attuale concetto di immunità di gregge viene messo in discussione". Per l’esperto sono troppo alte la diffusività e contagiosità di questa variante per pensare che otto persone su dieci vaccinate possano essere sufficienti a dire di aver raggiunto la tanto sospirata immunità di gregge. Dalla situazione epidemiologica al tema delle terze dosi, fino alle prospettive per l’autunno, Parruti traccia una linea sul quadro attuale della pandemia.
Professore, qual è ad oggi la situazione dei contagi nella nostra regione?
"Secondo un nuovo dato abbiamo raggiunto il 100% di variante Delta a Pescara mentre in Abruzzo ha un’alta prevalenza. Un contesto epidemiologico che è caratterizzato, quindi, dalla circolazione di una variante ad altissima diffusività. È più contagiosa e più patogena. Se fosse meno contagiosa basterebbe la protezione di 8 persone su dieci, ma allo stato attuale due su dieci non protette rappresentano un fattore di rischio".
Quindi?
"Quindi l’80% che alcuni tra gli esperti avevano ipotizzato come un livello sufficiente a sostenere di aver raggiunto l’immunità di gregge, basato sui dati della prima variante, non basta più a fermare la contagiosità per una variante così penetrante. Il messaggio da lanciare è che dobbiamo cercare di alzare il numero dei vaccinati, pertanto è opportuno trovare tutte le risorse di persuasione, di comunicazione, di convincimento per raggiungere almeno il 90% di copertura se vogliamo vivere un autunno più sereno".
Qual è il suo pensiero rispetto alla somministrazione delle terze dosi?
"È sicuramente importante negli ultraottantenni e nei pazienti con immunodeficit. La terza dose trova una percentuale di persone verso le quali è necessaria e non controproducente. Per quanto riguarda quelle con un “normale” profilo immunitario, invece, al momento non abbiamo dati tanto forti da poter dire che sia davvero necessaria. Li aspettiamo per capire se per loro bisognerà avviare la fase delle terze dosi con gli attuali tipi di vaccino o se possiamo attendere l’arrivo delle dosi universali, che probabilmente ci daranno una copertura permanente. Si tratta di sieri che sono in fase di studio, ma è solo una questione di tempo e speriamo che ci porti ad avere uno scenario di maggiore controllo".

Giustino Parruti, direttore dell’Unità di Malattie Infettive dell’ospedale di Pescara
 

Ipotizzando la necessità della terza dose immediata, pensa che sia opportuno variare la tipologia di vaccino da somministrare?
"Per chi, ad esempio, ha ricevuto AstraZeneca, sicuramente una terza dose con Pfizer o Moderna potrebbe giovare. Per chi ha ricevuto già queste ultime due, invece, ritengo opportuno che si sottopongano allo stesso vaccino".
E sull’obbligatorietà dei vaccini cosa pensa?
"Personalmente sono sempre molto titubante sotto questo aspetto. Trovo più giusto che si prosegua con campagne che facciano capire a tutti quanto sia importante la vaccinazione. Nelle ultime settimane la fiducia è cresciuta e dobbiamo continuare così. Penso che si possa vaccinare senza problemi il 96% della popolazione. Rimarrà fuori uno zoccolo di ideologi irragionevoli".
È preoccupato per la riapertura delle scuole?
"Il ritorno in classe è inevitabile e ci dobbiamo provare. D’altronde ci sono protocolli precisi, non è una riapertura improvvisata. Se tutto andrà bene, vorrà dire che avremo fatto un buon lavoro per la sicurezza sia degli studenti che degli insegnanti".
Cosa dobbiamo aspettarci per l’autunno?
"Siamo arrivati come ad una sorta di plateau. Sono pochissimi, ad oggi, quelli sottoposti ad assistenza ventilatoria per insufficienza respiratoria. Le patologie serie le stiamo osservando nei non vaccinati che, per fortuna, in Abruzzo restano una scarsa percentuale di popolazione. Se su questi continuiamo a lavorare da qui al 15 ottobre, che è ancora un periodo piuttosto lungo, potremo avere un autunno tranquillo. Io sono molto fiducioso sotto questo aspetto".
Per concludere cosa si sente di dire agli abruzzesi?
"Chiamateci, scriveteci, cercate un fiducioso contatto con le strutture sanitarie. Personalmente ogni giorno ricevo tra le dieci e le quindici mail a cui cerco di rispondere. Vaccinarsi resta fondamentale".
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