Province, in Abruzzo 725 esuberi da ricollocare ed è caos deleghe
La Regione in ritardo sul trasferimento delle competenze. E Del Corvo (L’Aquila) convoca un consiglio straordinario
PESCARA. La riforma delle Province e il passaggio di alcune competenze alle Regioni comporterà per i quattro enti abruzzesi un esubero di personale a tempo indeterminato di 725 unità. Il calcolo l’ha fatto l’Unione province italiane sulla base dei criteri stabiliti dalla riforma Delrio. L’Aquila ne perderebbe 263, seguita da Teramo (160), Chieti (152), Pescara (150).
Nessuno probabilmente sarà licenziato, ma sulla ricollocazione (in Regione? nei Comuni?) c’è confusione. Anche perché, dice Antonio Del Corvo, presidente della Provincia dell’Aquila, «la Regione non ha ancora ripreso le deleghe. Se il primo gennaio lo fa, quel personale in esubero non ci serve più e noi andiamo avanti bene con chi resta ad occuparci di ambiente, strade ed edilizia scolastica». Il guaio è che la Regione non decide, anzi. La scorsa settimana la giunta ha inviato, secondo prassi, al Consiglio delle autonomie, presieduto proprio da Del Corvo «l’ennesima legge che delega alle province alcune funzioni. E noi chiaramente l’abbiamo bocciata». Nel frattempo dal governo e in particolare dal ministro Lanzetta arrivano alle Province sollecitazioni a mantenere attivi i servizi, anche se con i tagli alle risorse il compito si fa sempre più difficile.
Oggi Del Corvo ha convocato su questi temi un consiglio straordinario al quale ha invitato le altre tre province e la Regione. Preoccupato anche il presidente della provincia di Chieti, Mario Pupillo, che tra tutte le Province abruzzesi è quella che ha subito il taglio più forte dei trasferimenti dallo Stato(-52% dal 2010 a oggi). «Siamo in una fase legislativa e amministrativa molto confusa», dice Pupillo, «la Legge di Stabilità non ancora si esprime al proposito, dovrebbe farlo a giorni. Sembra che sia stata eliminata la possibilità del prepensionamento, che sarebbe stato come una sorta di ammortizzatore sociale. La Provincia diventa un’agenzia per i Comuni, che si occupa di viabilità, scuole e ambiente. Tutto il resto viene alienato, ma a chi non ancora si capisce. E’ ancora una fase caotica».
Secondo Pupillo, «il personale dovrebbe essere ricollocato in altre strutture: comuni, tribunali, Inps. Ma a Chieti stiamo ancora decidendo se chiedere il dissesto o chiudere un bilancio di riequilibrio. Speriamo in alcuni emendamenti alla Legge di Stabilità, uno che prevede la soppressione delle rate dei mutui alla Cassa depositi e prestiti, che ci farebbe risparmiare 9 milioni di euro, e un altro secondo il quale le cinque Province in pre-dissesto, com’è quella di Chieti, non subiscano tagli per il 2015».
(Ha collaborato
Stefania Sorge)
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