Psichiatria, Abruzzo all'anno zero
Appello al senatore Marino per malati e operatori dell'ex gruppo Villa Pini
CHIETI. «Cinico disinteresse del governo regionale, mancato rispetto degli impegni finanziari, malati privati dei livelli essenziali di assistenza e 23 operatori sanitari allo sbando». La condizione della psichiatria in Abruzzo sembra lontana dall'aver consolidato uno standard accettabile di civiltà. A testimoniarlo è la Cgil funzione pubblica Abruzzo, che chiede aiuto al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficienza ed efficacia del servizio sanitario nazionale, senatore Ignazio Marino, già artefice di una indagine sulla condizione dei malati a Villa Pini, per segnalare i guai del centro psicoriabilitativo Azienda agricola di Ripa Teatina. Struttura che fino a qualche mese fa faceva capo proprio all'ex re delle cliniche, Enzo Angelini, e che dopo il fallimento del gruppo sanitario privato è passata sotto la gestione (in affitto) della Casa di Cura Abano Terme di cui è titolare il manager pescarese Nicola Petruzzi.
L'Azienda, ospita 35 pazienti, otto provenienti da ospedali psichiatrici giudiziari. La condizione di pazienti e lavoratori è preoccupante per la mancata voltura dell'accreditamento disposta dal commissario alla Sanità Chiodi e dalla sub commissario Baraldi, nel marzo scorso, con la conseguente diffida e minaccia di ricorso all'autorità giudiziaria penale da parte di Petruzzi.
«Desta sconcerto e riprovazione il cinico disinteresse del governo regionale», scrivono Angela Scottu e Carmine Ranieri della Cgil, «che pur conoscendo da tempo le problematiche dell'Azienda, ha ritenuto di non dover intervenire se non per negare la voltura del contratto di accreditamento. Sino a oggi, nonostante la rinnovata richiesta di trovare una soluzione, sia pure in termini provvisori, il silenzio della Regione è tombale. Come se il problema di garantire un livello essenziale di assistenza, come quello psichiatrico, non la riguardasse. Men che meno, evidentemente, le interessa l'incerto futuro di 23 lavoratori provati dalle travagliate vicende del fallimento Villa Pini».
La Asl di Chieti ha bloccato la delibera di pagamento di tutte le fatturazioni emesse dalla Casa di Cura Abano Terme per le attività sanitarie accreditate da ottobre 2010, con la motivazione di dover stralciare la posizione dell'Azienda agricola causa la mancata voltura dell'accreditamento. Per Azienda agricola, il credito vantato dalla Casa di Cura Abano Terme è pari a 700mila euro, mentre per le altre attività sanitarie si parla di milioni di euro. «A questo punto», riprendono Scottu e Ranieri, «c'è da pensare che il disinteresse della Regione faccia il paio con un bieco calcolo di risparmio della spesa sulla pelle dei malati». (cr.re.)
L'Azienda, ospita 35 pazienti, otto provenienti da ospedali psichiatrici giudiziari. La condizione di pazienti e lavoratori è preoccupante per la mancata voltura dell'accreditamento disposta dal commissario alla Sanità Chiodi e dalla sub commissario Baraldi, nel marzo scorso, con la conseguente diffida e minaccia di ricorso all'autorità giudiziaria penale da parte di Petruzzi.
«Desta sconcerto e riprovazione il cinico disinteresse del governo regionale», scrivono Angela Scottu e Carmine Ranieri della Cgil, «che pur conoscendo da tempo le problematiche dell'Azienda, ha ritenuto di non dover intervenire se non per negare la voltura del contratto di accreditamento. Sino a oggi, nonostante la rinnovata richiesta di trovare una soluzione, sia pure in termini provvisori, il silenzio della Regione è tombale. Come se il problema di garantire un livello essenziale di assistenza, come quello psichiatrico, non la riguardasse. Men che meno, evidentemente, le interessa l'incerto futuro di 23 lavoratori provati dalle travagliate vicende del fallimento Villa Pini».
La Asl di Chieti ha bloccato la delibera di pagamento di tutte le fatturazioni emesse dalla Casa di Cura Abano Terme per le attività sanitarie accreditate da ottobre 2010, con la motivazione di dover stralciare la posizione dell'Azienda agricola causa la mancata voltura dell'accreditamento. Per Azienda agricola, il credito vantato dalla Casa di Cura Abano Terme è pari a 700mila euro, mentre per le altre attività sanitarie si parla di milioni di euro. «A questo punto», riprendono Scottu e Ranieri, «c'è da pensare che il disinteresse della Regione faccia il paio con un bieco calcolo di risparmio della spesa sulla pelle dei malati». (cr.re.)
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