«Psichiatria e collusioni con i privati»Baraldi parla alla commissione Marino

Prima audizione sui retroscena che hanno provocato la voragine regionale dei debiti

PESCARA. Il nuovo ruolo centrale della psichiatria dopo lo «tsunami Villa Pini», con il caso dei malati ospitati nei centri di riabilitazione giudicati inidonei e poi smobilitati. Ma anche il ruolo svolto dall'imprenditoria privata nel disastro sanitario ereditato dalla giunta Chiodi, con la voragine debitoria che terrà inchiodato per anni il bilancio regionale condizionandone la politica delle risorse.

Sono i temi sui quali si è intrattenuta a lungo la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, che ieri ha ascoltato la subcommissario abruzzese Giovanna Baraldi, anche in relazione alle vicende che hanno coinvolto i pazienti ricoverati nelle strutture - Villette e Paolucci - della clinica Villa Pini, a Chieti.

«Dalla subcommissario abbiamo avuto risposte chiare e rassicuranti sugli ospedali psichiatrici giudiziari». A dirlo è il senatore del Pd, Ignazio Marino, presidente della Commissione speciale. «Circa il 30 per cento delle persone internate negli ospedali psichiatrici» annota «non è socialmente pericoloso, quindi è chiuso in strutture che, di fatto, hanno tutte le caratteristiche di un carcere senza che da parte dello Stato vi sia nessun diritto di tenerlo lì. L'Abruzzo ha cinque persone non socialmente pericolose distribuite negli ospedali psichiatrici giudiziari italiani. Una persona è stata già riaccolta sul territorio abruzzese. La subcommissario ci ha garantito che le altre quattro lo saranno entro il 31 marzo. Sono infatti pazienti malati che devono essere seguiti come tutti gli altri dai centri per la cura delle persone con problemi mentali», chiarisce Marino. «Abbiamo inoltre appurato in commissione che l'Abruzzo ha preparato un piano sanitario specifico per la gestione della psichiatria nella regione. All'interno di questo piano ha attribuito alle varie strutture compiti specifici e ridefinito le tariffe economiche per il rimborso dell'assistenza ai pazienti. Villa Pini è certamente considerata dentro questo piano, che al momento è all'approvazione del ministero della Salute e di quello dell'Economia. Non appena approvato, e se Villa Pini lo condividerà, il piano dovrebbe essere nelle condizioni di tornare a una piena operatività».

Marino ha chiesto garanzie sui tempi di approvazione dei ministeri, sollecitando la stessa sub-commissario a tenere informata la Commissione speciale.

«Anche perché», prosegue il presidente «riteniamo non si possa aspettare oltre qualche settimana per la definizione completa del piano che riguarda la psichiatria in Abruzzo».
Ma l'audizione della Baraldi ha sfiorato anche altri aspetti. In particolare le commistioni, tra istituzioni pubbliche e imprenditoria privata, nella gestione della politica sanitaria in Abruzzo. Tema che, a breve, sarà approfondito.

«Probabilmente la prossima settimana, riconvocheremo la subcomissario Baraldi e il presidente Gianni Chiodi, per parlare di corruzione nella sanità». Ad annunciarlo è lo stesso presidente, alla luce di alcune dichiarazioni rilasciate ieri dalla Baraldi.

«La subcommissario», rileva Marino, «ci ha detto, e lo ha messo a verbale, che la Regione Abruzzo ha vissuto una condizione di sostanziale illegalità per molti anni. Vi sono state una serie di amministrazioni regionali che si sono susseguite disegnando norme che, di fatto, erano atti amministrativi collusi con gli interessi dell'imprenditoria privata. Noi abbiamo riaggiornato la seduta, e convocherò a breve un ufficio di presidenza. Perché vorrei riascoltare la subcommisario Baraldi e il presidente Chiodi nell'ambito di queste gravissime affermazioni che sono state fatte».

Nella riflessione emersa durante l'audizione, viene tuttavia precisato che la giunta regionale attuale non viene compresa. Anzi, secondo la Baraldi Chiodi sta andando contro queste logiche.

«Baraldi ha detto delle parole che a noi sono apparse ragionevoli» è la conclusione di Marino. «Ha affermato che l'Abruzzo ha vissuto per molti anni in condizioni di illegalità in ambito sanitario; adesso è necessario che per uscirne ci sia uno sforzo delle menti più equilibrate e generose di tutte le istituzioni che devono lavorare insieme per offrire ai cittadini abruzzesi quell'accesso alle cure che la Costituzione garantisce a tutti». (f.c.)

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