Rapporto Unioncamere: "Abruzzo, 3.300 posti di lavoro stagionali"

Nuove assunzioni da luglio a settembre: la provincia di Chieti in testa seguita da quelle di Teramo dell’Aquila e di Pescara

L'AQUILA. Da luglio a settembre, in Abruzzo le imprese saranno in grado di offrire circa 3.300 assunzioni, di cui, però, il 54% cento stagionali, che riguardano soprattutto giovani under 30. Per il 78% si tratta di richiesta di operai, le assunzioni per il 78% sono nel settore dei servizi e per il 68% fatte da imprese con meno di 50 dipendenti.

Sono i dati più importanti dell'indagine trimestrale di Unioncamere Excelsior, il rapporto sull'occupazione in Abruzzo relativo alle prospettive per il terzo trimestre 2011, che, ieri all'Aquila, è stato presentato dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, dall'assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, dal presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani, dal presidente regionale di Unioncamere, Giustino Di Carlantonio. Alla presentazione è intervenuto anche il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco.

Excelsior: una fotografia su quante e quali figure professionali le industrie richiedono - è finanziato dal ministero del Lavoro.

I 3.300 nuovi posti di lavoro saranno così ripartiti fra le quattro province abruzzesi: 1.200 circa a Chieti, circa 740 a Teramo, 670 rispettivamente all'Aquila e Pescara. Le figure più richieste riguardano i settori turismo, servizi alla persona e agroalimentare (più attinenti al periodo estivo di riferimento). Una lettura non superficiale del rapporto lascia, nonostante i numeri, lascia intendere la natura precaria della maggioranza dei posti di lavoro che si prevede saranno creati. A dirlo sono gliu stessi autori del rapporto. «Delle assunzioni programmate dalle imprese abruzzesi durante il terzo trimestre, 1.770 (quasi il 54%) saranno a carattere stagionale e i relativirapporti di lavoro sarannodestinati in granparte a concludersinell arcodeltrimestrestesso», si legge infatti nel rapporto. «Questa percentuale è notevolmente differenziatatra industria e servizi (32% e 60%). Questo divario si osserva anche considerando tutti i contratti di lavoro a termine (non necessariamente le attività stagionali o di brevedurata sono svolte da lavoratori assunti con un contratto stagionale insenso stretto). Complessivamente riguarderanno quasi l'84% di tutte le assunzioni programmate: del 76% nell'industria e quasi dell'86% nei servizi, arrivando praticamente alla totalità nei vari comparti di entrambi i settori (alimentare, sistemamoda, elettronica, costruzioni, turismo)».

«I contratti stabili a tempo determinato», prosegue il rapporto, «saranno appena il 16% del totale (24% nell'industria e 14% neiservizi), molto al di sotto delle medie sia nazionale (28,3%), sia del Mezzogiorno (30,4%)».

Dal punto di vista territoriale le assunzioni totali si distribuiranno in misura proporzionale all'ampiezza dei sistemi produttivi locali, corretta per gli specifici tassi di entrata di ciascuna provincia: esse saranno poco più di 1.200 a Chieti (36,8% del totale), circa 670 sia all'Aquila che a Pescara (20,4%) e quasi 740 a Teramo (22,4%).

Il rapporto spiega, poi, come le assunzioni prevuiste dovrebbero ripartirsi fra i vari settori economici e produttivi. Poco più del 22% nell'industria e per il restante 78% circa nei servizi (in valore assoluto: 730 e 2.560 assunzioni).

Fra le attività industriali, poi, il maggior numero di assunzioni (220, pari quasi al 7%), riguarderà il comparto della meccanica, seguito dalle costruzioni (200), dall'alimentare (120), dal sistema moda (50), dall elettronica (50).

Numeri più consistenti si dovrebbero avere nel terziario, a partire dalle attività turistiche (ristorazione, esercizi ricettivi, servizi turistici) con circa 1.000 assunzioni, pari quasi al 30% del totale e quasi tutte con contratto stagionale o di altro tipo, ma comunque sempre di durata temporanea.

Secondo Chiodi e Gatti, «il mercato del lavoro in Abruzzo tiene, soprattutto per quanto riguarda l'occupazione femminile che, nell'ultimo anno, ha tagliato un traguardo storico: 10.000 unità in più, pari al 5%, contro la media nazionale dell'1,9%».

«Fa riflettere, tuttavia», ha aggiunto Chiodi, «la difficoltà manifestata dalle nostre imprese a trovare determinate figure professionali. Su una richiesta specifica di 900 unità saremo in grado di soddisfarne il 60%. Ecco perché ribadisco la nostra volontà di investire ulteriormente in politiche che favoriscano l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, suggerendo anche i percorsi formativi più utili al fine dello sbocco occupazionale».

Chiodi ha sottolineato come da parte delle piccole imprese vi sia una maggiore propensione all'assunzione a tempo indeterminato di professionalità con esperienza. Il governatore ha, poi, rimproverato quanti, «anche nel sindacato, optano per soluzioni conservative più che innovative o che propugnano la retorica della lamentazione corporativa».  (g.d.t.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA