Mascitelli e Roselli: il 16 l’udienza sulle irregolarità del centrodestra
Regionali, il Consiglio di Stato decide sulle firme del Pdl
PESCARA. Due settimane per sapere se le elezioni regionali del dicembre 2008 sono valide. Per la mattina del prossimo 16 ottobre il Consiglio di Stato ha fissato l’udienza d’appello relativa ai ricorsi sulle elezioni per violazioni procedurali. Le elezioni furono vinte il 9 dicembre 2008 dal centrodestra e dal presidente Gianni Chiodi. Una vittoria a giudizio di esponenti politici del centrosinistra, tra questi Alfonso Mascitelli, senatore e coordinatore regionale dell’Idv e Marino Roselli esponente del Pd ex presidente del Consiglio regionale, che fu ottenuta forzando le norme.
Per i ricorrenti una parte delle firme che sottoscrivevano le liste dei candidati del centrodestra erano fasulle, nel contempo gli elenchi dei candidati furono presentati negli uffici della Corte d’Appello dell’Aquila fuori tempo massimo.
«Non è nostra intenzione», spiega Alfonso Mascitelli, «sottolineare l’importanza di questo appuntamento, sul piano tecnico-giuridico, perché attenderemo le decisioni dei giudici con serenità e con massimo rispetto, ma certamente esso assume un significato etico e politico del tutto particolare se si pensa che, in contemporanea, la Procura della Repubblica di Chieti sta completando le indagini su presunte firme false di ignari cittadini, che sono state utilizzate per la presentazione delle liste regionali del Pdl». «Se il buon giorno si vede dal mattino», prosegue Mascitelli, «con le firme false per presentare le liste, ritardi nella ricontrattazione dei risparmi con l’imprenditorialità sanitaria privata a vantaggio di quest’ultima, testimonianze, memoriali e nomine ad hoc si sta delineando un quadro preoccupante della ricostruzione di una rete di rapporti tra politica e poteri forti, che non da certo garanzie al bisogno di una politica sana e pulita che proviene forte dalla comunità abruzzese, già provata dalla tragedia del terremoto e da una gravissima crisi economica».
Anche per l’ex presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli esponente del Partito democratico la sentenza del Consiglio di Stato servirà a fare chiarezza su una vicenda che a suo giudizio ha molti lati oscuri. «Era doveroso fare ricorso», fa presente Roselli, «perchè la lista del Pdl non è stata presentata nei tempi dovuti, e la cosa venne acclarata già sul posto al momento della consegna dei documenti da diversi testimoni. Ma c’è anche il sospetto che non tutte le firme che accompagnavano le liste dei candidati del centrodestra non fossero regolari.
Un pasticcio che deve essere chiarito, ma che sul piano politico dimostra come nel Pdl si sia agito con superficialità e pressapochismo, gettando nell’incertezza le procedure. Siamo di fronte», osserva Roselli, «ad una situazione dove abbiamo liste con firme incerte e presentate fuori tempo». Roselli però non si fermerà alla prima denuncia, ma andrà avanti. «Metterò in discussione», dice, «il verbale redatto dalla Commissione elettorale quando furono consegnate le liste e le firme».
Per i ricorrenti una parte delle firme che sottoscrivevano le liste dei candidati del centrodestra erano fasulle, nel contempo gli elenchi dei candidati furono presentati negli uffici della Corte d’Appello dell’Aquila fuori tempo massimo.
«Non è nostra intenzione», spiega Alfonso Mascitelli, «sottolineare l’importanza di questo appuntamento, sul piano tecnico-giuridico, perché attenderemo le decisioni dei giudici con serenità e con massimo rispetto, ma certamente esso assume un significato etico e politico del tutto particolare se si pensa che, in contemporanea, la Procura della Repubblica di Chieti sta completando le indagini su presunte firme false di ignari cittadini, che sono state utilizzate per la presentazione delle liste regionali del Pdl». «Se il buon giorno si vede dal mattino», prosegue Mascitelli, «con le firme false per presentare le liste, ritardi nella ricontrattazione dei risparmi con l’imprenditorialità sanitaria privata a vantaggio di quest’ultima, testimonianze, memoriali e nomine ad hoc si sta delineando un quadro preoccupante della ricostruzione di una rete di rapporti tra politica e poteri forti, che non da certo garanzie al bisogno di una politica sana e pulita che proviene forte dalla comunità abruzzese, già provata dalla tragedia del terremoto e da una gravissima crisi economica».
Anche per l’ex presidente del Consiglio regionale, Marino Roselli esponente del Partito democratico la sentenza del Consiglio di Stato servirà a fare chiarezza su una vicenda che a suo giudizio ha molti lati oscuri. «Era doveroso fare ricorso», fa presente Roselli, «perchè la lista del Pdl non è stata presentata nei tempi dovuti, e la cosa venne acclarata già sul posto al momento della consegna dei documenti da diversi testimoni. Ma c’è anche il sospetto che non tutte le firme che accompagnavano le liste dei candidati del centrodestra non fossero regolari.
Un pasticcio che deve essere chiarito, ma che sul piano politico dimostra come nel Pdl si sia agito con superficialità e pressapochismo, gettando nell’incertezza le procedure. Siamo di fronte», osserva Roselli, «ad una situazione dove abbiamo liste con firme incerte e presentate fuori tempo». Roselli però non si fermerà alla prima denuncia, ma andrà avanti. «Metterò in discussione», dice, «il verbale redatto dalla Commissione elettorale quando furono consegnate le liste e le firme».