Regione, che cosa succede: «Ora D'Alfonso si dimetta»
L'assessore Di Matteo mette il fiato sul collo al neo senatore pd. Alla richiesta si uniscono Pagano e Vacca. D'Alfonso: «Devo definire con la mia coalizione, con il mio partito, cosa è più giusto fare»
PESCARA. «Il risultato del Pd e del centrosinistra in Abruzzo è stato più negativo di quelle che potevano essere le previsioni e del risultato nel Paese, e per questo credo che il presidente della Regione Luciano D'Alfonso abbia un'unica strada che è quella delle dimissioni per lanciare un segnale di serietà dopo la sconfitta, dando dimostrazione di umiltà e di coerenza di fronte a questi risultati». Lo ha detto l'assessore regionale Donato Di Matteo (uscito dal Pd), commentando i risultati delle elezioni in Abruzzo in chiave centrosinistra. «Questo è il risultato figlio - ha detto ancora Di Matteo - di chi ha governato con arroganza la Regione. È stata sbagliata l'impostazione perché non si è capito qual è il ruolo dell'amministratore regionale e oggi ne paghiamo le conseguenze con una sciagura a livello politico». Di Matteo cerca in questo modo di dare una accelerata alle prossime mosse del governatore neo eletto al Senato.
Mette in pratica il fiato sul collo a D'Alfonso che ha un mese di tempo, dalla data della proclamazione degli eletti, per confermare il nuovo ruolo a Roma, e lasciare quindi la poltrona in Abruzzo. In questo caso, entro i successivi tre mesi, il presidente del consiglio regionale dovrà indire le nuove elezioni regionali. Tenendo conto dei tempi, quindi in Abruzzo si dovrebbe tornare a votare verso ottobre 2018. Ma Di Matteo chiede di fare prima.
A Di Matteo si sono aggiunti Nazario Pagano coordinatore regionale di Forza Italia e il parlamentare appena rieletto del M5s Gianluca Vacca. Pagano ha detto: "Nella vita politica funziona così. Se ti candidi per fare una cosa e poi ad un certo punto per tue scelte rinunci a fare quello che stavi facendo prima e che ti hanno demandato a fare i cittadini, è giusto che ti dimetta senza soluzioni levantine per tentare di tenere in piedi una Giunta che si tiene in piedi con lo scotch». Vacca: "Penso che questa sia davvero una sonora sconfitta per il fuggitivo D'Alfonso, e a questo punto credo che si dovranno trarre le conseguenze anche a livello regionale perché un presidente che non ha di fatto la maggioranza degli elettori dalla sua, se decidesse di dimettersi e andare al Senato, darebbe il là per poi andare il più velocemente possibile al voto".
LA RISPOSTA DEL GOVERNATORE. «L'esito elettorale mi ha insediato senatore, poi ragionerò con la mia coalizione per valutare la cosa più conveniente e opportuna da fare. Voglio anche ragionare dei risultati elettorali e mettere in evidenza come assolutamente hanno vinto le elezioni i Cinque Stelle e la Lega di Salvini». Sono le parole di Luciano D'Alfonso, presidente della Regione Abruzzo, candidato Pd nel plurinominale al Senato, ai microfoni dell'emittente tv abruzzese Rete8. «Ho concluso, come tanti altri osservatori, che chi ha responsabilità di governo paga pegno. In tutta Europa, e adesso anche in Italia, chi ha in esercizio la responsabilità di governo male si concilia con la conferma del consenso elettorale». D'Alfonso ha parlato di «un voto di totale scavalcamento di chi ha responsabilità di governo. C'è bisogno di un ripensamento profondo dell'iniziativa politica e di recuperare anche la capacità di coltivare un pensiero radicale che recuperi gli esclusi di una società che, probabilmente, divide tra chi sta dentro e chi sta fuori». Si è detto quindi «impensierito e preoccupato». «Spero che ci siano le condizioni per insediare un governo - ha dichiarato D'Alfonso - Spero che non abbiamo tempi biblici tipo il Belgio che ha impiegato mesi per avere un governo o anche quello che è successo in Germania o in Spagna. Spero che coloro i quali hanno avuto mandato dai cittadini possano trovare le condizioni per fare un governo». Quanto alla scelta se lasciare la presidenza della Regione Abruzzo per Palazzo Madama, D'Alfonso ha detto: «Devo definire con la mia coalizione, con il mio partito, cosa è più giusto fare. Non posso non tenere conto che adesso sono senatore e voglio provare ad aiutare da Roma questa regione»
IL SEGRETARIO PD: PERDE TUTTO IL SUD. «La sconfitta del Pd in Abruzzo è chiarissima e non ci sono scusanti. Da segretario regionale offro la mia piena disponibilità per ogni percorso di riflessione che il Pd affronterà sia a livello nazionale che regionale». Così il segretario regionale del Pd Marco Rapino sottolineando che «il nostro è un voto, sia nell'affluenza sia nel risultato, che ci lega al trend del Sud, dove il Pd in ogni regione ha perso tra 8 e 10 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2013. In Calabria siamo passati dal 22,3 al 14, in Campania abbiamo perso 9 punti, così anche in Basilicata (-9), in Sardegna -10, in Abruzzo circa -9. Tutte regioni governate dal Pd». Secondo Rapino «si è votato tenendo poco conto dei candidati, a cui va un enorme ringraziamento per essersi battuti con coraggio e generosità, perché dietro questo voto di opinione si afferma una forte disaffezione che ha ragioni profonde, soprattutto nel Mezzogiorno. Ci sarà molto da approfondire nei prossimi giorni, sapendo che non c'è un destino personale da difendere, ma ricostruire quello collettivo».
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